Piccoli Passi

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"Come va?"

Non aveva idea di come fosse arrivato lì, su quella vecchia poltrona impolverata, ma riconobbe velocemente la voce profonda della Dolohov.

Teddy aprì gli occhi e cercò di sistemarsi meglio sulla poltrona, ma sentì un dolore lancinante al braccio.

"Stia attento..." Calypso si era sporta in avanti per aiutarlo a sistemarsi, e quando Teddy alzò gli occhi ed incrociò i suoi, rivide quelle fiamme che rendevano la Dolohov più viva.

"Cosa... cosa è successo?"

"La luna piena" rispose serafica Calypso ma senza guardarlo negli occhi, ma prima che Teddy potesse aggiungere qualcosa la giovane Serpeverde alzò la testa e fissò lo sguardo su di lui.

"Perché è venuto qui? Sarebbe potuto morire..." per la prima volta, il tono di voce di quella ragazzina era carico di sincere emozioni.

Ted la guardò stupito, incredulo e soddisfatto che Calypso avesse smentito quella sua apparente disumanità ma poi gli venne alla mente Lily e quello che, la sera prima, gli aveva riferito.

"E cosa sarebbe importato? Ormai la mia Vic potrebbe morire da un momento all'altro..."

Trattenne le lacrime, perché l'amarezza era più forte, il sapore della perdita era così forte che sarebbe potuto svenire, ma il dolore al braccio era così forte - nonostante Calypso avesse bloccato l'emorragia -che lo costringeva a rimanere sveglio e vivo.

"Come può dire una cosa del genere?" Calypso si era alzata in piedi e lo guardava male "Che ne sa lei di cosa sia meglio tra la vita e la morte? Mi creda lei non sa minimamente cosa sta affermando! Battute del genere potrebbero far soffrire se dette alle persone sbagliate!"

La Dolohov era solo in quei momenti che riusciva a far uscire quello che teneva segretamente nascosto dentro di sé, era in quei momenti in cui i suoi occhi lo trafiggevano in quel modo che prendeva vita e si accendeva come se fosse fuoco. Ma Ted non diede retta alle sue parole, in quel momento non voleva sentire nulla, tanto meno la predica di una ragazzina.

"Mi creda signorina Dolohov, io so di cosa parlo e in questo momento non ho bisogno di rimproveri..."alla fine si era alzato anche Ted , l'aria cominciava a farsi tesa "Ho solo bisogno di capire perché tra tutte le persone è dovuto succedere alla mia Vic, perché non a me?"

"Lei sta cercando qualcosa di impossibile, e continua a non dare peso alle parole..." Calypso lo guardava ancora con quegli occhi pieni di rabbia ma almeno, sotto quella luce, sembrava più umana, più raggiungibile.

"Come pretendi che sia lucido, Calypso?" Ted la guardò dritto negli occhi e giurò che per un attimo qualcosa la fece tremare "L'amore della mia vita è in coma! E forse non si sveglierà mai più..."

"Mi dispiace che Victorie sia ridotta così, nessuno meriterebbe ciò che le è capitato - qualunque cosa sia - ma non merita neanche di svegliarsi e non trovare più l'uomo che ama al suo fianco... sarebbe crudele"

Non ricordava quando Calypso era uscita, ma aveva stampate in mente quelle sue ultime parole. Anche quando si trascinò fino all'infermeria, e si fece curare la ferita al braccio, anche quando Lily si fece trovare seduta ad un banco della sua aula e piansero insieme per Vic, e anche quando la McGranitt gli diede qualche giorno di permesso per andare al San Mungo da Vic.

Non si dimenticò di quelle parole, neanche quando fu salito sul treno e viaggiò in quella notte solitaria diretto da quello che aveva sempre creduto l'amore della sua vita.

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