I ragazzi cercarono di metterci a nostro agio, chiedendoci di noi, della vecchia scuola, del più e del meno insomma. E quando finimmo di mangiare, avevamo ancora mezz'ora di tempo libero prima delle lezioni pomeridiane. Così ne approfittammo per una passeggiata e pian piano vidi Rose allontanarsi con Cameron e James. La cosa mi preoccupava: James non aveva la faccia di uno tanto affidabile, e Rose era una ragazza davvero ingenua. Il prodotto sarebbe stato tremendo. Per di più in quel momento ero sola, in compagnia di Adam, con le palpitazioni e il cervello aggrovigliato. Continuavo a sistemarmi i capelli scompigliati per fare bella figura. Ma lui non smetteva di fissarmi le labbra e a un certo punto capii che dei miei capelli se ne fregava; così li lasciai in pace. Durante quella passeggiata non smisi di ridere neanche un istante, e ancora oggi non so se risultai divertita e felice della sua compagnia o semplicemente un'isterica sull'orlo di una crisi imbarazzante.
«Allora, di cosa si occupa tuo padre?»
«Navi. Mia madre invece è laureata in moglie devota, col massimo dei voti!»
Rise.
«Hai fratelli?»
«Due. Uno più grande, Randy, e uno più piccolo, Edward. Ma è un interrogatorio o cosa?»
Rise ancora.
«No, scusami. Sto solo cercando di conoscerti, di sapere qualcosa di te.»
«Oh, allora chiedi di me, non della mia famiglia. Credimi è la cosa migliore.»
Attorcigliò il naso. Era forse perplesso.
Suonò la campanella.
Arrivati ai laboratori, salutai finalmente Adam -la sua presenza era splendida ma avevo assolutamente bisogno di respirare- promettendogli di andare alla festa, dopo essersi offerto di accompagnarci.
Entrata in aula con cinque minuti di ritardo, Rose si scusò e corse a sedersi proprio affianco a me; indossò il camicie e gli occhialoni in una frazione di secondo. Io non riuscivo a non smettere di chiederle dove fosse stata, nonostante la professoressa Temple mi avesse richiamata più volte al silenzio. Alla fine mi arresi.
Al termine della lezione, afferrai il braccio di Rose, quasi fosse un mio ostaggio, e insieme ritornammo agli appartamenti che, sfortunatamente, o almeno a primo impatto, dividevamo con Wendy Frost. Non ero certo la Vergine Maria, ma sicuramente non pomiciavo sul divano del salotto ogni sera. Infatti lei, anche quel pomeriggio era seduta lì, impegnata a baciare un ragazzo che non era quello del giorno precedente, né di quello prima ancora.
Senza far caso a quella scena, Rose entrò in camera mia e con un sospiro di esasperazione iniziò a raccontarmi tutto. In dieci minuti sintetizzò vita morte e miracoli della famiglia Hole.
Poi mi accorsi che eravamo tremendamente in ritardo.
«Va' a prepararti!»
«Come?!» Rose rimase immobilizzata. Il suo era un disperato sguardo in cerca d'aiuto.
«Va bene, posso sistemarti i capelli e prestarti un vestito, ma va' a farti una doccia. Sbrigati!»
Senza neanche ringraziarmi, scappò in camera sua, mentre la pregai, urlando dal bagno, di non impiegarci troppo tempo. Detto fatto! Rose bussò alla mia porta e la lasciai entrare.
«Che diavolo di biancheria hai Becky? Sembri una pornostar!»
Risi. Non potevo aspettarmi un'altra reazione da mia cugina se non quell'espressione shockata.
«Credimi, i mutandoni della nonna fanno calare la libido maschile del 90%.»
«Chi l'ha detto?»

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Cuori d'autunno
Fiction généraleQuesta storia risale al 2009 ed è stata pubblicata cartacea nel 2011 con il titolo "Breathless". Circa un anno dopo ho cominciato a revisionarlo e tutt'oggi vorrei cambiarlo totalmente. Purtroppo non posso dedicarmi sempre e solo a questo testo, per...