Capitolo 43

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Erin

Lily e Kevin vollero passare la giornata con Gemma e con il suo nuovo fidanzato, Phil. Ce lo fece conoscere quella mattina, quando venne a farci visita. Mi risultò un ragazzo simpatico, pieno di qualità, intelligente e soprattutto molto romantico nei confronti di Gemma. Raccontarono che si conobbero in Francia, lei andò lì per una vacanza e lui per un viaggio di lavoro, vicino alla Torre Eiffel. Lui aveva i capelli rossi, pelle chiara, il viso ricoperto da leggere lentiggini e un accenno di barba color rame intorno alla bocca. Gemma raccontò che s'innamorò all'istante dei suoi occhi color oceano, e capii che si era innamorata veramente. Dissero che vollero portare i bambini a vedere l'acquario, io ed Harry acconsentimmo. Chiamammo Louis ed Eleanor per chiedere loro di andare da Simon, e loro accettarono.

Io ed Harry avevamo la giornata libera. Non volevo penare a niente. A nulla. Neanche a Liam. Solo a lui.

Eravamo sul divano, io a cavalcioni su di lui e ci stavamo baciando con foga. Le sue mani vagarono sotto la mia maglietta e il contatto con i suoi anelli mi fece rabbrividire. La sua lingua esplorava la mia bocca, la mia la sua e le mie mani toccarono e massaggiarono i suoi ricci perfetti. Mi attirò di più a se e fece muovere i miei fianchi. Si staccò dalle mie labbra e cominciò a baciarmi il collo con passione.

-Harry...- gemetti. Lo attirai di più a me, facendogli capire che volevo di più e cominciò a massaggiare il mio fondo schiena.

-Sei perfetta- sussurrò sul mio collo -ormai non abbiamo tempo per noi due- cominciai a sbottonargli la camicia. Passò dal baciarmi il collo al baciare la clavicole, le sue labbra entrarono a contatto con la mia pelle e dovetti resistere all'impulso di fare sesso sul divano.

-Continua...- ansimai. Tenni gli occhi chiusi per assaporare di più la passione che c'era tra di noi, il fuoco che bruciava dentro i nostri corpi e i cuori che battevano all'impazzata, che quasi uscirono dai nostri petti. Gli tolsi l camicia per poter ammirare il suo petto pieno di inchiostro dei tatuaggi, diedi un bacio su una delle rondini che aveva sulle clavicole e salii fino ad arrivare alle sue morbide labbra. Sentimmo il suono del suo cellulare, lui non volle staccarsi e di certo non l'avevo fatto io.

-Harry...devi rispondere- ansimai mentre mi baciava il collo. Senza staccare le sue labbra dalla mia pelle, tastò il tavolino vicino al divano e trovò il telefono. Si staccò e, dopo avermi dato un ultimo bacio, rispose.

-Pronto?- mi guardò e io sorrisi -sì...ehm, okay...uhm...potremmo vederci questo pomeriggio? In questo momento sarei impegnato- mi fece l'occhiolino e dovetti trattenere una risata.

-D'accordo...la ringrazio- riattacca e, senza aggiungere altro, ricominciò a baciarmi.

-Harry- lo richiamai senza staccare le nostre labbra -chi era?- lo staccai di malavoglia e lo guardai.

-La segretaria della modest...sta chiamando tutti quanti perché Paul e Simon hanno richiesto una riunione urgente- spiegò.

-Oh...- abbassai lo sguardo.

-C'è qualche problema?- mi sollevò il mento con due dita, e mi costrinse a guardarlo.

-Il fatto che presto ricomincerai a lavorare...è...è come sapere che una parte di te ti sta lasciando. Ho paura che te ne andrai e che mi lascerai da sola- confessai. La mancanza di Harry mi faceva soffrire. Non fu facile per tre anni, dimenticarsi di lui, della sua persona e del suo essere. La mattina mi svegliavo, credendo che lui era al mio fianco, ma quando mi giravo quella parte del letto era vuota. Era vuota come lo era metà del mio cuore.
Mi baciò sulle labbra, fece accostare le nostre fronti e i nostri nasi si sfiorarono.

-Io non ti lascerò mai...ho una priorità che m'impedisce di allontanarmi da te- ridacchiò.

-Ah sì? E quale sarebbe? Non mi pare di avere una fede al dito- ironizzai baciandogli una fossetta.

-Non mi serve un anello per esprimere quanto ti amo...anzi mi servirebbero intere gioiellerie- ridemmo e mi attirò di più a se -la priorità sono i nostri figli...non posso abbandonarti sapendo che hai cinque figli, e tu non puoi fare lo stresso- sorrisi e lo baciai.

***

-Quel medico ti stava guardando il seno!- risi ancora di più. Dopo la mattinata con Harry, lui andò da sua madre per sistemare alcune faccende ed io chiamai Rachel per metterci d'accordo sull'orario per andare a fare il test del DNA. Andammo in ospedale, ci prelevarono il sangue e poi tornammo a casa. Ci dissero che i risultati sarebbero arrivati entro due giorni e noi non vedevamo l'ora di scoprirli. Ero sicura che era mia sorella e non avevo bisogno di pezzi di carta che lo dimostrassero, ma non volevo avere dubbi.

-Non è affatto vero!- buttò la testa all'indietro per le risate -avrò anche diciotto anni, ma non sono stupida!- mi lanciò un cuscino del divano. Lo schiavi per poco, mi precipitai su di lei e le feci il solletico.

-No!...Ti prego fermati!- rise seguita da me. Smisi di farle il solletico, mi sedetti con le gambe incrociate e cercai di calmare il mio respiro.

-Come stanno andando le cose?- chiesi tanto per chiacchierare.

-Oh...ehm...bene, a parte il fatto che mio padre, è dovuto partire per l'America-

-Per quale motivo?- chiesi incuriosita. Non mi aveva mai raccontato dei suoi genitori. Sapevo i loro nomi, la loro provenienza ma non sapevo cosa facevano nella vita.

-Principalmente per lavoro...gli ho chiesto se per il giorno dei risultati ci sarebbe stato, ma lui non mi ha assicurato niente- abbassò lo sguardo e io andai ad abbracciarla.

-Sarà il giorno più bello di sempre...perché sono sicura, Rachel. Tu sei mia sorella- le sorrisi. Si allontanò leggermente da me e mi guardò sbalordita.

-Come fai ad esserne sicura?...insomma, potrei essere una fan del tuo fidanzato che si è finta tua sorella, perché vuole provarsi con lui- ridacchiò.

-E' impossibile- scossi la testa e risi -una fan non sa che la mia colazione preferita sono pancake e fragole-

-Giusto!- scoppiò a ridere.

-Sul serio- tornai seria -ehm...mio padre, che poi sarebbe un prete- ridacchiai -mi ha sempre detto che, riconoscerò una persona importante quando al solo sentire la sua voce, sentirò il mio petto battere forte. Io ti ho sentita, ascoltata e capita. Abbiamo molte cose in comune, ci somigliamo tantissimo, sia fisicamente che mentalmente e io sono convinta, anzi...convintissima che tu sei mia sorella- le sorrisi -Ne sono sicura-

-Ti voglio bene, Erin- disse lacrimando per l'emozione.

-Te ne voglio anche io-

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