Ramoso

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-Okay ragazzi, per oggi può bastare! Mi raccomando, domani c'è la partita e vi voglio tutti impeccabili. Li stracceremo, proprio come con i Serpeverde.- Disse James alla fine degli allenamenti. Tutti si diressero sugli spalti a prendere le proprie cose e andarono via.

-Hey, io vado a farmi una doccia, ci vediamo a cena.- Sirius gli fece l'occhiolino e andò via. James nel frattempo si sedette e bevve un po' d'acqua.

-Ehm..hey!- Fu distratto da una voce, ma non esattamente quella che voleva sentire.

-Natalie, ciao.- Alzò lo sguardo sulla ragazza bassina dai capelli ricci.

-Volevo solo chiederti come sono andati gli allenamenti.- Il ragazzo si alzò e iniziò a posare tutta la sua roba nello zaino.

-Perché questa domanda? Insomma, non sembri esattamente una fanatica di Quiddich.-

-Be', volevo solo avere una conversazione con te, siamo amici. Lo siamo vero?- Sbarrò gli occhi.

-Suppongo di sì..- La guardò stranito.

-Ah, ecco.- Sembrava sollevata. -Ma stai con Lily?-

-Non ancora.- Si mise lo zaino in spalla.

-Che peccato.- Roteò gli occhi.

-Questa conversazione non ha senso.- Mormorò.

-Oh sì, invece. Stiamo parlando come dei buoni vecchi amici.- Ammiccò lei.

-Sì, ma noi non siamo dei buoni vecchi amici, Natalie.-

-Ma...tu hai detto...-

-Va be', fai finta di nulla.- Era scocciato. -Cosa volevi sapere?-

-Come sono andati gli allenamenti.-

-Alla grande.-

-Oh, ma è fantastico.- Sembrò guardare qualcuno alle sue spalle, ma quando James stava per voltarsi per vedere di chi si trattasse, lei gli saltò addosso e per poco non cadde per terra. La sua era una stretta ferrea, ed essendo al collo, non era una cosa piacevole. Respirava a stento, tanto che a diatanza di pochi secondi iniziò a tossire e allora lei allentò la presa.

-Ma che diavolo hai al posto del cervello?- La vide ghignare, ma non era rivolta a lui, bensì alla stessa persona che prima stava guardando. James si voltò lentamente, era Lily. Appena il suo sguardo incontrò quello di James, si voltò di scatto e si diresse a grandi passi verso il castello.

-Vorrei riformulare la domanda che ti ho fatto prima ma ora ho paura della risposta.- Scosse la testa ed iniziò a correre verso la sua rossa. Lily aveva appena varcato la porta del castello e non vedeva l'ora di raggiungere il suo dormitorio. Sentiva lo stomaco attorcigliarsi e un nodo in gola, che indicava la sua voglia irrefrenabile di piangere. Ma perché? Lei e James non stavano insieme e a dirla tutta lui neanche le piaceva. Poi non aveva fatto nulla di male, aveva solo abbracciato quella che potenzialmente avrebbe potuto essere la sua ragazza. Solo il pensiero le faceva aumentere la stretta allo stomaco. Una lacrima le rigò il viso senza permesso, ma l'asciugò all'istante. Non poteva piangere per James Potter, era contro natura.

-Evans!- Una voce disperata e dei passi veloci la distrassero. Era lui. Stava correndo, ma lei continuò a camminare, non voleva parlargli, si sentiva ridicola. -Evans, per favore fermati!-

-Cosa vuoi?- Non si fermò né si voltò a guardarlo.

-Parlare.- Lui correva, lei manteneva un passo veloce. -Dai..- La raggiunse e l'afferrò la un polso.

-Voi due!- Urlò Gazza. James ormai era abituato a sfuggirgli, così tenendo Lily stretta iniziò a correre lungo il corridoio, cercando si sfuggire alla furia del bidello e la portò nel ripostiglio della scorsa volta.

-Okay Potter, che vuoi?- Aveva le braccia conserte.

-Perché te ne sei andata in quel modo?-

-Mi sono ricordata di dover fare una cosa e se permetti ora vado.- Ma la bloccò di nuovo.

-No, è una scusa. Sono tutte scuse, Evans, quelle che inventi per evitarmi.-

-Lasciami il braccio, Potter.- Lo fulminò con lo sguardo.

-Giurami che non andrai via.- Le sembrò un po' riluttante all'inizio, ma poi cedette.

-E va bene.- James sorrise e mollò la presa sul suo braccio.

-Te lo leggo in faccia che sei ferita.- Sussurrò spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Che ne sai tu di come mi sento?- Quasi gli urlò contro. -Non hai fatto altro che prenderti gioco di me per sette anni.-

-Prendermi gioco di te? Evans, ma che stai dicendo?-

-Non importa.- Scosse la testa.

-Io non ho fatto altro che amarti per sette anni, solo questo.- Le accarezzò dolcemente il viso, sul quale si faceva spazio una piccola lacrima.

-Ma che dici, Potter? Tu non sai neanche cos'è l'amore.-

-Sì che lo so, me l'hai fatto scoprire tu. Tutti i miei sentimenti provengono da te, Lily Evans. Sei così bella e perfetta che è impossibile non amarti.- Si passò una mano tra i capelli. -Ho poche certezze nella vita, anche se non sembra, e una di queste è che sono innamorato di te.- Si avvicinò a lei e guardò in basso per via della differenza di altezza per incontrare i suoi occhi verdi. I loro nasi si sfioravano e nessuno dei due osava spezzare il contatto visivo.

-Ti amo, Lily Evans.- Disse lui in un sussurro.

-Ti amo, James Potter.- Rispose con lo stesso tono di voce. Né lei né lui si aspettavano che questa frase uscisse dalle sue labbra. Lui non se l'aspettava, lei non credeva di amarlo, ma non poteva ignorare quello che provava per lui. Non poteva ignorare quel sentimento così forte da farle stare bene ogni volta che gli era vicino. James fece un mezzo sorriso e si avvicinò ancora un po' a lei fino a sfiorarle le labbra. Poi Lily fece una cosa inaspettata, la goccia che fece traboccare il vaso: portò le braccia intorno al collo di James e lui la baciò. Fu un bacio lungo e pieno di passione, un bacio che James aspettava da sette lunghi anni e solo in quel momento capì quando ne fosse valsa la pena. Le sue labbra morbide si muovevano contro le sue ad un ritmo perfetto e le sue piccole mani percorrevano dolcemente il suo collo prima di perdersi nei corti capelli corvini e disordinati. Le cinse i fianchi con le braccia, stringendola forte a sé. Ora che era sua, non l'avrebbe mai più lasciata andar via.

Potter and Evans - Until the end.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora