Capitolo 76

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Harry

Il viaggio era stato lungo e faticoso, anche se avevo dormito tutto il tempo. Il tempo sembrava non passare mai, i sedili erano scomodi e il pullman non aveva fatto altro che muoversi e muoversi, senza nemmeno fermarsi per fare benzina. Il solo pensiero che, una volta sceso, dovevo andare direttamente nel luogo dove si sarebbe tenuto il concerto mi faceva stare male. Non avrei riposato nemmeno un secondo su un normale letto, non avrei potuto pomiciare con la mia ragazza come si doveva e non avrei potuto stare con i miei figli come un normale padre avrebbe fatto.

Amavo fare i concerti, cantare e divertirmi con i ragazzi, ma se significava trascurare la mia famiglia allora ci rinunciavo. Avrei voluto dire ad Erin di venire con me, magari i bambini si sarebbero divertiti, ma ero sicuro che sarebbero crollati appena entrati nella camera dell'hotel.

Mi faceva stare male il fatto di non aver festeggiato il compleanno di Erin. Lei si meritava un buon compleanno da ventiduenne, ma il destino era contro di me quel giorno. Avrei voluto portarla in un posto romantico, festeggiare con i bambini oppure, se avrebbe voluto, festeggiare con tutti i ragazzi. Lei non era una persona che amava i compleanni, aveva adorato solo il suo diciottesimo compleanno, perché era un evento importante, ma del resto non le importava granché.

-Dannazione! Ci sono troppi giornalisti!- disse Kate. Il pullman stava tentando di parcheggiare davanti all'entrata dell'hotel, in modo tale da non affrontare molti giornalisti, ma la faccenda era piuttosto complicata.

Erin stava cercando di far smettere di piangere il bambino. Stava piangendo da più di dieci minuto, riuscivo a capire il perché, dato che eravamo in viaggio da molto tempo, e la cosa non mi preoccupava affatto. Dopotutto avrei pianto anche io dopo così tanto tempo su quel coso -Kevin è già agitato, se vado fuori cominceranno con le foto e...-

-Tranquilla, ti aiutiamo noi- intervenne Liam.

Simon e Lily stavano salutando allegramente fuori i giornalisti che avevano gli obbiettivi delle fotocamere puntate sulle finestre, ma l'unica cosa che non sapevano era che le finestre erano oscurate. Si poteva vedere fuori, ma non si poteva vedere dentro. Ai giornalisti non importava, importava solo avere una foto del pullman su cui viaggiavano i One Direction e quindi non avevo problemi se i bambini erano davanti alle fotocamere.

-Okay, scenderemo con cautela. Liam tu aiuterai Erin e starai attento a Kevin. Harry, voglio che tu copra Lily e che Niall sia dietro di te con Simon. Louis tu provvederai a fare da scudo a Kate. Non fermatevi per nessun motivo al mondo, andate dritti dentro l'hotel e aspettatemi, tutto chiaro?- indicò Paul. Era venuto con noi in tour per sorvegliarci e la cosa non mi piaceva affatto. E' troppo autoritario!

Annuimmo semplicemente alla sua domanda. Il pullman si fermò e da lì iniziarono le vere preoccupazioni.

Mi preparai per primo -Vieni qui, amore- presi Lily in braccio e la coprii bene con la sua giacca. Lei affondò il viso nel mio collo e restò ferma.

-Siete tutti pronti?- domandò Paul un'ultima volta.

-Sì- rispose Niall. Vidi Erin leggermente preoccupata, ma non ci badai molto dato che dovevamo uscire in fretta.

-Okay, apri la porta- ordinò Paul all'autista. Lui fece ciò che gli venne ordinato. Le guardie allontanavano i giornalisti per farci passare, i flash aiutavano il sole a non farmi vedere niente e il direttore dell'hotel era davanti alle porte per accoglierci.

Sistemai Lily un'ultima volta e scesi gli scalini.

