Juno

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-Adesso dite come ci siete riusciti.- Abey ci inchiodò con lo sguardo, appoggiando le mani ai fianchi. Io e Noah ci guardammo alzando le spalle, non avendo la più pallida idea di cosa potessimo aver fatto di così grande. Erano bastate luci di Natale, bastoncini, plastilina e tempere per rappresentare il sistema solare, e grazie ai nostri ingegni eravamo persino riusciti a far muovere i pianeti. Dustan era chino sul tavolo ad osservare il risultato, con le sopracciglia inarcate e un'espressione chiaramente compiaciuta.

-Quand'è successo tutto questo?- domandò mentre giocava con l'anello di Saturno.

-Quando siete usciti per prendere una boccata d'aria e sono passate due ore.- risposi, mentre Noah si metteva alla mia sinistra.

-E anche quando avete dormito sul divano.- aggiunse lui, incrociando le braccia al petto. Non eravamo veramente arrabbiati, ma ci piaceva fingere che lo fossimo, solo per vedere i due nullafacenti che si scusavano.

-Oookay...- sospirò Dustan -Abbiamo sbagliato, potevamo almeno passarvi la colla. Come possiamo farci perdonare?- si mise seduto sul bracciolo in pezzi del nostro divano in rovina. Sarebbe caduto fra tre... Due... Uno...

-Che ne direste di pagarci un gelato?- propose allora Noah, sorridendo a trentadue denti. Era la prima volta che lo vedevo felice alla sola idea di qualcosa.

-Oppure una pizza maionese, fragole e cipolla?!- saltai su' pure io, spalancando gli occhi al pensiero. Pizza. Pizza gratis. Sembravamo due bambini sotto peso che non mangiavano da anni tutti appiccicosi di colla, con le mani e la faccia sporchi di tempere.

-Io comunque avevo fame!- acconsentì Abey guardando Dustan, che continuava imperterrito a sospirare. Lui si volto verso Noah, con sguardo ansioso.

-Ti rendi conto che sono Juno e Abey? La mia sorellastra psicopatica e la tua cugina violenta?-

-Si.-

-Quelle che a scuola vengono snobbate pure dal bidello?!-

-Exact...- Dustan tirò una testata contro al muro. Era bello vedere quanto il mio fratellastro apprezzasse la mia compagnia.

-Juno, tu che ne dici?-

-Mh?- mi voltai verso Abey.

-Non sarebbe umiliante se ci beccassero con i più carini della scuola?- un sorriso fece largo tra le nostre labbra, allora sollevai le sopracciglia e mi portai un dito al mento, fingendomi pensierosa.

-Beh, in effetti preferirei restare a casa a guardare il Trono di Spade e sbavare dietro a Jon Snow, ma se proprio insistono....-

******

In macchina si scatenò un putiferio. Noah quel giorno aveva voglia di ascoltare canti di tribù antiche, Abey insisteva per il rock pesante, Dustan doveva seguire la telecronaca della partita e io sentivo un bisogno irrefrenabile di Mozart.

-La macchina è mia.- esordì Dustan quando ci fermammo a un semaforo, mentre mandava un messaggio su whatsapp.

-E la radio te l'ho regalata io!- obiettò allora Noah, mentre si sporgeva in mezzo ai due sedili anteriori. Non si sa come io e lui eravamo finito dietro.

-Dopo averla comprata con lo stipendio di mia madre!- lo accusò Abey, già pronta a cambiare stazione. Si stava sorprendentemente comodi li sopra. Dustan teneva talmente bene la sua macchina che sembrava perennemente appena uscita dalla concessionaria. L'odore della pelle nera che ricopriva i sedili galleggiava nell'aria, talmente forte da intontirci. I bagni di profumo che facevano lui e Noah non miglioravano la situazione.

-Chi conosce i balli da sala?- chiesi nel vano tentativo di far dimenticare a tutti la nostra discussione. Inizialmente nessuno badò alla mia domanda e continuarono a scannarsi, poi Noah si voltò verso di me.

I have a nightmare (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora