5.Imperfetti

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Dovevo ammettere che, nonostante cercassi di nasconderlo, uccidere Fred non era stato così tanto facile quanto credevo. Lui conosceva il mio nome, e prima di morire lo aveva addirittura usato per ricordarmi che eravamo amici da tanti anni, ma a me, lui non era mai piaciuto. Avevo paura che la ragazza lo avesse sentito, anzi ero quasi certo che lo avesse fatto, ma almeno speravo che dopo aver visto tutto quel sangue e il cadavere del ragazzo se lo fosse dimenticato. Quinn aveva tremato tutto il tempo, il massimo di coraggio che aveva dimostrato era stato quando si era offerta volontaria per morire. Forse era proprio quella sua espressione indifesa che mi avvicinava a lei, sentivo di doverla proteggere dai miei tessi soci, e sapevo che non era un sentimento positivo. No, non mi stavo innamorando di lei, ne ero convinto, ma qualcosa mi legava a lei e volevo che non morisse, anche se sapevo che per mantenerla in vita, avrei dovuto uccidere mia sorella. Certo, non le avevo mai voluto bene,ma credevo che se l'avessi uccisa avrei avuto i rimorsi per sempre, mio padre non avrebbe voluto che morisse.
Dovevo ancora valutare la situazione, mi serviva tempo.
In quel momento qualcuno aprì la porta. Vidi Alice spingere Quinn all'interno della stanza, lei perse l'equilibrio e cadde a terra.Dovetti pensarci più e più volte per evitare di aiutare la ragazza ad alzarsi e ancora di più per non avventarmi su Alice che la aveva fatta cadere. Alice sapeva di essere in pericolo ed e ciò mi provocava una sensazione che, stranamente, mi piaceva.
-Alzati.
Ordinai a Quinn cercando di assumere un tono autoritario.
-Alice, vattene.
Ordinai a mia sorella, non la guardai neanche mentre se ne andava, avevo gli occhi puntati su Quinn, che al suo solito tremava. Non sapevo neanche perché avevo richiesto la sua presenza. O fortse sì? L'intento era quello di convincermi che lei valeva di più di Alice, ma a cosa serviva se alla fine sarebbe morta lo stesso? E poi io ero già convinto che Quinn era migliore di mia sorella, ne ero convinto ogni momento quando la guardavo.
- Allora, come vanno gli studi con Eddie e Jack?
Chiesi cominciando a girarle attorno per osservarla. Sapevo che non era una domanda intelligente, non credevo che le piacesse veramente ciò che facevano i due sul suo corpo.
- Io vorrei farti una proposta, ma vedo che non sei di molte parole..
Dissi aspettandomi una risposta che non ci fu. Stavo per perdere la pazienza, perché non mostrava nessuna emozione se non paura? Io volevo vedere la Quinn determinata, la Quinn arrabiata, volevo vedere qualcosa. Come potevo accettare lei come socia se neanche si mostrava viva?
Mi fermai davanti a lei e in un impeto di rabbia le afferrai le mani nelle mie, dopodiché mi avvicinai con il volto a lei. Nei suoi occhi c'era solo un sentimento: la paura. In quel momento mi venne in mente un modo per farla reagire. Se teneva alla sua vita, avrebbe cercato almeno di lottare.
Le lasciai una mano, strinsi la mia a pugno e la colpii su un occhio. Lei all'inizio non capì cosa stava accadendo (fantastico! Era anche stupida!) dopo chiuse gli occhi e cominciò a indietreggiare toccandosi con le mani il viso. Aspettai, ma lei non fece nulla. Assolutamente nulla. Era come se aspettasse ordini da me, o come se aspettasse solo di morire. Possibile che Quinn era solo questo? Possibile che non aveva nulla di speciale? Perché mi era capitata la sventura di essere attratto da una come lei? Ne potevo fare benissimo a meno.
-Questo è tutto?
Dissi sinceramente deluso.
-Volevo farti una proposta ma credo che non ne valga la pena, sei inutile.
Mi voltai verso la scrivania, mostrandole le spalle. Volevo sinceramente che lei diventasse socia, ma non era il tipo. Non aveva neanche provato a difendersi dopo quel pugno. Non teneva alla sua vita. Immaginai che fosse l'esatto contrario di me. Io tenevo alla mia vita, e anche tanto. Lei no, non aveva spirito di sopravvivenza, sapeva solo piangere. Eppure i primi giorni qui, aveva provato a fuggire, dove era finita quel tipo di Quinn?
In quel momento mi venne in mente un'altra idea. Io tenevo alla mia vita, lei no. Io non mi sarei mai sacrificato per qualcuno, ma lei forse sì.
-Forse... forse interesserebbe di più al tuo Criss.
Dissi voltandomi verso di lei. Fu in quel momento che la sua paura se ne andò per dare spazio alla rabbia.
-Come fai a conoscere Criss?
Urlò.
-Conosco molte più cose di te di quanto tu mai saprai.
In realtà volevo solo istigarla a reagire, non mi interessava affatto Criss, ma se lei avesse pensato che era in pericolo magari si sarebbe risvegliata e così fu.
-Cosa sai di lui? Dimmelo.
Era così arrabbiata che stava per piangere. Avrebbe cercato di salvare il suo fidanzato in tutti i modi possibili. Ripensai alla mia vita e mi sentii un po' invidioso. Io non avevo mai avuto nessuno che mi amasse così tanto, che rischiasse la sua vita per me. Questo perché molti anni prima avevo deciso che non avrei mai dovuto avere nessun rapporto con gli altri.
-Molte cose, davvero tante.
Al suono di quelle parole vidi Quinn scattare, corse verso di me e digrignando i denti mi tirò un pugno dritto in faccia, così inaspettatamente che non riuscii a pararlo e neanche a schivarlo.
Mi portai le mani al naso, sanguinava.
Era questa la Quinn che volevo vedere.
-Scusa, scusa non volevo ma ti prego non fargli del male, ti prego. Non a lui, uccidi me, picchiami, torturami, fa quello che vuoi ma non toccare lui. Non centra niente con tutto questo.
Quinn iniziò a urlare supplicandomi. Lei avrebbe voluto essere torturata da me piuttosto che vedere il suo fidanzato ucciso. Iniziavo a provare un altro sentimento che avevo provato solo quando mio padre mostrava di apprezzare di più le doti di Alice che le mie, credevo che fosse gelosia.
Posai una mano sulla spalla di Quinn. Avevo deciso. Non potevo perderla. Mi bastava solo una scusa per eliminare Alice e Quinn sarebbe diventata una nuova socia. Sapevo già che Alice avrebbe cercato di farla fuggire, era prevedibile, bastava chiedere a qualcuno di tenerla d'occhio, dopodiché avrei avuto il pretesto per farla fuori. Adesso dovevo solo ordinare a Jack e a Eddie di fermare gli esperimenti sulla loro cavia.
-Adesso posso veramente dire di conoscerti, un passo falso e tu sei dentro.

R.E.C.O.V.E.R.YDove le storie prendono vita. Scoprilo ora