Strano risveglio

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Mi risveglio in una stanza bianca.Sembra una stanza ospedaliera.Mi alzo su col busto e osservo ciò che mi circonda.Effettivamente lo è.Perchè sono in ospedale?Guardo alla mia sinistra e vedo una grandissima finestra perfetta per osservare le stelle e la luna.Questa sera è davvero meravigliosa.Ma poi mi accorgo di una figura maschile.Chi cazzo è?Che strano risveglio.

-Che diavolo ci faccio qui io?-chiedo a...bho,al tizio senza nome.Lui,sentendo la mia voce,si gira.

-Ah,ti sei svegliata finalmente!!-esclama sollevato.

-Si,si,allora?Vuoi rispondere alla mia domanda?-chiedo infastidita.

-Sei in ospedale.-dice come se fosse ovvio.

-Grazie dell'aiuto.Davvero,ti ringrazio.-dico sarcasticamente.Come risposta alza un sopracciglio.

-L'avevo capito che sono in una stanza ospedaliera,di conseguenza in ospedale.Ma la cosa che voglio sapere è:che cosa ci faccio qui?Chi mi ci ha portato?E,specialmente,chi sei tu?-chiedo.

-Ehi,avevi detto che volevi sapere una cosa.-dice divertito.Gli lancio uno sguardo arrabbiato per fargli capire che non è il momento di scherzare.

-Ok,ok.Allora...Stavi camminando lungo il marciapiede ed io ti sono venuto in contro.Ero ubriaco,ma poi dopo che io continuavo a chiamarti e tu non rispondevi,mi sono preoccupato e grazie a questo ho smaltito la sbornia.-racconta sorridendo.

-E poi?-

-E poi,come ho già detto,continuavo a chiamarti ma tu non rispondevi.Così ho iniziato a preoccuparmi.Pensavo che tu fossi solamente svenuta,niente di più,e che poi di saresti ripresa ma non ti svegliavi e ho deciso che sarebbe stato meglio portarti qui.-conclude indicando la stanza.

-Ah,ora mi è tutto chiaro.-

-Mi dispiace-dice,chinando la testa.

-Ma ancora non hai risposto alla mia ultima domanda.Chi sei?-

-Ah,ma questo non è per niente importante,ciò che conta è che tu stia bene.-dice sorridendo.Sembra gentile.Ma all'apparenza tutti i ragazzi sembrano gentili.Mi ricorda il mio subconscio.Ed è fidandomi di loro che è successo quel che è successo.

-Il dottore mi ha detto che avresti dovuto fare degli esami una volta sveglia.Sarà meglio avvisarlo.-dice per poi uscire dalla stanza.Io mi sento ancora strana.Devo ancora rielaborare ciò che è successo.
Chissà se mi posso fidare di quel ragazzo.
Tutto ad un tratto la porta viene spalancata interrompendo i miei pensieri.

-Allora...Meredith-dice quello che deve essere il dottore guardando la cartelletta tra le sue mani per controllare che abbia detto il nome esattamente.-Il suo ragazzo mi ha detto che si è svegliata-dice.

Io guardo il ragazzo dietro di lui.Ha detto che è il mio ragazzo?Come si è permesso?Io non lo conosco neanche!

-Si dottore,e mi sento bene.Posso andare ora,no?-chiedo sperando in una risposta positiva.

-Certo,ma prima vorrei fare degli accertamenti,per controllare che sia tutto a posto.-dice.

Dopo i vari esami,che io ritengo inutili,e dopo aver firmato delle carte mi è permesso lasciare l'ospedale.Mi giro verso il ragazzo dal nome sconosciuto e vedo che mi sta guardando.

-Cos'hai da guardare?-sputo acida.

-Niente-dice lui con un'espressione uguale a quella di un bambino appena sgridato.Mi fa pena.Non volevo essere così stronza.Ma è più forte di me.Devo mettere da parte l'orgoglio per questa volta,non ce la posso fare.

-Scusa,mi dispiace,non volevo essere così dura.-dico.

-Non ti preoccupare,capita.-dice alzando lo sguardo su di me e sorridendo.Forse ci si può fidare.Bho,ma tanto non lo rivedrò mai più.Credo.E spero.Anche il mio pensiero è diventato stronzo.Cazzo.

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