Correvo a perdifiato, cercando di seminare quell'improvvisa ondata di mostri. I miei compagni erano tutti morti, l'esito della missione era nelle mie mani. Dopo anni di allenamento ero diventato un guerriero degno di esser chiamato tale, nonostante il mio cammino fosse sempre cosparso dalla morte di chi sognava insieme a me. Avevo lottato, giorno dopo giorno, per arrivare a quel momento, per salvare tutti. Se ci fossi riuscito nessun'altro sarebbe morto e le anime di tutti i caduti avrebbero potuto riposare in pace. Avanzai oltre con coraggio, pronto ad aprire la porta che mi avrebbe portato faccia a faccia con il nemico di una vita, lui che mi aveva tolto la famiglia, l'amore della sua vita e... Le cuffie volarono via, sentii qualcuno stringermi dal colletto della maglietta e lanciarmi per terra con tutta la sedia.
-No, dico: SEI PAZZA?- mi voltai come una furia, massaggiando attentamente il collo. Se fossi caduto leggermente di lato mi si sarebbe spezzata la colonna vertebrale, e sarei potut... -Oddio cos'hai?-
-Come hai potuto dirglielo?- strillò mia cugina, prendendo Final Fantasy e buttandolo per terra con forza. Nooooo. –Hai rovinato tutto!-
-Ma di cosa diavolo stai...- pallino. Ah, ora ricordavo. Dustan, giusto? Ah, che noia! Ecco cosa accadeva quando non mi facevo i fatti miei.
-Stavo per uccidere il boss...- sospirai rialzandomi e posando il joystick sulla scrivania.
-Sai quanto me ne frega? Io e Dustan non riusciremo mai più a parlarci, hai capito? Mai più!-
-Hai valutato l'opzione che, magari, solo magari, non riuscirete a parlarvi perché sarete troppo occupati a fare altro?-
-E cos'altro dovremmo...- le si illuminò la mente e divenne rossa dalla punta dei piedi ai capelli –Non dire sciocchezze!- sbraitò, lanciandomi addosso un cuscino.
-Guarda che è stato lui ad aprire il discorso!- mi difesi –Io ho soltanto... come dire... accelerato un processo naturale.-
-L'unico processo naturale accelerato è il tuo cervello che va in putrefazione, scemo!- Restai fermo a fissarla finché non realizzò, sempre qualche minuto dopo, ciò che avevo detto. Scusatela, mia cugina era un po' tarda. –Cioè, aspetta: Dustan ti ha parlato di me?-
-Dustan parla in continuazione di te. Non ne potevo più, così ho sganciato la bomba. E niente, adesso pensa a te in quel senso.- ravvivai i capelli in maniera teatrale –Sono o no il cugino migliore del mondo?-
-Sei un cretino.-
-Sul serio, Ab: tu gli piaci, deve soltanto capirlo. In questo momento si starà logorando il cervello.-
-Non gli piaccio, me l'ha anche detto.- Oh, questo non era nei piani.
-Sul serio?- mi rispose la sua faccia triste. Oddio, sono il cugino peggiore del mondo. Domani mi sente Dustan. Scavalcai il cuscino per terra e la raggiunsi in poche falcate, per poi abbracciarla. Probabilmente non esisteva ragazza più innamorata di Dustan di lei, perché... beh, lo conosceva! Il suo aspetto fisico certo la attraeva, ma senza il minimo dubbio era stata la sua timidezza, il suo essere apparentemente scontroso per nascondere un'infinita gentilezza a farla sciogliere come un budino. Se lo meritava.
-Beh, c'è sempre Gaston.- provai a sdrammatizzare. Abey ridacchiò, ma ero troppo intelligente per non accorgermi che stava piangendo.******
-Guarda che ti apro in due la faccia!- In quel momento avrei tanto voluto un applauso per le mie doti recitative. Arrivato a scuola avevo afferrato Dustan per la maglietta e lo avevo mandato a sbattere contro un armadietto, molto in stile bullo americano.
-E' impazzito!- sussurrò Juno, arretrando di un passo. Non volevo apparire come un mostro davanti a lei, ma più tardi le avrei spiegato.
-Noah, cosa diavolo stai facendo?- urlò Dustan, dimenandosi.
-Chi? Io o tu?- risi, avvicinando la faccia per guardarlo male –Hai detto a mia cugina che non la vuoi!-
-Che cosa?!- sbottò quello, guardandomi come se fossi realmente uscito di senno –Io non ho detto proprio un bel niente!- Che cosa...
-Ah... ah no?- allentai la presa, storcendo il naso.
-No, maledizione, no! Non mi ha proprio dato il tempo di rispondere, è scesa dalla macchina ed è sparita. Avrò provato a chiamarla una dozzina di volte, ma non ha mai risposto.- scacciò la mia mano dalla sua maglietta con uno strattone, per poi allontanarsi e stirarla. Avevo appena minacciato inutilmente il mio migliore amico. Perché Abey era così tonta? –A parte questo, che non sono fatti tuoi, dovrei parlarti di una cosa. Usciamo?- Tanto per la cronaca, i fatti di mia cugina sono anche i miei! E se insisti del contrario potrei smetterla di fingere di essere una persona tranquilla e farti del mal... aveva uno sguardo troppo serio, così alzai le spalle e annuii. Entrambi ci girammo per andare in cortile, quando una vocetta squillò:-Ehm... Dustan?-
Entrambi ci voltammo. Juno era sempre li, impacciata, mentre reggeva alcuni libri.
-Ah, Juno...- il mio migliore amico mi guardò strano –Ti dispiace se prima la accompagniamo in classe?- Inizialmente non capii il perché di quella strana richiesta, poi ricordai tutta quella faccenda di Adam Miller e per poco non ebbi paura di restare solo anch'io.
-No, vabbe', non è importante...- borbottò lei, sistemando timidamente gli occhiali.
-Va bene, va bene!- sorrisi andandole incontro e prendendola sottobraccio –Anzi, sai cosa? Mi sono appena ricordato di volerti chiedere se pomeriggio sei libera.-
-Ma chi, io?- sbottò, incredula.
-Si, ho sentito che hanno migliorato il planetario e sono davvero curioso di andare a vederlo.-
-Fichissimo!- squittì lei, di nuovo energica. Farle tornare il buonumore non era difficile. Dustan, che camminava accanto a noi, mugugnò un poco convinto 'Fichissimo? Il planetario? Bah'.
-Allora è deciso, passo a prenderti per le cinque.- Feci un veloce calcolo mentale: con Cara dovevo vedermi quella mattina stessa (ogni tanto anche i bravi ragazzi come me bigiavano), e mia zia dovevo raggiungerla all'ospedale verso le otto di sera, perciò avevo abbastanza tempo.
******
-Dove sono Gaston e Blaine?- domandai, guardandomi intorno. Quella mattina non li avevo proprio visti, il che era sospetto.
-Ma non le ascolti le note vocali su whatsapp? Blaine è con la febbre, Gaston chiuso in casa in ritiro spirituale. Pensa di essere innamorato di un ragazzo.-
-Ah...- poi sputai tutto il tè il faccia a Dustan –Gaston è gay?! Non ha senso!- Sentivo tutte le leggi fisiche infrangersi in un'esplosione nucleare. Il mio migliore amico mi guardò storto, asciugandosi la faccia con manica della maglietta
-Niente di certo, ma giovedì va a casa sua per studiare. Ci farà sapere come reagirà Dirillo.- Dirillo? Ah, già... Dirillo.
-Chi è questo?-
-Mi sembra si chiami Asher Turner.- Mh, sentito nominare. Era uno di quei omosessuali talmente belli da essere in grado di sedurre persino un omofobo come Hitler. –Comunque, possiamo parlare di qualcosa di serio?-
-Si, certamente, anche se mi sembra improbabile con te.-
-Non so se te l'ha detto, magari era troppo occupata a dire cose assurde, ma ieri sera Abey ha incontrato una... ehm... persona.-
-Dimmi viva.- pregai.
-Eh no...- Maledizione. Grattai distrattamente la nuca, mentre ragionavo sulla questione. Avevamo bisogno d'aiuto, perché quella storia stava degenerando. Passi per le porte dei sogni, in un certo senso divertenti, ma l'ametista nel palmo? I morti che venivano a cercarci? Chi? Chi voleva farci del male e perché? Era tutto confuso, non riuscivo a trovare un nesso fra tutti quegli avvenimenti.
-Ha scoperto qualcosa?- Dustan scosse la testa.
-Non lo so, non ne abbiamo parlato. Era così sconvolta che ho pensato di cambiare discorso, così ho intavolato la discussione su di noi.-
-Geniale.- sbottai, guardandolo male. Quel ragazzo era proprio un asso a tranquillizzare le persone. –Vedrò di parlarle, magari ha sentito qualche dettagli importante, non so, un indizio... qualcosa.-
-Stare da soli non è più sicuro. Persino tu, Noah, non fare sciocchezze.-
-Dovrei essere io a raccomandarlo a te.- sorrisi sardonico, ma gli tirai una pacca amichevole sulla spalla –Cosa mi dici di Adam Miller?- a sentire quel nome impallidì, il che era raro in uno come lui che solitamente trasmetteva le stesse emozioni di un sasso.
-Io e Juno abbiamo controllato gli annuari. Il ragazzo morto è identico a quello che ha visto lei, perciò...-
-Ecco perché prima era terrorizzata...-
-Già.- qualche minuto in religioso silenzio, dopodiché lui si alzò e iniziò a spolverarsi i pantaloni –Basta così, ci aggiorneremo in giornata.-
-Dove stai andando?- lo guardai stiracchiarsi e sbadigliare. A prima mattina non era mai così attivo. Mi diede le spalle, nascondendo chiaramente un lieve rossore, e cominciò ad allontanarsi.
-A cercare quell'idiota di tua cugina.-

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I have a nightmare (IN PAUSA)
FantasíaSe qualcuno avesse detto a Noah e Dustan che si sarebbero ritrovati a vivere l'esperienza più assurda della loro vita insieme a Juno e Abey, le escluse della scuola, sarebbero scoppiati a ridere. Peccato fossero troppo terrorizzati per farlo. (Stori...