Capitolo 39

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Harry

Erin si svegliò di buon umore. Era più sorridente del solito e mi rese felice. Preparò la colazione con molta allegria, ruppe qualche piatto ma cucinò i migliori pancake che io abbia mai mangiato. Mi dette un bacio pieno d'amore, credetti per un attimo che andammo oltre ma lei mi "dipinse" la bocca con la crema per fare la pasta dei pancake.

-Sembri Niall quando mangia- mi disse ridendo. Per vendetta la baciai così che si sporcasse anche lei. Scherzammo e ridemmo insieme finché non sentimmo Kevin piangere. Andò a prenderlo, io cominciai a preparargli il latte e finii di preparare i pancake per Erin e Lily. Scese le scale, tenne Kevin in braccio e mi sorrise.

-C'è papà!- prese la piccola mano di Kevin e la agitò. Kevin sorrise e accennò una piccola risata. Erin sorrise e diede un bacio sulla guancia paffuta del bambino. Sorrisi, continuai a fare il latte e non mi accorsi che Erin mise il bambino nello seggiolone.
Quando Lily si svegliò facemmo tutti colazione, Kevin mangiò i suoi soliti omogenizzati di frutta e noi mangiammo i meravigliosi pancake di Erin. Eravamo una famiglia, peccato che mancava il nostro Simon e non eravamo al completo.

***

Toccò ad Erin ad andare da Simon quel giorno. Dopo colazione, si fece una doccia, si vestì a partì per andare da lui. Io rimasi a casa con i bambini e decisi di passare del tempo con loro, soprattutto perché dopo il matrimonio di Niall sarei partito per il tour e non li avrei visti spesso. Lily volle disegnare, così ci mettemmo in soggiorno, prendemmo dei fogli e cominciammo le nostre opere. Disegnai la nostra famiglia, per quello che riuscii a fare, ci tenemmo per mano e sorridemmo. Lei disegnò il nostro cane e Simon che lo teneva al guinzaglio.

-E' proprio bello tesoro! Quando andiamo da lui glielo porteremo, okay?- le diedi un bacio sulla testa e la feci sedere in messo alle mie gambe incrociate.

-Quando tornerà a casa?- dal suo tono di voce capii che era triste e che voleva a tutti i costi vedere Simon.

-Presto...- rassicurai e le diedi un altro bacio. Improvvisamente Kevin cominciò a piangere, mi diressi verso il suo box e lo presi in braccio -Hey campione! Perché piangi?- cominciai a muovermi per la stanza e cercai di calmarlo.

-Perché piange?- domandò Lily indicando il bambino.

-Ehm...non lo so tesoro, perché non provi a chiederglielo?- scherzai e lei rise. Dopo quella che sembrò un'eternità Kevin si addormentò. Lo tenni in braccio un altro po', poi lo rimisi dentro il box e sperai con tutto il cuore che non ri risvegliasse.
Ritornai sul tappeto con Lily e la guardai disegnare.

-Qual'è il tuo lavoro?- domandò Lily.

-Ehm...io canto- le sorrisi e l'attirai a me per metterla sulle mie gambe.

-Ti piace?- si accoccolò sul mio petto e giocò con la collana che portavo al collo.

-Certo...mi piace quello che faccio- cercai di tralasciare il pezzo in cui, per fare il mio lavoro, dovevo stare lontano da casa per un po' di tempo.
Mi diede un bacio sulla guancia e mi abbracciò forte.

-Ti voglio bene papà- la abbracciai forte e le diedi dei baci su tutta la faccia.

-Ti amo anch'io principessa- sorrise e lei ne approfittò per toccare le mie fossette con l'indice. Era uguale a sua madre. Due gocce d'acqua. Non vedevo l'ora di sapere di che sesso erano i gemelli che Erin portava in grembo. Forse erano due femmine, potevamo chiamarla Mya e Darcy, oppure erano due maschi e potevamo chiamarli Tyler e Jackson. Dovevamo ancora parlare sul fatto di voler mantenere il sesso segreto oppure scoprirlo intorno al quinto o sesto mese.
Ad interrompere il momento tra me e la mia bambina fu il campanello di casa che suonò.

-Aspetta qui- dissi alla bambina e andai ad aprire la porta -E tu cosa ci fai qui?- davanti a me si presentò la figura più disgustosa del mondo. Taylor.

-Oh...ciao Harry- sul suo viso comparve un piccolo sorriso ma notai che i suoi occhi erano rossi. Aveva pianto.

-Ehm...se sei qui per chiedermi di tornare con te sappi che non lo farò e che puoi andartene-

-No!- disse prima che chiudessi la porta -Non sono qui per te...si tratta di Erin- quando disse quel nome mi paralizzai. Cosa le è successo? Perché è venuta qui? Cominciai a pensare. La feci entrare e Lily, appena la vide, si alzò velocemente e venne verso di me.

-Papà perché lei è qui?!- sembrava spaventata ma la rassicurai dicendole che dovevamo solo parlare di una cosa e che non avrebbe fatto niente. Le sussurrai di andare nella mia camera da letto e di guardare i cartoni animati, ubbidì.
Amava guardare i cartoni nel mio letto matrimoniale.

-Allora...perché sei qui?- chiesi cercando di andare subito al sodo.

-Prima che cominci...volevo scusarmi per come mi sono comportata. Ho cercato in tutti i modi di separarti da lei perché ti volevo e so che non mi perdonerete mai. Ma sappiate che non sarò più un ostacolo per voi, perché ho incontrato una persona spettacolare che mi ha cambiata e che mi ama...e anch'io lo amo- parlava con il cuore. Non sapevo cosa dire.

-Perché sei qui?- domandai come se non avessi sentito il suo discorso iniziale.

-Okay...ehm...i-io non so come spiegarlo...perché l'ho scoperto solo ieri e-

-Parla- ordinai.

-Va bene- prese un respiro profondo -m-mio padre, dopo la mia nascita, iniziò una relazione con un'altra donna, che durò quattro anni...- i suoi occhi cominciarono ad inumidirsi -da questa donna ebbe due figlie e, siccome mio padre non le considerò affatto, obbligò questa donna ad abbandonarle entrambe- cercai di capire quello che volle dirmi ma non ci riuscii -la prima bambina che ebbe...fu abbandonata davanti alla chiesa dove fu abbandonata Erin- una lacrime scese lungo la sua guancia.
Capii. Non poteva essere. Erin era un angelo del paradiso e Taylor sembrava una serva del diavolo come potevano essere...

-P-Potresti spiegarti meglio?- cercai di farle rivelare tutta la verità.

-La bambina fu abbandonata nello stesso luogo dove fu abbandonata Erin e nel suo stesso anno di nascita- sputò cominciando a piangere.

-Quindi vorresti dire che...-

-Erin è la mia sorellastra!-

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