Gufi

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Così era arrivato Dicembre, con la sua neve, con la sua aria natalizia e con i continui gufi che soprattutto in quell'ultimo periodo avevano invaso il suo ufficio giorno e notte.

Ted non aveva letto nessuna di quelle lettere, le aveva tutte bruciate. Non voleva avere contatti con nessuno, e da quando aveva cominciato quella strana relazione con Calypso Dolohov, non voleva sapere neanche più nulla di Victorie.

La sua Vic.

Lily continuava ad evitarlo e con grande fastidio notava che passava sempre più tempo con Erik Goldestein.

Più di una volta la McGranitt era passata a trovarlo, e aveva dovuto fingere di stare bene, che non aveva bisogno di nulla, e che ogni giorno sperava che Vic si potesse svegliare.

Ma tutto ciò che provava non era altro che rabbia e frustrazione, se non fosse stato per i grandi occhi scuri di Calypso, i loro continui scontri e i baci mozzafiato che non riuscivano ad evitare alla fine di quelle litigate, sarebbe impazzito completamente. E sospettava che la McGranitt lo avesse capito, lo notava dal suo sguardo ogni volta che si incrociavano nei corridoi o quelle poche volte che andava nella Sala Grande.

Ma non gli importava.

Da quando Vic era ferma in quel letto di ospedale e aveva scoperto che forse, al suo risveglio, non avrebbe più ricordato gli ultimi anni passati insieme, Ted non aveva più a cuore nulla.

Neanche insegnare era più così importante. Cosa avrebbe dovuto insegnare a quei ragazzini, se la sua futura sposa era stata messa k.o da una stupida auto babbana?

"Professore, questa credo che sia per lei" una ragazza dei Tassorosso, una certa Rebecca Smith del quinto anno, aveva bussato alla sua porta e gli stava porgendo una lettera.

Stava per dirle di buttarla o bruciarla, quando il colore della ceralacca che la chiudeva attirò la sua attenzione.

"Grazie Smith, buona serata"

"Anche a lei, professore" rispose la piccola Tassorosso con sguardo poco convinto "Ma non ci spererei..." la sentì infatti brontolare mentre usciva dal suo ufficio.

Ted non le diede molto retta, iniziò a strappare la carta della lettera e quando si rese conto di quello che aveva letto, scoppiò a ridere di gioia, quella Smith era davvero una gran simpaticona.

Non rideva così da settimane, in realtà credeva che non gli fosse più possibile farlo, ma come aveva fatto a dimenticare il sapore di una sana risata come quella? Come aveva fatto a dimenticare cosa si provava ad essere felici?

Lily.

Doveva assolutamente trovarla.

In un baleno correva per i lunghi e grandi corridoi del castello, e quando vide una chioma rossa correre nella sua direzione, con gli occhi castani che brillavano e il sorriso più bello che potesse sfoderare, non ci fu bisogno neanche di parlare.

Vic era sveglia. E si ricordava tutto.

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