Chapter 09: "I'll Protect You".

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Apro gli occhi, lentamente.
Mi stiracchio e stropicciandomi gli occhi, guardo fuori dalla finestra.
Oggi è nuvoloso.
Vado in bagno.
Mi lavo velocemente.
Indosso dei jeans neri e una maglia grigia, a maniche lunghe.
Scendo per fare colazione.
Isa sta apparecchiando, mentre mamma cucina.
"Giorno." Le saluto.
"Hey Lau!" Risponde Isa, con un sorriso.
Sento dei passi, poi una braccio mi avvolge il collo.
Jack.
"Ciao bestia. Ciao mostriciattolo." Dice, rivolto ad Isabelle e a me.
"Ah ah ah." Isa gli fa la linguaccia, mentre io gli arrivo una gomitata.
Lui si allontana da me, con un fianco dolorante.
"Quando voi tre avrete finito..." Inizia mia madre, guardandoci male. "La colazione è pronta."
Noi tre ci sediamo, velocemente.
"Papà?" Domanda Jack.
"È di nuovo a pattugliare il bosco, in cerca della Bestia." Spiega mamma.
Mi si stringe lo stomaco.
Non avrei dovuto accettare la proposta di Ross. Lui tornerà. Rischiano di prenderlo, sta volta.
"Ma è via da ieri mattina." Dice Isa, sconvolta.
"Dovrebbe tornare a momen..." La mamma viene interrotta, dal suono della porta che si apre.
Sulla soglia compare papà, con l'armatura dei Guardiani indosso e l'elmo, abbandonato nella mano.
"Caro." Mamma lo saluta, dandogli un bacio.
Io mi giro dall'altra parte, facendo finta di vomitare.
Sento mio fratello sbuffare alla mia reazione.
"Com'è andata, caro?"
"Lo avevamo in pugno. Lo avevamo colpito con un paio di frecce... non poteva andare lontano. Invece lo abbiamo perso!" Esclama.
"Dai, mangia qualcosa."
"Fra poco dovrò anche tornare."
Mangiamo in silenzio.
In un certo senso mi sento in colpa. Mio padre non riesce a darsi pace, per causa mia. Io ho aiutato Ross.
Ma non avrei potuto lasciarlo morire, no? È anche una questione di morale.
Come farei a guardarmi allo specchio, pensando che qualcuno è morto, perché non l'ho aiutato?
Dio, mi sentirei una merda.

Dopo non molto tempo, papà se ne va.
"Mamma, posso uscire oggi?" Domando.
"Dove devi andare?" Domanda a sua volta, guardandomi.
"Volevo andare a fare un giro... niente di che." Resto sul vago, limitandomi ad alzare le spalle.
"Quando hai intenzione di tornare? Con chi vai?"
"Mamma! È un interrogatorio?!" Domando scocciata.
"Non rispondermi con quel tono, signorina! Rispondi, altrimenti te lo scordi."
"Torno prima di cena. Vado con un mio amico."
"Uhh, amico?" Domanda Isa, guardandomi con un sorrisino malizioso.
"Isabelle! Fra me e lui non ci sarà mai niente, stanne certa." Le dico.
"Okay, puoi andare. Ma prima di cena ti voglio a casa, intesi?" Domanda mia madre, mettendosi le mani sui fianchi.
"Sì!"
Torno in camera mia e mi infilo le scarpe.
Afferro al mantella, che avevo nascosto ieri pomeriggio.
Scendo al piano di sotto, con essa arrotolata in una mano.
Vedo Jack in giardino, che da fastidio ad Isa. Mamma dovrebbe essere in camera sua.
Esco di casa.
Mi avvio, lungo la strada del sobborgo, fino a raggiungere la gradinata, che porta nel bosco, dietro casa mia.
Indosso la mantella e faccio il possibile per non farmi notare da nessuno.
Mi incammino silenziosamente verso l'uscita nelle mura.
Alcune foglie cadono, lentamente, trasportate dal vento.

Io ho sempre pensato che le persone, in un certo senso, assomiglino alle foglie.
Fragili, tenute in piedi da un 'filo' sottile.
Che con il minimo imprevisto cadono. Vengono trasportate con rapidità nel corso della vita.
Alla vita non importa della tua età o della tua innocenza. Se il Destino decide che a te debba accadere una certa cosa, la vita ubbidisce.
Ma il nostro Destino non è ancora scritto, perché possiamo sempre decidere di cambiarlo, in un qualche modo. Anche una piccola scelta può provocare grandi cose.

Scivolo sotto la porta rotta e mi dirigo verso la caverna.
Cammino silenziosamente.

"Hey tu!" Esclama una voce.
Merda.
Mi volto.
L'uomo viene verso di me, con un sorriso inquietante stampato in volto.
"Cosa credi di fare qui?" Mi afferra per un polso.
"Mi molli!" Esclamo, cercando di liberarmi.
Mi afferra anche l'altro e mi sbatte contro un albero.
"Aspetta solo che ti porti all'accampamento. Vedrai che bella fine farai!" È un ghermidore...
"Mi lasci! Mi metto ad urlare!"
"Credi che qualcuno ti sentirà?" Mi ride in faccia.
Mi stringe i polsi, ancora più forte.
"Aiuto!" Inizio a gridare.
Lancio un altro grido, ma con la mano libera, mi chiude la bocca.
Continuo a divincolarmi, ma la sua presa è più forte di ciò che mi aspettavo.
Inizia a trascinarmi verso non so dove.
Gli mordo la mano e cerco di nuovo di gridare: "Aiuto! Ross!"
Che idiota. Non so nemmeno perché ho chiamato lui.
"Zitta, ragazzina." Mi trascina con ancora più forza.
"Ross ti prego! Aiutami!"
Sento un ululato, poco distante da noi.
L'uomo si volta e rimane pietrificato alla vista di Ross, con le zanne ben esposte, pronto ad attaccarlo.
"C-cosa vuoi fare?" Domanda l'uomo, spaventato.
"Potrei benissimo ucciderti." Risponde il biondo, con un ringhio. "Oppure potrei risparmiarti la vita, se mi dai la ragazza."
Senza preavviso vengo sbalzata in avanti e mi ritrovo fra le braccia di Ross.
"Prova a dire a qualcuno che mi hai visto e ti verrò a cercare."
Il ghermidore annuisce, poi si alza e inizia a correre.
Appena è abbastanza lontano, mi giro verso Ross.
Non c'è più traccia delle zanne o degli artigli.
"Io... non so... l'ho visto che ti faceva del male e poi ho sentito che hai gridato il mio nome..." Inizia lui, visibilmente impacciato.
"Ross tranquillo..." Deglutisco, anche perché nemmeno io sono tanto tranquilla. "L'hai f-fatto per m-me..."
Mi avvicino un po' a lui.
Lui mi stringe a se.
Sento una sensazione strana, dentro di me.
"Andiamo in città. Probabilmente arriverà presto qualcuno..." Dico.
Lui annuisce, poi si copre il volto con il cappuccio.

The Beauty & The Beast || A Raura Fanfic.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora