19.Nobiltà

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La mattina del quinto compleanno di Mary Margaret, stranamente non sono spaventato. Ho avuto tempo a sufficienza per metabolizzare la cosa. Quinn non sospetta nulla, ma io darò la mia vita per salvare lei, la mia bambina e la società. Grazie a Luke mi sono convinto che è la cosa giusta da fare. All'inizio avevo paura, non posso negarlo, ma ora mi sento meglio. In un certo senso mi preoccupa andare incontro al buio della morte e la cosa assurda è che io stesso ho ucciso moltissime persone senza mai pensare che un giorno sarei stato al loro posto, perché mi sentivo al sicuro. Comunque ho vissuto questi ultimi anni nel migliore dei modi, ho fatto divertire Quinn, l'ho trattata come una regina e sono grato perché ho conosciuto la mia piccola peste, mia figlia, la mia principessa. Mi dispiace non potere conoscere i miei nipoti, e non potere vedere Mary Margaret crescere, ma se io non rinuncciassi alla mia vita, probabilmente Mary Margaret non avrebbe mai un futuro e non posso permetterlo. Con il mio sacrificio Quinn e mia figlia saranno libere dall'oppressione di Daniel. Non potrei chiedere ricompensa migliore.
Quando Stivie entra con Mary Margaret nella stanza mia e di Quinn, M&M mi corre tra le braccia e io la stringo forte. La prendo in braccio e la guardo. E' felice, sorride, ha lo stesso sorriso di Quinn quando per la prima volta l'ho vista divertirsi. Mary Margaret mi vuole bene ed è una delle poche cose di cui sono certo in questo momento.
-Ti sei divertita cucciola?
Chiedo. Lei annuisce e mi abbraccia, le sue mani non riescono neanche a incontrarsi dietro alle mie spalle larghe, è piccolissima e indifesa, quello mi aiuta ad andare avanti in quel piano.
-Buon compleanno, Mary.
Dice Quinn prendendola per una mano. Mary, però la ignora e si rivolge a me.
-Papà, lo sai che bbiamo giocato con i miei giochi tutta la notte?
Mary Margaret è fiera di essere andata a dormire tardi, faccio finta di essere colpito.
-Dai? Tutta la notte? Addirittura? E a che ora sei andata a dormire?
-Buu.
Risponde.
-Veramente è andata a dormire alle nove, tardissio.
Dice Stivie intervenendo. Sono felice che a Mary piaccia stare con Stivie, lui dovrà comportarsi da padre con lei quando non ci sarò. Ho fatto pace con lui, ma provo ancora invidia. Voglio che Quinn si fidanzi con lui quando non ci sarò, questo la aiuterà a non crollare, ma devo ammettere che vorrei essere al posto di Stivie e non lasciare quelle due meraviglie, la mia fidanzata e la mia babina.
-Mary vuoi stare un po' con mamma?
Chiede Quinn.
-Voglio stare con papà.
Ribatte lei e mi mette le mani al collo. Noto che Quinn è delusa, ma non sa che lei potrà restare con Mary Margaret per sempre, mentre io non la rivedrò mai più. Decido comunque di fare sorridere anche Quinn. Affero M&M per un piede e la faccio stare a testa sotto.
-Guardate questa cattiva bambina che il gorno del suo compleanno non vuole andare dalla sua mamma. Ora per punizione resterà appesa per i piedi per sempre.
Stivie e Quinn cominciano a ridere, mentre Mary Margaret sembra contrariata. Alla fine la rimetto dritta e la poso a terra.
-Fallo ancora papà!
Mary comincia a saltellare, ma io ho bisogno di stare un po' da solo con Quinn, per spiegarle il piano, per farla stare meglio. Faccio un cenno a Stivie che afferra al volo.
-Andiamo un po' fuori, ti va? Lo faccio io al posto di papà.
Mary Margaret e Stivie vanno via dala stanza e io e Quinn rimaniamo soli.
-Che devo fare, allora?
Chiede Quinn.
-Non è difficile.
Comincio.
-Quando entreremo nella stanza di Daniel io cercherò di farlo avvicinare alla porta , tu dovrai andare verso l'armadietto delle armi. Per ora è tutto ciò che ti serve sapere. Apri l'armadietto, prendi la pistola e spari quando ti dò il segnale.
Quinn sembra in ansia.
-E dopo cinque anni tu hai trovato un piano tanto stupido?
Quinn neanche immagina quanto il piano sia complesso, non sa di come Paul ha preso in giro Daniel, ma soprattutto non sa che io morirò. Quinn inizia a piangere, ma io non la voglio vedere piangere. La abbraccio prima che lei possa andare nel panico. Lei poggia il suo volto sul mio petto e io appoggio la mia guancia sui suoi capelli. Amo il suo profumo, amo tuttodi lei.
-No, no, ascolta, solo la tua parte è stupida, ma non ti preoccupare è molto più articolato di così.
Lei sembra calmarsi. Non voglio allontanarmi da lei, ma ho paura che più mi concentro sul mio amore per lei, più mi distraggo dall'obbietivo principale, il piano. Mi allontano da lei.
-Se dici che ce la possiamo fare, senza essere puniti, ti credo. Mi fido di te.
Io sarò punito, ma preferisco non dirglielo.
-Ce la faremo, andrà tutto secondo il piano, vedrai.
Faccio un respiro profondo e prendo Quinn per mano. Basta provare ansia, basta paura, basta amore. Adesso dobbiamo solo seguire il piano. Ce la farò, Quinn ce la farà e tutto andrà bene. Ormai è troppo tardi per avere paura. Ormai quel che è fatto è fatto.
Usciamo dalla stanza e Mary Margaret afferrà la mano di Quinn, anche lei ha paura, percepisce che qualcosa non va, del resto è intelligente come la madre. Camminiamo per i corridoi e tutti ci fissano, conoscono la nostra storia e sanno che stiamo andando a portare Mary al nemico, ma non conoscono il mio piano. Cammino solo perché so di doverlo fare, so di non potere tirarmi indietro. Cammino perché mi sento sopraffatto dai miei doveri nei confronti di Quinn e di Mary Margaret. La mia vita è stata bellissima con loro due e non potrei essere più felice di quello che sto facendo. Muovo un braccio sulle spalle di Quinn e continuo a camminare legato a lei. A chi impoprta se mi vedono i soci? E' l'ultima volta che ho questa occasione. Vorrei che questa marcia continuasse per sempre, ma improvvisamente raggiungiamo la porta del mio ufficio, anzi dell'ufficio che adesso è di Daniel.
Quinn mi stringe la mano più forte.
-Ce la faremo.
Dice. E io so che sarà così. Annuisco e le stampo un bacio sulle labbra, di sfuggita. Mi volto verso di Stivie e gli faccio un cenno, lui sorride. Sa che con quel movimento del capo voglio dire tante cose. Trattale bene, aiutale nel momento del bisogno, amale come farei io, proteggile, perché non meritano di soffrire. Anche Luke ci raggiunge, mi guarda e dice solo:
-Buona fortuna.
-Grazie.
Dico insieme a Quinn, ma so che Luke si sta rivolgendo solo a me. Lui è stato l'unico nel periodo più brutto della mia vita ad aiutarmi, a non farmi perdere la testa, è grazie a lui se ho trovato un modo per salvare Quinn e Mary margaret, devo tutto a lui, è stato un ottimo amico ed è grazie a lui se adesso riuscirò ad accettare la morte.
Quinn si sporge per aprire la porta ma io la blocco, la guardo negli occhi un'ultima volta. Se non l'avessi incontrata questo non sarebbe successo, ma non dò la colpa a lei, perché senza di lei, la mia vita non avrebbe avuto senso. La amo tantissimo e voglio che quando morirò lei sia accanto a me, voglio perdermi nei suoi occhi anche mentre esalo il mio ultimo respiro. Non mi interessa chi ci guarda. Appoggio le mie labbra sulle sue e la bacio, cercando di farle capire tutto il mio amore per lei. Voglio che ricordi questo bacio, voglio continuare a vivere nel suo cuore per sempre. Ma so che è arrivato il momento. Mi allontano da lei e la continuo a guardare. Quella sarà l'ultima immagine che voglio ricordare di lei, i suoi occhi pieni di speranza, un mezzo sorriso stampato sulle labbra.Allunga la mano per aprire la porta, ma io la fermo. Non capisco perché ha questo vizio di aprire senza bussare, mi viene da ridere, è una cosa he io odiavo e che faceva anche con me.
Busso, ma Daniel non risponde. Afferrro la maniglia e la abbasso.

Sento che il mio destino era già scritto nel momento in cui l'ho incontrata la prima volta, so che è così che deve andare.

Apro la porta e so già come andrà a finire.

Morire per qualcuno che ami è un modo nobile di morire.

R.E.C.O.V.E.R.YDove le storie prendono vita. Scoprilo ora