Pensieri

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"Cara Vic,
è passata solo qualche settimana eppure la mancanza che ho di te continua ad aumentare. Credevo che Hogwarts mi avrebbe riempito così tanto le giornate che non avrei avuto tempo di provare mancanza. D'altronde come si può provare nostalgia quando si è nella propria casa? A quanto pare, ho constatato che l'unico posto che posso chiamare effettivamente casa e solo quando sono con te. Cara Vic, sono stati giorni strani questi ultimi. Ho scoperto qualcosa -di cui ora non posso scriverti- che mi tocca particolarmente. I miei capelli non cambiano colore da più di una settimana, ed io non capisco a cosa sia dovuto. Spero che tu, invece, stia affrontando meglio questa lontananza.
A presto, tuo Ted."

Legò la lettera alla zampa del gufo e poi lo guardò allontanarsi. Sperava che fosse uno dei più veloci, aveva necessità di leggere un'altra lettera di Vic e di sapere quali fossero le sue impressioni.

Era inizio ottobre e i suoi capelli erano sempre viola. Non sopportava più quel colore, era abituato a cambiarlo spesso e gli piaceva. Era ciò che lo rendeva speciale. Invece, adesso, rimanevano sempre di quel colore scuro e indefinito. Quel viola non lo aveva mai visto in tutta la sua vita.

Stava scendendo le scale della Guferia, mentre pensava a quelle cose, quando si scontrò con una ragazza. Fece in tempo a bloccarla per le spalle che quasi sarebbe caduta giù lungo la ripida scalinata.

"Tutto bene?" chiese Teddy subito dopo averla lasciata andare e cercando di guardarla in volto.

Ma la giovane ragazza non disse nulla, piuttosto alzò lo sguardo, lo fissò nei suoi grandi occhi scuri e lo sorpassò senza proferire parola.

Teddy ingoiò la saliva perché ogni volta lo sguardo di Calypso Dolohov gli lasciava addosso una strana sensazione. Rimase, infatti, immobile a guardarla mentre entrava nella torre e scompariva tra la moltitudine di volatili.

Oltre alle lezioni, la Dolohov si rendeva completamente invisibile ai suoi occhi. Non la vedeva mai in giro per i corridoi e tanto meno nella Sala Grande. Teddy era curioso di sapere dove si nascondesse.

"Professor Lupin!" una voce squillante lo fece trasalire all'improvviso.

"Oh signorina Lock, è lei!"

Ted si portò una mano al petto, quasi sarebbe potuto morire di infarto. La Lock era davvero troppo esuberante.

"Cosa ci fa qui?" le chiese lei con tono fin troppo manceroso.

"Beh, inviavo una lettera alla mia futura sposa" Vanessa lo guardò dapprima con sguardo perplesso e deluso, ma poi la linea sottile delle sue labbra si aprì in un enorme sorriso.

"Congratulazioni!" esclamò Vanessa "Ma non è un po' troppo giovane?" chiese subito dopo.

Teddy pensava che non ci fosse un'età per innamorarsi e tanto meno, finché si era maggiorenni, non c'era un'età neanche per sposarsi. Ed era ciò che stava rispondendo alla Lock se non si fosse distratto nel notare Calypso Dolohov sorpassarli e scendere le scale con molta fretta.

Non si ricordava neanche di aver saluto la giovane Corvonero, quando in tutta fretta era corso di nuovo alla volta della Dolohov. Rammentava solo che la Lock gli avesse urlato qualcosa su dove stesse andando e a dire il vero non lo sapeva neanche lui perché la Dolohov era già sparita tra la moltitudine di corridoi di Hogwarts.

Perché voleva parlare con quella ragazza? Con la sua solita tazza di tè e la Gazzetta del Profeta davanti, era questo a ciò che stava pensando da diverse ore Ted. Fuori era già buio, l'ora di cena passata da un pezzo e la luna era quasi del tutto piena. Forse era quello il motivo. La luna sarebbe stata piena tra qualche giorno e aveva come la sensazione che quella volta sarebbe successo qualcosa.

Quella sera il tempo non era dei migliori, alcune gocce di pioggia stavano cominciando ad inumidire le grande vetrate del suo ufficio. Ted si avvicinò, le mani nella tasca dei jeans, e un espressione un po' assorta sul volto. Ma soprattutto notò con stupore che, dal riflesso sulla finestra, i suoi capelli sembravano più scuri.

Ted si avvicinò subito alla scrivania e prese uno specchio da uno dei cassetti.

Toc, toc

Avevano bussato alla porta e non aveva avuto il tempo di capire cosa fosse successo ai suoi capelli. Ma quando aprì rimase senza parole.

"Signorina Dolohov, cosa ci fa qui?"

Calypso indossava la solita divisa, aveva i lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle, gli occhi neri e spenti che lo guardavano con poco interesse e una lettera nella mano destra.

"Credo che questa sia sua"

Ted afferrò la lettera che la studentessa le stava porgendo e riconobbe subito lo stemma di Vic.

"Come..." come era possibile che lei avesse una lettera di Vic?

"Evidentemente ha dimenticato che non tutti i gufi sono della scuola"

"Beh, starò più attento la prossima volta" Ted cercò di sorriderle ma lei era estremamente assente da ogni tipo di comunicazione. Sembrava che ne fosse totalmente estranea e che non fosse poi una cosa così indispensabile se non in stretta necessità.

"Buonanotte" fu comunque la sua fredda risposta, prima di dargli le spalle e andarsene ma Ted, preso da chissà quale impeto, la bloccò per un braccio.

"Dolohov aspetti un momento" Ted la teneva ancora per il braccio e Calypso lo stava guardando accigliata.

"Mi lasci andare" disse subito dopo e, come se avesse preso la scossa, Teddy lasciò il braccio.

"Mi scusi ma avevo urgenza di parlarle"

"Non credo ce ne sia il bisogno" rispose con troppa velocità la ragazza. E di nuovo Teddy intravide quella scintilla di vita nei suoi occhi scuri più di una notte tempestosa.

"Ne ho bisogno io, però"

La piccola scintilla che Ted aveva intravisto non dava segni di andarsene, e pensò quindi che avrebbe dovuto approfittare di quel momento prima che Calypso avesse alzato il muro che la circondava costantemente.

"Mi dispiace non essere stato in grado di aiutarti quella notte ma manterò il
tuo segreto" Ted non perse tempo anche se sapeva che alla giovane Serpeverde quelle parole poco importavano "Anche se la McGranitt non sarebbe d'accordo, ci tenevo ad essere d'aiuto nel caso avessi avuto bisogno di qualcuno".

"Non ho bisogno di nessuno." le rispose però Calypso prima di scappare via per evitare che il professor Lupin potesse trattenerla con qualche altra parola di commiserazione. Non se ne faceva niente dell'aiuto degli altri, tanto meno da un novellino come Teddy Lupin.

"Calypso! Aspetta!" ma la Dolohov era già andata via, Ted rientrò nell'ufficio e chiuse la porta abbattuto. Appoggiò la lettera sulla scrivania e poi si sedette pensieroso e affranto. Lì c'era ancora lo specchio, all'improvviso si ricordò e lo portò all'altezza del volto.

I suoi capelli erano diventati neri.

CalypsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora