Baker street... 215, 217, 219... con gli occhi leggo velocemente i numeri delle case a cui passo davanti. Faccio ancora qualche passo. Mi fermo per tossire. Guardo verso l'alto... ecco il 221B!
...perchè mi guardate?
Chi sono, dite? Molto piacere: Christine Adler.
Mi viene quasi da ridere a pensare che ora sicuramente starete pensando "Adler, Adler, Adler... dove l'ho già sentito?" Be', Irene Adler, quella con il frustino, la "dominatrice" per intenderci, è mia sorella.
Vi sento quasi esclamare nella vostra testolina "Ah! Questo spiega tutto!"
Perchè cerco il 221B di Baker street chiedete ora? Certo che siete proprio curiosi! Sto cercando un certo Sherlock Holmes, e ora che la vostra infima curiosità è stata sfamata, zitti: mi devo concentrare...
Ho detto -o riflettuto, come preferite- zitti! Non dovete pensare: ricordate sempre che mi da fastidio!***
Suono il campanello dorato. Sento il "ding dong" propagarsi ed eccheggiare in tutta la casa.
Presto una voce attutita dalla porta arriva come risposta: "Arrivo!". Dopo pochi secondi si presenta ad aprire l'uscio la signora Hudson, vestita con un pesante abito viola e un grande sorriso stampato in volto: "Cosa vuole signo..." le parole le si smorzano in gola.
Be', come biasimarla? Deve essere uno strano spettacolo vedermi: una bellissima ragazza, capelli biondo rossiccio, mossi, fantastici occhi verdi, un vestito da sera azzurro e una ferita nel braccio da cui sgorga sangue purpureo. Il buco fatto da una pallottola non fa male in fin dei conti, dà solo un po' fastidio quando voglio pensare visto che mi prende energie che potrei impiegare molto meglio.
Dietro la signora Hudson, ancora pietrificata, compare John Wotson. È vestito bene, con uno smoking grigio e la cravatta blu. Ha una faccia furibonda e sembra di fretta. Probabilmente deve incontrarsi con Mary, ma è in ritardo per colpa di Sherlock e così hanno litigato deduco in automatico. Banale.
Appena mi vede si ferma all'improvviso, rischiando di catapultarmi sui gradini.
Anche lui è senza parole alla mia vista.
Allontana mrs. Hudson, con un'espressione fra il semplice sorpreso e il vero e proprio sconvolto.
"Mi spiace ma non potrà uscire sta sera" dico, con una punta d'ironia, ma sfortunatamente non ho tempo di divertirmi perchè, anche se sto ancora in piedi, credo che presto cadrò in ginocchio; certamente, in quel caso, John mi manderebbe in ospedale, Sherlock, spero, gli direbbe di non farlo ma il suo intervento sarebbe inutile visto che hanno appena litigato: il dottor Wotson lo ignorerebbe alla grande... mi ritroverei subito in una stanza bianca piena di medici, che mi metterebbero fuori gioco e così non avrei più tempo. Ci metto al massimo tre secondi per formulare questo pensiero (non sorprendetevi: io sono io) così intervengo subito: "Non mandarmi in ospedale. È importante..." la mia voce si affievolisce sull'ultima parola. Temo di non aver enfatizzato abbastanza... in ogni caso avevo calcolato bene: non sarei stata in grado di dire una sola parola in più, quello che ho detto ho detto, pace. E con quest'ultimo pensiero fissato in mente svengo.***
Appena riapro gli occhi cerco di mettere a fuoco la stanza intorno a me ma ancor prima di vedere bene sento di essere sdraiata su qualcosa di morbido... un divano probabilmente. Sì, sono su un vecchio divano. Pian piano mi rendo anche conto che il mio braccio è fasciato. Lo fisso alcuni secondi e finalmente lo osservo nei minimi particolari: è stretto da molto a giudicare da come è pallida quella parte del mio corpo ma la fasciatura è ancora bianca quindi me l'hanno cambiata di fresco. Sento un forte odore di polvere e mi concentro su di esso per rilassarmi. Direi che mi trovo qui al massimo da 16 ore.
Finora ho avuto sempre la faccia contro il divano, rivolta verso il mio braccio; ora mi giro quel tanto per vedere l'esterno, ma per non essere vista. John ronfa su una sedia di legno vicino a me. Si è addormentato da poco. Come faccio a saperlo? Ma ascoltate o no quando parlo? Se intendete sentire quel che vi racconto dovete stare molto più attenti! Insomma! Ufff... la fasciatura è cambiata di fresco come già ho detto, e Sherlock sará, ovviamente, troppo teso all'idea di un caso interessante per averlo fatto: mi pare ovvio!
Accanto al marito si trova Mary, su una poltrona che un tempo doveva essere rossa ma ora ha preso una tonalità rosata. Suppongo sia incinta di otto... o forse nove, sì nove mesi; anche lei è addormentata.
Sherlock cammina avanti e indietro per la stanza, febbrilmente. Fa scricchiolare leggermente le assi quando ci appoggia sopra il piede. Immagino non veda l'ora che mi svegli: starà aspettando un fatto interessante come una ragazza che sviene davanti a casa sua da secoli! A questo pensiero soffoco una risata pensando "Ah be', dovrà aspettare ancora un po'... giusto il tempo per riprendermi... o anche un filino di più... sempre per un tempo ragionevole, però"
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Sherlock contro Sherlock [in revisione]
FanfictionCosa potrebbe accadere se Sherlock incontrasse qualcuno che gli tenesse testa? E se quel qualcuno fosse una donna? Queste sono le semplici domande a cui il destino decide di rispondere. Non posso dire che ciò che accade nella storia renderà la vita...