Ricordi

793 52 3
                                    

Il primo settembre era sempre stato un grande giorno per lui, perché significava ritornare ad usare la magia e soprattutto significava tornare a casa.
Hogwarts aveva avuto un grande significato per lui. Aveva conosciuto persone speciali, e aveva avuto modo di confrontarsi con persone meno gradevoli e con chi faticava a dimenticare vecchi pregiudizi. Ad Hogwarts aveva imparato la magia e cosa deriva da questa; aveva imparato che esisteva quella buona ma che in passato era stata ambizione di potere per chi non ne aveva capito il significato.
Per Teddy la magia significava essere diversi, forse speciali ma soprattutto liberi.
Tanti credevano che la magia fosse una dipendenza ma Ted aveva sempre creduto fosse la capacità più naturale del mondo.

Naturale come la pioggia che lo aveva accompagnato per tutto il suo viaggio solitario verso un posto che gli era mancato sempre. Era questo l'effetto di Hogwarts: una volta lasciata ti sarebbe mancata per sempre.

"Bentornato, professor Lupin... sono molta lieta di vederla qui prima del previsto."

Sentirsi chiamare professor Lupin lo fece rabbrividire, non per spavento o per ribrezzo, ma per il semplice motivo che non avrebbe mai detto che un giorno sarebbe diventato insegnante.

"Ho pensato che sarebbe stata una buona idea arrivare un giorno prima degli studenti."

"E ha fatto benissimo, signor Ted. Gli studenti danno un gran da fare il primo giorno, soprattutto quelli del primo anno." La McGranitt gli fece un lieve sorriso prima di condurlo lungo il corridoio principale del castello.

Percorrendolo a Teddy venne in mente il suo primo giorno ad Hogwarts. Era molto agitato perché non sapeva in che casa sarebbe stato smistato, ma ricordò che avrebbe sicuramente voluto dividere la casa con il suo amico Stefan Baston, impaurito quanto lui sul suo destino.

Stefan.

Baston era stato un grande amico per lui, avevano condiviso tutto insieme. Sopratutto le partite di Quidditch per cui andavano entrambi matti. Adesso lui volava da uno stato all'altro in una squadra minore di Quidditch e non riusciva a vederlo mai, ma Stefan non dimenticava mai di inviargli lettere e aggiornamenti sulla sua vita sportiva e anche privata.

Il suo ufficio scoprì essere al secondo piano. Bisognava attraversare l'intera aula e poi salire una piccola rampa di scale.

"Ecco il vostro ufficio, Ted." la McGranitt aprì la grande porta in legno e lo fece entrare mostrandogli un enorme stanza in pietra, con scrivania, poltrone, librerie eccetera.

"Molto spazioso." fu il primo commento di Ted, mentre perlustava il suo nuovo ufficio.

"Sì, esatto... come vede queste erano le stanze in cui, ai tempi dei quattro fondatori, venivano fatti esercitare gli studenti, quindi era un bene che fossero enormi. Con il passare dei secoli, poi, sono diventati gli uffici dei professori poiché si preferiva che questi vivessero all'interno del castello e non in paese come si era sempre preferito."

Ted annuì alla spiegazione della McGranitt e poi la seguì dietro una porta non molto distante dalla scrivania. All'interno c'era una piccola camera da letto: un letto a mezza piazza, un armadio, ed una vecchia stufa.

E poi c'era una finestra che affacciava sul Platano Picchiatore, un albero con un significato particolare per Ted.
Quel Platano aveva avuto un significato per suo padre Remus e l'idea di svegliarsi ogni mattina su quel panorama gli dava un'insolita elettricità.

"Spero si troverà bene come un tempo qui ad Hogwarts, Ted."

"Sicuramente, professoressa. Avevo mancanza di questo posto... Hogwarts è sempre stata una seconda casa per me."

Teddy sorrise felice mentre appoggiava la valigia per terra.

"E lo rimarrà per sempre..." aggiunse la McGranitt sorridendogli a sua volta "Bene, ora la lascerò riposare. La cena verrà servita nel mio ufficio alle sette, spero si unirà a noi."

"Sì, grazie avrei piacere di incontrare i miei vecchi professori..." erano anni che non vedeva nessuno dei suoi insegnati, soprattutto il professor Paciok con cui aveva sempre avuto un ottimo rapporto.

"A stasera, allora." lo salutò la McGranitt prima di richiudere la porta dello studio e lasciarlo solo con le valigie da sistemare.

Qualche ora più tardi, Ted pensò fosse una buona idea fare qualche passo per il castello o per il cortile o ai confini della foresta o per il lago, da sempre uno dei suoi posti preferiti.
Aveva bisogno di visitare quei posti che lo avevano reso felice, prima che venissero invasi da tutti gli studenti. Aveva voglia di ricordare quanto fosse stato fortunato.

Il lago era sempre rimasto lo stesso, così come i ricordi.
Era lì che aveva dato il suo primo bacio a Victorie.
Era al suo ultimo anno, tra meno di un mese avrebbe dato i M.A.G.O e ricordava di essere molto nervoso in quel periodo. Vic era la quinto anno, anche lei doveva dare i suoi G.U.F.O ed entrambi non andavano d'accordo. Era solito scherzare molto tra i due, anche se Ted lo faceva un po' troppo spesso e alla giovane Weasley molte volte infastidita. Ma in quell'ultimo anno erano diventati molto amici, era come se Vic riuscisse a capire quello che provava ogni volta e Ted aveva smesso di prenderla in giro. Erano solo amici e non erano mai riusciti ad andare oltre, anche se entrambi sapevano di provare qualcosa di più forte.

Stavano litigando perché Vic si era ingelosita e non voleva ammetterlo, Ted era stanco di giocare e far finta di nulla così si era arrabbiato e le aveva detto di amarla. Quello che ora ricordava erano le sue mani calde sul suo viso, il sole che calava, l'ultimo vento di primavera che li sfiorava e le sue labbra.

"Teddy!"

Una voce familiare interruppe il flusso di ricordi del giovane Lupin, che scoprì essere del professor Paciok.

"Professore!" lo salutò con entusiamo mentre gli camminava incontro.

"Teddy, ragazzo mio, da quanto tempo!" Neville abbracciò il giovane amico, contento di rivederlo dopo tanto tempo.
"Sei un uomo adesso." aggiunse subito dopo guardandolo dalla testa ai piedi con orgoglio.

"Ancora non ne sono sicuro, professore..."

"Suvvia, Teddy... lo vedo dai tuoi occhi... sei uomo e come."

Ted sorrise imbarazzato ma era felice che il professor Neville credesse ancora in lui dopo tanti anni.

"Grazie..." quindi rispose sorridendo "... lei come sta? Sua moglie? Alice? Sì, che fine ha fatto Alice non ho più saputo niente da quando ho finito la scuola."

Neville sorrise e gli fece segno di seguirlo verso il castello, erano quasi le sette e sarebbe stata servita la cena.

"Hannah sta più che bene, non vede l'ora di rivederti. Alice ha intrapreso un viaggio in Cina, dice che lì ci sono erbe magiche qui mai viste..." Neville si lasciò sfuggire una risatina e Ted ricordò di come Alice avesse la stessa passione del padre. "Piuttosto tu, ho saputo che presto ti sposerai... Vic deve essere molto felice..."

"Sì, finalmente potremmo cominciare una vita insieme."

Ted sapeva che Vic era l'unica donna che avrebbe amato per tutta la vita e soprattutto sapeva che fosse l'unica.

"Sono molto contento per te, ragazzo... i tuoi genitori sarebbero felici di vederti così."

Non avere i suoi genitori presenti al matrimonio sarebbe stato triste, forse... ma Ted era sempre cresciuto con la consapevolezza che loro erano lì nel suo cuore. Zio Harry gli aveva sempre detto che erano morti per dargli la possibilità di vivere in un mondo migliore ed ora era consapevole a pieno di quello che significava.

CalypsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora