Calypso

Viola

Non era riuscito a dormire tutta la notte. Si era girato così tante volte nel letto che alla fine aveva preferito alzarsi e mettersi seduto alla scrivania, qualcosa pur avrebbe trovato da fare.

Fuori la luna brillava nel cielo, ed era piena e così grande che incuteva timore. Chissà la Dolohov che sentimenti provava nel saper di non poter vedere uno spettacolo così bello. Chissà cosa aveva provato suo padre.

Ted sospirò, sospirò a lungo quella notte, triste e amareggiato per quello che aveva saputo e poi visto con i propri occhi. Rimase seduto alla scrivania, con gli occhi rivolti alle grandi finestre dietro di lui, fino a che una grande massa luminosa prese il posto di un ormai flebile luna.

Gli occhi di Ted erano ancora incollati al grande albero, quando i suoi rami si immobilizzarono all'improvviso. Si avvicinò di scatto alla grande finestra per dare meglio un occhiata, aveva ancora la camicia sbottonata quando uscì dal suo ufficio correndo.

Non aveva idea perché stesse cercando di raggiungere Calypso Dolohov, ma doveva assolutamente parlare con lei. Tuttavia arrivò troppo tardi perché la giovane Serpeverde aveva già svoltato l'angolo che portava ai sotterranei e un assonnato Lumacorno lo aveva fermato chiedendogli dove andasse a quell'ora del mattino in tutta fretta.

"Uno studente, professor Lumacorno" si giustificò Teddy "Ho visto uno studente camminare nei corridoi"

"Uno studente? La Dolohov per caso?"

Teddy strabbuzzò gli occhi, che anche Lumacorno sapesse il segreto di Calypso?

"Credo... credo di sì, non so"

Lumacorno sorrise e il velo di preoccupazione sul suo volto scomparve del tutto.

"Stia tranquillo Ted, la Dolohov è una tipa mattiniera... piuttosto vuole fare colazione nel mio ufficio?"

Per tutta la giornata Ted passò metà del tempo a pensare alla Dolohov, al suo segreto e agli sguardi ambigui che la McGranitt gli aveva lanciato a pranzo. Inoltre i suoi capelli erano ancora di quello strano colore. Un viola scuro, un viola che non aveva mai visto prima; almeno non su i suoi capelli.

Il giorno prima aveva inviato quella lettera alla sua Vic e non aveva ancora ricevuto risposta. Ma verso il tardo pomeriggio la piccola Lily aveva bussato alla sua porta con in mano una lettera. Dal colore e dallo stemma che la chiudeva, riconobbe subito il mittente. All'improvviso tutto ciò che lo aveva preoccupato si assopì immediatamente.

"Qualcuno ha sbagliato destinatario"

Lily agitò la lettera tra le mani e poi gliela passò con un grande sorriso sulle labbra.

"Finalmente"

Anche se non era passato molto da quando aveva inviato la sua lettera, Ted non poteva fare a meno di essere felice. Ma quando fece entrare Lily e le offrì la solita tazza di tè, la più piccola dei Potter inclinò la testa e lo guardò perplessa.

"Ted perché i tuoi capelli sono viola?"

Senza accorgersi il ragazzo si passò una mano nei capelli e poi fece spallucce.

"Non lo so, Lily"

"Mamma ci raccontò che spesso Ninfadora aveva i capelli di quel colore"

Ted lo sapeva, conosceva benissimo la particolarità di sua madre di cambiare spesso aspetto. E sapeva benissimo che il suo colore preferito era il viola o il rosa.

"Lei almeno sapeva gestire questa capacità, invece io sono spesso vittima dei miei stessi umori"

Lily bevve un sorso di tè e poi lo guardò con più attenzione.

"Secondo me questo dipende da tuo padre" Teddy la guardò per un lungo istante, che voleva dire?

"Da mio padre?"

"Sì Ted, hai capito bene!" esclamò Lily come se avesse trovato la soluzione ad un problema difficilissimo "Tuo padre non aveva nessun potere sulla sua licantropia, e a te capita lo stesso con la tua capacità di metamorfomagus"

Il ragionamento di Lily non sembrava sbagliato ma anzi aveva un senso. Effettivamente qualcosa dal padre avrebbe dovuta ereditarla.

"Sai Lily, forse non hai tutti i torti"

I suoi capelli cambiavano soprattutto in base al suo umore. Erano verdi quando era particolarmente agitato, blu quando era tranquillo, ma viola?

A cosa era dovuto quel colore?