Immobile

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Con sua grande meraviglia era riuscito a sopravvivere al suo primo giorno di lavoro. Fece quindi un bel sospiro, mise le braccia dietro la testa e cominciò a dondolarsi sulla sedia del suo ufficio pensando a cosa scrivere nella lettera che avrebbe inviato il giorno dopo alla sua Vic.
Era abituato a non vederla tutti giorni, e molto probabilmente il primo mese sarebbe stato tranquillo, ma quando sarebbero passati due, tre e quattro mesi, sapeva che si sarebbe distrutto ogni notte perché lei non era lì con lui.
Lo aveva accompagnato lei alla stazione qualche giorno prima. Aveva lasciato i capelli sciolti come piacevano a lui, e aveva messo quel vestito a fiori che gli aveva regalato per il compleanno. Ogni giorno che passava Victorie diventava una bellissima donna, e lui continuava a chiedersi perché lo avesse scelto.

"Disturbo?"

Una testa rossa comparve da uno spiraglio della sua porta e riconobbe subito il viso identico a quello della zia Ginny.

"Lily!" esclamò Ted alzandosi e abbracciando la piccola amica "Da quanto tempo! Non sono riuscito a trovarti in questi due giorni, dove eri finita?"

"Il castello è davvero più grande di quello che pensavo." rispose ironicamente la piccola Lily provocando un leggero sorriso di Ted "Come va? A casa si è venuto a sapere che tu e Vic vi siete decisi!"

Ted arrossì leggermente e poi le fece segno di sedersi pure sulla sedia posta davanti la sua scrivania.

"Sì, finalmente ho trovato il giorno perfetto per chiederle di diventare per sempre mia." Ted le fece l'occhiolino e poi le passò una tazza di tè ancora calda.

"Erano anni che speravo che succedesse, Ted-" Lily si portò istintivamente una mano alla bocca "Posso ancora chiamarti Teddy?"

"Solo in privato, a quanto pare..." la rassicurò sorridendole.

"La mamma dice che sei uno stupido Ted, e che avresti dovuto accettare il loro aiuto." Teddy alzò gli occhi al cielo mentre Lily lo prendeva in giro per quella storia.

"Non voglio iniziare una nuova vita a spese di altri, voglio dimostrare a Vic che sposerà un uomo in grado di garantirle sempre un futuro."

Lily lo guardava con un grande sorriso sulle labbra e quando Ted finì di darle la sua spiegazione, beve un grande sorso di tè.

"Teddy non mi devi dire quello che già conosco."

Lily era sempre stata così sicura con lui, era stata sempre la prima a credere in lui e aveva una grande fiducia nelle sue azioni. Lo aveva sempre incoraggiato anche quando era ancora una bambina, lei giustificava ogni sua sbagliata azione, ogni suo strano comportamento, ogni sua bizzarra idea. Lei c'era sempre stata.

"Grazie."

"Per cosa?" chiese ingenuamente mentre beveva l'ultimo sorso.

"Perché ci sei sempre."

Lily sorrise e poi si alzò per dargli uno di quegli abbracci che gli dava sempre da bambina, e anche se adesso era grande quegli abbracci non avevano perso il loro valore.

"Adesso fammi vedere il resto del tuo ufficio, Ted."

"Va bene. Seguimi" Ted la prese quindi per mano e la scortò fino alla sua stanza, conosceva fin troppo bene Lily e sapeva che avrebbe voluto frugare nelle sue cose come aveva sempre fatto fin da piccola.

"Un po' piccola, non trovi?" Lily era sempre stata difficile da accontentare, quindi Ted non si sorprese affatto di quel commento.
Piuttosto si sedette sul suo letto e lasciò che Lily mettesse a soqquadro la sua stanza come ogni volta. Almeno qualcosa della sua vecchia vita voleva che rimanesse sempre la stessa, anche se il posto era diverso.

Fuori era una bella serata e l'ora di cena sembrava passata da un pezzo, ma Ted era troppo preso dalla bellezza del tramonto e di come fosse così bello il Platano Picchiatore quando muoveva i suoi rami nel momento in cui qualcosa lo sfiorava. Aveva sempre amato quell'albero proprio perché era cosi violentemente vivo. All'improvviso un fascio blu lo colpì e lui rimase immobile, e poi vide qualcuno sparire dentro una delle sue fessure.

"Lily..." la giovane strega mugugnò qualcosa "Vieni un attimo qui." le chiese quindi esplicitamente.

"Che succede?" chiese avvicinandosi anche lei alla finestra.

"Credo di aver visto qualcuno entrare nel Platano... anzi lo ha prima immobilizzato e poi è sparito al suo interno." le spiegò indicandole l'albero "Devo avvertire la McGranitt." aggiunse infine.

"Non credo sia necessario, Teddy."risolse il problema Lily, ritornando a curiosare fra i suoi libri.

"Non credevo dovessimo imparare tutte quest-"

"Lily!" la richiamò Ted spazientito"Qualcuno ha appena mobilizzato il Platano Picchiatore, devo andare dalla McGranitt."

Lily chiuse il libro che aveva tra le mani e poi sbuffò sonoramente, alzando gli occhi al cielo.

"Ted stai tranquillo, non preoccuparti, e non avvisare nessuno... Non è la prima volta che il Platano viene immobilizzato."

"Lily non scherzare, per favor-" la interruppe quasi subito, portandosi le mani al volto.

"Ma io non sto giocando, Ted." rispose offesa Lily "Sono anni che qualcuno immobilizza il Platano, alcuni prefetti e perfino il capo-scuola hanno riferito questo strano fenomeno alla McGranitt una marea di volte, ma lei ha sempre risposto che fosse tutto apposto. Sarebbe tempo perso."

"Che significa? Che la McGranitt nasconde qualcosa?" chiese Ted ormai rassegnato.

"O qualcuno." lo corresse Lily prima di salutarlo e lasciarlo da solo con quell'unico pensiero.

Quale segreto si celava dietro il Platano Picchiatore?

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