Dustan

285 23 4
                                    


N.d.a. SURPRISEEEEEEEEEEEEE! Non lanciatemi pomodori, dai! :( A chi, ancora, crede nelle mie storie e leggerà questo capitolo, consiglio di rileggersi almeno quello prima! Vi voglio bene, buona lettura <3 :3


In quel momento pensai che nulla avrebbe più potuto sorprendermi, che con tutte le cose strane che mi erano accadute sarei dovuto andare in psicoanalisi, che forse già in quel momento avrei dovuto chiamare qualcuno. Non potevo fare a meno di chiedermi se era la mia mente che stava impazzendo, o il mondo in sé.

Ero disteso sul mio letto con i Blink182 alle orecchie, un braccio dietro la testa e l'altro, quello destro, alzato di fronte al mio viso. Da ore ormai riascoltavo lo stesso album e continuavo a guardare il palmo della mano. Era mattina presto e mi ero appena svegliato da un sogno... no, un attimo, non era proprio un sogno, perché avevo parlato con i miei amici, i miei veri amici, non sognati da me. Aiuto.

-Ok... vado eh?- aveva detto Abey, e quando feci per avvicinare quel piccolo strumento da chirurgia al mio palmo, parlò di nuovo.

-Fermo!- urlò scuotendo la testa -Sei sicuro di quello che fai? Cioè secondo me potresti perdere l'uso della mano.-

-Incoraggiante!- avevo borbottato -Scusa se non possiamo andare in ospedale a chiedere di farci una radiografia per controllare se abbiamo una pietra dei sogni nel palmo.- Lei mi fece la linguaccia e io tornai a concentrarmi su quello che stavo per fare, ma proprio nel momento in cui il bisturi era entrato in contatto con la mia pelle, la voce piatta di Juno mi aveva bloccato. Ignorai la piccola goccia di sangue che aveva iniziato ad allargarsi sulla mano.

-Ma che state facendo?- ci si avvicinò, con le sopracciglia corrugate.

-Non arrivavate mai così abbiamo deciso di iniziare.- spiegò Abey con un tono da saputella che le apparteneva ben poco -Praticamente Dustan sta per diventare mancino.- Sorrise -Volete assistere?-

-Io non stavo per...- lasciai perdere a metà frase, in fondo forse stavo un po' per fare una cosa avventata... ma era un dannato sogno, no?

-Idioti.- Noah fece la sua entrata in scena, schioccando le dita e facendo apparire un macchinario per le radiografie, con tanto di espressione soddisfatta sul volto. In realtà la cosa delle dita non serviva, l'aveva fatto per scena.

-Volevo solo vedere fino a che punto Dustan si sarebbe spinto prima di dirgli che potevamo fare in questo modo.- Mentì Abey, con espressione vacua.

-No! E' chiaro come il sole che non ci avevi pensato!- Le puntai un dito accusatore contro; Noah e Juno alzarono gli occhi al cielo e ci ignorarono, come facevano sempre. Ad esser sinceri avrei potuto giurare di aver sentito la mia cara sorellastra borbottare qualcosa tipo 'i soliti scemi', ma avevo deciso di far finta di nulla.

Poi calò un velo di serietà. Nessuno fece più battute, io e Abey ci limitammo a seguire le istruzioni di Noah e Juno per fare quelle dannate radiografie e porre fine a tutto, anche se, a dire il vero, io ero contrario. Quello non avrebbe posto fine a nulla, avrebbe anzi fatto continuare la vicenda, l'avrebbe fatta infittire, riempire di fenomeni inspiegabili come in un giallo di Conan Doyle. La cosa più inquietante? Che proprio perché sembrava un giallo Noah e Juno erano tanto perseveranti.


Era forse la quarta volta che rivivevo mentalmente le vicende della notte precedente. Scossi la testa e mi tolsi le cuffie, nel comodino accanto a me un bicchiere d'acqua e un aspirina, ne avevo già prese due.

Non ci credevo, ancora. Alla fine avevamo veramente confermato le assurdità che dicevamo, perché dopo quella dannata ecografia era stato dato tutto per vero, la strana faccenda aveva assunto un velo di oscura realtà che metteva i brividi. Avevamo veramente una dannata ametista nel palmo. Chi? Chi diavolo era stato? E quando? Cazzo. (N.d.a. scusate ma ci stava!)

I have a nightmare (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora