Abey

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-Ho le gambe più lunghe e corro più velocemente- urlò Noah svoltando l'angolo e iniziando a scendere le scale saltando due gradini alla volta, per tutta risposta gli alzai il dito medio quando mi fiondai sul corrimano e ci scivolai sopra fino al piano di sotto, lui imprecò mentre spalancavo le porte della cucina e annunciavo ai miei genitori che quella mattina avevo vinto io.

-Solo perché mi ha chiuso in bagno facendo finta che la maniglia fosse rotta- sbuffò mio cugino spostando rumorosamente una sedia per prendere posto, dopodiché afferrò una torre di pancake e li affondò nello sciroppo d'acero e nel cioccolato;

-è sempre un piacere vedervi così pieni di energia la mattina- borbottò mia madre tenendo con la mano destra una tazza di tè fumante e con la sinistra un giornale, molte madri leggono riviste da casalinghe o di moda, mia madre no, lei preferiva 'chirurgia magazine', con tanto di test: 'e tu che organo sei?'.

-L'ho fatto, ieri... sono un rene destro!- Esclamò Noah con la bocca piena, notando il giornale,

-no sei un calcolo renale, tu- borbottai ridacchiando mentre lui mi lanciava occhiate omicide e mio padre si affogava con il caffè ridendo,

-comunque con questa siete pari- ribatté poi, intanto aveva messo una piccola x accanto al mio nome su una lavagnetta appesa accanto al frigorifero, dopo avergli dato il cinque, afferrai pane e marmellata e mi ingozzai, avendo notato il tardo orario.

Salii le scale per andare in camera mia e infilai una felpa verde militare sopra la camicia spiegazzata e il fiocco allentato della divisa scolastica, mi allacciai le converse e mi sistemai la gonna, proprio non riuscivo a farmela stare comoda, poi presi lo skateboard e lo zaino e corsi al piano di sotto; Noah era già uscito e sentivo il rombo della moto che si azionava, afferrai il casco e fissai lo skate allo zaino.

-Ci hai messo un'ora- borbottò abbassandosi la visiera, per tutta risposta ripetei il gesto del dito medio in modo che lo vedesse dallo specchietto retrovisore, lui alzò gli occhi al cielo, supposi, e partimmo.

Parcheggiò sul retro della scuola, come faceva sempre per non farsi vedere con me, non sia mai che la sua perfetta reputazione venisse infangata perchè certa gente che diceva di averlo visto con una sfigata del primo anno.

Scesi dalla moto e lo salutai distrattamente, mentre con lo sguardo cercavo Juno, di solito anche lei appariva inspiegabilmente sul retro verso le otto meno dieci.

Non trovandola, decisi di entrare a riporre il casco nell'armadietto prima che qualcuno iniziasse a farmi domande a cui non avrei esitato a rispondere con la verità, beccandomi sicuramente una serie di insulti da Noah ed essendo costretta a prendere per un mese il puzzolente bus scolastico.

-Si, non è colpa mia se si veste come se la mattina qualcuno le avesse infilato due carote negli occhi- rise Ray passandomi accanto, quando si accorse di me tornò sui suoi passi, feci appena in tempo a infilare il casco nell'armadietto e a richiuderlo, -ti richiamo Leslie, ho appena incontrato miss trasandata- non mi davano assolutamente fastidio i suoi insulti, avevo imparato a conviverci, essendo che in fondo sapevo che erano parole d'affetto.

-Ehilà, miss mi sento un critico di alta moda- sorrisi rimettendomi in spalla lo zaino che avevo momentaneamente gettato a terra, -guarda che questo è un corridoio della Oakhill High School, non una passerella di Parigi- sollevò appena gli angoli della bocca e mi squadrò dalla testa ai piedi,

-è evidente che la pensi così- detto questo sorrise e mi prese a braccetto, stavo per chiedergli se per caso avesse visto Juno ma mi soffermai davanti alla bacheca del primo piano, solitamente appendevano solo annunci stupidi, poster di musical o manifesti di oggetti smarriti, e invece eccoli là.

I have a nightmare (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora