Nostalgia

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-Muoviti Jack! Sennò lo perdiamo!- -Rilassati coda di cotone- disse con un tono calmo, quasi noncurante lo Spirito dell'Inverno. -Rilassarsi?! Certo, come se fosse facile!- borbottò tra se e se il coniglio di Pasqua mentre zampettava lesto tra i vicoli di Burgess. -Per te è sempre tutto un gioco, eh Frost?- lo stuzzicò. -Ahahah, esatto canguro! Sono o no, lo spirito del Divertimento?- replicò il ragazzo che sfrecciava agile tra i tetti delle case. -tse. Sbruffone.- sbuffò Calmoniglio mentre saltava una pila di auto parcheggiate. -Da quella parte!- esclamò Jack sterzando improvvisamente il suo volo e dirigendosi a est. Il Coniglio di Pasqua lo seguì ansimando e brontolando il perché quel ragazzino potesse volare, anziché camminare con le sue gambine ghiacciante. Tanto per sentire cosa si provasse a dover tener testa a uno spirito volante. Frost invece non gli diede ascolto, poiché il suo sguardo venne rapito da uno spettacolo che stava incombendo a pochi chilometri da lui. In cielo polvere d'oro si scontrava in una bufera di luce e ombre contro la sabbia nera del re degli incubi. -È veramente tornato...- sussurrò Jack mentre i suoi occhi saettavano nelle nubi scure, tentando di scorgervi la figura pallida e slanciata del suo nemico. -Già. Ce lo aveva detto no? Ha scelto anche il giorno migliore per agire, non credi?.- -Quel maledetto! È stato davvero molto furbo: attaccandoci il giorno di Natale si è assicurato che North non potesse aiutarci. Come se non bastasse ha anche interferito con il suo lavoro, così abbiamo perso anche Dentolina!- Jack serrò la mascella. -Mossa davvero astuta. Tuttavia, dubito che questo possa essere lo scontro finale...- disse il Coniglio di Pasqua. -Cosa intendi dire?- chiese il Guardiano del Divertimento. -Semplice, guarda! Si vede lontano un miglio che Pitch non sta combattendo con tutte le sue forze. O è ancora troppo debole, ma ne dubito, non si sarebbe scomodato per attaccarci se non fosse nelle condizioni adatte, Pitch non è uno stupido. Oppure ha un piano.- Era vero, in quel momento l'Uomo Nero stava lottando contro l'Omino dei Sogni, e quest'ultimo continuava ad avere la meglio: la polvere d'oro inglobava quella nera guizzando con archi, onde e volute auree sotto le stelle. -Bhe, tanto vale chiederlo a lui, non credi?- chiese Jack, con un sorriso scaltro, lasciando di sasso il suo compagno. Si precipitò nella tempesta scagliando contro le nubi oscure potenti getti di ghiaccio che contribuirono alla ritirata del re degli incubi. Le nuvole di polvere nera si ritrassero da quella d'oro. Si posarono a terra ed iniziarono a vorticare su se stesse creando un piccolo tornado. Poi la sabbia diminuì velocità finché non si dissolse e comparve l'Uomo Nero. -Pitch!- disse Jack con voce tesa. -Ciao Jack- lo salutò lo Spirito mostrandogli un sorriso, tutto, tranne che rassicurante. -Una sera davvero meravigliosa, non credi?- -Lo era, prima che la tua brutta faccia non facesse la sua comparsa!- -Ohhh ma andiamo, non mi dire che non ti sono mancato neppure un po'.- chiese fingendosi offeso l'uomo, ricevendo un'occhiata torva dal ragazzo. -TU! Schifosa ombra strisciante! Come osi presentarti il giorno di Natale!- sbraitò Calmoniglio mentre armeggiava con il suo boomerang pronto a scagliarlo contro lo spirito . -Calmoniglio! Da quanto tempo... Mhhh tre anni?- -cinque- lo corresse lo Spirito dell'Inverno mentre lo squadrava. -Già... Sapete, quando si è braccati e rinchiusi in una fossa dai propri incubi è più che comprensibile che si possa... Come dire? perdere la cognizione del tempo.- ad ogni parola il tono dello Spirito cresceva sempre di più finché non si ritrovò a urlare. -Tu!!! Lurido muso grigio! Sei un essere disgustoso!!! Come hai fatto a uscire dalla tua prigione!- iniziò a gridargli contro il Coniglio di Pasqua. Ma Jack lo zittì subito. -Cosa vuoi Pitch?- -Cosa voglio?!? Lo sai già Frost! Il POTERE! Voglio che i bambini credano in me. Ma questa è una vecchia storia, no? Voi siete in mio unico ostacolo per il successo del mio scopo. Io sono la Paura, e come tale non posso sparire per sempre, Coniglio, mi sembra di avervelo già detto.- -E mi sembra che noi, quella volta, ti avevamo risposto che saremmo sempre stati pronti per un tuo ritorno.- disse Jack. -Ahahahah. Non sei cambiato di una virgola, Jack! Lo stesso sciocco e ingenuo ragazzo. Sempre pronto a sacrificare la proprio esistenza per il bene altrui. Tanto potenziale sprecato per far contenti un pugno di bambini che credono a malapena in te.- -Tu non sai di cosa parli, Pitch!- urlò Jack al limite della pazienza. -Tu non sai cosa significa amore, famiglia, sacrificio. Tu sei un mostro e nient'altro. Non meriti l'amicizia dei bambini. Neppure la loro paura!- Silenzio. La rabbia dello Spirito aveva congelato l'intero parco, l'unico rumore che si poteva udire era l'ululato del gelidi vento che scuoteva le fronde degli alberi. Il volto di Pitch, se possibile, s'incupì ancora di più, i suoi occhi ambrati scintillavano come due tizzoni ardenti. -Tu non sai nulla di me.- sibilò l'Uomo Nero. In quel viso Jack scorse una rabbia incontrollata, famelica, bramosa che, per la prima volta gli fece accapponare la pelle. Ma c'era altro... Tristezza. Scorse un baratro infinito di dolore nel suo sguardo. Come se con quelle parole fosse riuscito a riaprire una vecchia e antica ferita nell'animo del re degli incubi. Pitch spostò il suo sguardo su Calmoniglio e Sandman che lo guardavano sbigottiti. -Ci rivedremo molto presto, Guardiani. La guerra è appena iniziata.- annunciò per poi svanire in una nuvola di sabbia nera.

