Viaggi

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L'odore della pioggia invadeva la sua camera a causa della finestra che aveva sbadatamente lasciato aperta la sera precedente.
Ma a Teddy non dispiaceva.
La pioggia aveva come un potere purificatore, lavava via tutto ciò che c'era di triste e malinconico, tutto ciò che creava timore, che turbava, tutto ciò che rendeva insicuri e soprattutto puliva la strada per un nuovo cammino.
E quell'anno il suo sarebbe stato quello verso Hogwarts.

Quanti anni erano passati? Sette?
Forse anche dieci da quando aveva preso il suo M.A.G.O. ed era uscito da quella che per lui era stata una seconda casa.
La McGranitt gli aveva offerto fin da subito il ruolo di professore, ma Teddy voleva viaggiare, fare esperienza, conoscere qualcosa in più su suo padre Remus. Le storie che gli aveva raccontato lo zio Harry non gli erano bastate, Teddy aveva voluto andare più a fondo e perciò insieme alla sua dolce metà Vic aveva deciso di intraprendere quel viaggio.

Ma quei dieci anni servirono solo a fargli rendere conto di quanto fosse stato bello stare al fianco di Vic per così tanto tempo, portandoli infine a viversi la loro storia d'amore con tranquillità e felicità.

Era successo un mese prima.
Vic era in cucina, stava mettendo apposto dei vecchi piatti alquanto brutti, o questo era quello che ripeteva ogni sera a cena quando gli porgeva il suo piatto stracolmo di cibo "dovrei chiedere alla mamma un set di piatti nuovi, questi sono davvero orribili" Teddy scoppiava sempre a ridere, e le prometteva che un giorno avrebbero comprato il loro set di piatti preferito.
Quel giorno Teddy decise che avrebbe dovuto mantenere la promessa, così le sfiorò i fianchi delicatamente e avvicinò le labbra al suo orecchio "vuoi sposarmi Victorie Weasley?" le aveva semplicemente domandato.
Vic era rimasta immobile per qualche secondo, poi senza neanche pensarci si era girata verso di lui e l'aveva baciato come se non lo vedesse da anni.

"Sì, cento volte sì."

Ed ora si ritrovava nella sua stanza, con un matrimonio nel pieno dell'organizzazione e con un treno da prendere.
Se avesse voluto dare un futuro alla sua Vic, gli serviva un lavoro e così Teddy aveva deciso di chiedere una mano alla McGranitt che non aveva esitato nemmeno un secondo a dargli quel posto di lavoro.

Era da tutta l'estate che la McGranitt era alla ricerca di un supplente per il corso di Difesa Contro Le Arti Oscure, poiché il professore di ruolo aveva avuto un grosso problema familiare e per un anno non avrebbe potuto insegnare, quando Teddy aveva inviato quella lettera per la McGranitt sembrò un segno del destino"suo padre è stato un ottimo professore, malgrado il suo problema mensile... e lei è sempre stato un ottimo studente quindi averla qui signor Lupin è davvero un grande piacere per me."

Aveva così accettato quel posto da insegnante perché la paga gli sarebbe bastata per qualche anno, e questo gli permetteva di poter pagare sia il matrimonio che una casetta che aveva adocchiato qualche mese prima lungo la costa inglese.

E così avrebbe potuto vivere felicemente con l'unica donna che avesse mai davvero amato.

Victorie era perfetta.
I suoi lunghi capelli biondi profumavano di rose, la sua pelle bianca era liscia come il marmo, e i suoi occhi erano verdi come le increspature del mare.
Tante volte si era domandato perché avesse avuto così tanto successo con lei. I suoi capelli erano un vero e proprio casino. Continuavano a cambiare colore ogni volta che il suo stato d'animo prendeva una piega diversa. Sua nonna Andromeda gli aveva spiegato che aveva ereditato quella capacità dalla madre, ed era per questo che Teddy non era infastidito da quella sua facoltà. Era pur sempre qualcosa che lo legava alla madre.

Quella mattina per esempio erano di un forte verde scuro, e quando erano così vividi significava solo una cosa.

"Non essere preoccupato, Ted...andrà tutto bene."

La nonna Andromeda aveva come un sesto senso, capiva sempre come si sentisse e anche quella mattina quando era sceso per il caffè, era stata capace di capire subito che lui non era per nulla tranquillo.

"Non lo so... non credo durerò molto, insomma è la prima volta che faccio qualcosa del genere, non so se sarò davvero all'altezza."

"Invece lo sarai, Ted." Andromeda gli rivolse un sorriso rassicurante "C'è sempre una prima volta per tutto, devi solo superare il primo giorno." disse infine, porgendogli dei biscotti che aveva appena sfornato.

Ma Teddy non era così convinto. Insomma sapeva di essere una testa calda la maggior parte delle volte e non aveva mai paura di nulla, ma l'idea di dover confrontarsi con dei ragazzini lo preoccupava. Non si sentiva adatto a dover dare loro una guida che potesse condurli sulla strada giusta, più di una volta lui aveva svoltato per delle scorciatoie e aveva imparato che sono strade che non portano semplicemente alla meta desiderata con meno difficoltà ma che portano da tutta altra parte e a volte ti conducono fuori strada.

Cosa sarebbe riuscito ad insegnare ai suoi studenti? Di come fosse stato bello passare cinque anni in giro per l'Inghilterra con la donna che lo rendeva felice ogni giorno?

"Hai tante cose da poter insegnare a quei ragazzi, devi solo aver fiducia in te."

Ted buttò giù l'ultimo sorso di caffè, con titubanza.

"Devo andare, ma spero che andrà come hai detto tu nonna."

Andromeda gli sorrise di nuovo accarezzandogli una guancia.

"Andrà tutto bene, Ted."

Lo sapeva.
La nonna Andromeda gli aveva sempre portato una gran fortuna. Era sempre capace di capire quando una cosa era giusta o quando non era proprio adatta a lui, ma Teddy era sempre stato un tipo fuori dalle righe e non aveva mai seguito nessuno dei suggerimenti della nonna ed infatti molte volte si era trovato nei guai, ma aveva sempre imparato qualcosa ogni volta e la maggior parte delle volte aveva imparato a fidarsi di lei.

Perciò prese la sua valigia ed uscì di casa il più in fretta possibile, c'era un treno che lo attendeva alla stazione di King's Cross, al binario nove e tre quarti.

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