-Harry potresti rispondere a qualche domanda?!-

-Harry facci vedere la bambina!-

-Una foto con tua figlia!-

Le loro voci occupavano le mie orecchie, il click delle macchine fotografiche era insopportabile e i flash accecanti mi coprivano la vista. Con passo veloce andai verso l'entrata, il direttore aprì la porta e mi salutò con un cenno del capo. Varcai la soglia, feci un respiro profondo e tolsi la giacca da sopra la mia bambina. Lily sollevò la testa e si tolse i capelli scompigliati dalla faccia.

-Sono persone buone?- domandò indicando i giornalisti.

-Ehm...sì, quando non hanno una telecamera in mano- sorrisi e le diedi un bacio nell'angolo della bocca.

-Ci mancava poco che non picchiavo uno di loro- Louis lasciò andare Kate che andò incontro a Niall.

-Già, la situazione diventa sempre più difficile da gestire- commentò Liam dando Kevin ad Erin. Mi avvicinai alla mia ragazza, aveva il respiro leggermente affannato e le guance rosse.

-Tutto bene?- domandai.

Guardava Kevin e non aveva intenzione di alzare lo sguardo -Sì, tutto bene- la sua voce era molto fredda e la cosa mi preoccupava. Si avviò verso i bambini, si abbassò alle loro altezze e cominciò a parlare con loro.

-Stai bene?- Liam mi venne incontro e mise una mano sulla mia spalla.

-Sì, ma credo che Erin non stia bene. Quando le ho chiesto se stava bene mi ha risposto male...è successo qualcosa quando siete scesi?- lui doveva saperlo era dietro con lei.

-Uno di loro le ha domandato se i gemelli erano i tuoi- abbassò lo sguardo.

Potevano insultarmi, potevano definirmi un idiota, potevano perfino dichiararmi gay, ma non potevano fare domande del genere ad Erin. La rabbia stava ribollendo dentro di me, la voglia di tornare in mezzo a loro e di trovare l'autore di quella domanda era troppa, ma sapevo che non dovevo dare pubblicità.

Paul si stava occupando delle camere, aveva dovuto cambiare la prenotazione della mia camera, dato che avevo degli ospiti.

Erin stava ancora parlando con i bambini, forse si stava assicurando che non fossero traumatizzati quanto lei e li stava rassicurando. Volevo andare da lei e parlarle, magari calmandola con qualche bacio e qualche carezza e sussurrarle parole dolci. Avevo paura che mi rifiutasse, che si sentisse in imbarazzo per via di quello che aveva domandato quel giornalista e che non avesse voglia di parlarmi.

Con un po' di coraggio avanzai verso la mia famiglia, Erin sollevò leggermente lo sguardo e si alzò in piedi.

-I bambini sono stanchi, credo che dormiranno per un bel po'- tirò su con il naso. Aveva gli occhi leggermente rossi e da lì potevo capire che aveva pianto. O almeno aveva fatto scappare qualche lacrima.

-Certo, Paul si sta occupando di prenderci una camera...- Erin sorrise leggermente, ma tornò seria in pochi secondi. Mi misi all'altezza dei bambini e li feci avvicinare -...Posso parlare, da solo, con la mamma? Prometto che appena saremo in camera ordinerò del gelato- Questa sì che si chiama corruzione!

Annuirono, sorrisero all'idea del gelato e li vidi correre verso Niall e Kate. Mi avvicinai ad Erin, Kevin le stava tirando la collana e si stava lamentando.

-Mamma...- sembrava che stesse per scoppiare a piangere, ma intervenni e lo presi in braccio. Gli diedi un braccio sulle labbra, lo misi bene e cominciai a dargli dei colpetti alla schiena.

-Liam mi ha raccontato tutto- dissi per rompere il silenzio tra noi due.

-I-Io...n-non...- balbettò. L'attirai a me e l'abbracciai. Le sua braccia mi circondavano la vita, il mio braccio destro le circondò il collo e con l'altro sostenevo il bambino. Non c'era bisogno di molte parole per farmi capire come si sentiva, stavo male per il fatto che qualcuno le avesse domandato una cosa del genere facendola passare per una puttana.

-Ti amo- disse tra i leggeri singhiozzi.

-Ti amo, anch'io-

Non era il giorno che avevo previsto per il suo compleanno.

***
Il compleanno non sta andando come voleva Harry...ma la giornata non è ancora finita, cosa potrà mai succedere?

Baci XD

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