Nelle profondità nel buio, due occhi  gialli risplendevano. Pitch era nel suo rifugio, nel più assordante silenzio che l'oscurità può regalare. Ma nella sua testa le parole di Jack continuavano a risuonare insistenti, richiamando a raccolta vecchi ricordi. Tre parole bastarono per far riaffiora il suo dolore: AMORE, FAMIGLIA, SACRIFICIO. Al contrario di quel che pensava il Guardiamo del Divertimento, l'Uomo Nero conosceva fin troppo il significato di tali vocaboli. Non passava giorno che non pensasse "all'amore" per la sua adorata Daphne. Così bella, così giovane, così dolce. La malinconia, con le sue braccia, lo aveva avvolto così forte da stritolarlo. I volti dei componenti della sua "famiglia" li rivedeva ovunque. Il blu intenso degli occhi di sua moglie si rifletteva nelle profondità dell'oceano. Ogni volta che passava di fronte ad uno specchio, Pitch non riusciva a fare a meno di dare uno sguardo al suo riflesso. I suoi capelli color ebano, e i suoi occhi d'oro non facevano altro che rievocare il volto di sua figlia. Colei per cui si era "sacrificato". Aveva rinunciato alla sua mortalità, alla sua  libertà e alla sua vita, per la salvezza di quella bambina. Una lacrima scese sul volto del Re degli incubi, rigandogli la guancia olivastra e donandogli una scia umida di calore su di essa. I suoi occhi erano lucidi e contemplavano una fotografia. Le mani gli tremavano, mentre stringevano delicatamente un medaglione. Lilian era lì, nel suo palmo. Così vicina, ma allo stesso tempo, così lontana. Nello sguardo dell'Uomo Nero regnava una sola emozione: nostalgia. Avrebbe dato i suoi poteri, per poter riabbracciare la sua amata. Avrebbe rinunciato persino alla sua immortalità, per poter scorgere almeno per un secondo il sorriso di sua figlia. Il dolore lo assalì. La tristezza velò i suoi occhi di nuove lacrime. Nel silenzio nel suo covo, risuonarono i suoi singhiozzi, ovattati dall'oscurità delle tenebre.

Ciao a tutti. Come sempre, se il capitolo vi è piaciuto lasciate o commento o votate. E... Nulla. Ciaooo❤️

La figlia della paura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora