Incontro

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Erano le 4 del pomeriggio e Lilian era seduta sul suo letto avvolta nelle coperte mentre sorseggiava un bicchiere di cioccolata calda e sentiva la musica con i suoi auricolari. I suoi pensieri ritornavano ancora a quella mattina, quando Clara le aveva confidato i suoi ragionamenti. Lily era turbata e allo stesso tempo affascinata da ciò che le aveva detto. Lei non credeva in Jack Frost o in altre leggende, semplicemente perché non le aveva mai viste. Ma l'idea di perdere la speranza anche in ciò che vedeva la terrorizzava. "E se avesse ragione Clara? Se stessi veramente perdendo la fiducia anche nel possibile solo perché non credo nell'impossibile? E se questo fosse già successo? Forse è per questo che non so chi sono in realtà. Non conosco bene il mio passato, ma la cosa peggiore è che non conosco neppure il mio presente. Per quale ragione io sono qui?" I suoi febbrili pensieri galoppavano imbizzarriti nella sua mente. Si mordeva inconsciamente il labbro inferiore mentre il suo sguardo era assolto nel cielo grigio dell'inverno. Poi qualcuno bussò alla porta...

-E dimmi, questa Lilian Kclab è la ragazza con gli occhi d'oro e i capelli neri?- chiese jack ad una bambina con dei codini castani e grandi occhi verdi - Si, lei è la mia amica... Sai... È grazie a lei che noi ti conosciamo- rispose la piccola intenta a costruire un pupazzo di neve. - Co....Cosa intendi dire piccolina?- chiese incuriosito Jack. -Bhe, lei ci legge spesso delle storie e tra queste ci sei anche tu.- il ragazzo era rimasto di stucco. Come era possibile che esistesse un libro che raccontasse di lui? E soprattutto chi l'aveva scritto? Ma un'altra domanda si formulò nella sua mente. Così chiese balbettando alla bambina. -senti... Ehm... Ecco.... Volevo chiederti... Se per te va bene.... Vorrei conoscere questa tua amica...- -ma certo!- rispose raggiante la bambina distogliendo lo sguardo dal suo capolavoro di neve e incrociando quello dello spirito. Poi arrivarono un gruppo di altri bambini che iniziarono a gironzolare intorno a Jack tirandogli la felpa e pregandolo di far nevicare. Lo spirito contento sia per la gioia dei ragazzi che per il futuro incontro con la misteriosa fanciulla alzò una mano in alto e, dal cielo plumbeo iniziarono a cadere candidi fiocchi di neve. Pareva quasi che danzassero per poi adagiarsi a terra creando un soffice manto dove i bambini iniziarono a tuffarcisi sopra per formare degli angeli sulla neve. Lo spirito rimase ad osservare lo spettacolo. Sul volto chiaro di Frost nacque un dolce sorriso. Amava vedere i bambini divertirsi, dopotutto era il suo lavoro, e doveva ammettere che era incredibilmente gratificante. Ogni volta che udiva la risata di un bambino si sentiva più vivo che mai, strano a dirsi, infondo Jack era morto circa 307 anni fa...
La voce entusiasta della bambina dagli occhi verdi lo riportò alla realtà. - vado subito a chiamare Lilian. Così dopo che ti vedrà sarà costretta ad ammette la tua esistenza.- a quelle parole Jack sbiancò, se possibile, ancora di più - cioè... Lei non credi in me?- -no- rispose la piccola - ma dopo che ti vedrà, non avrà più alcun dubbio.- prima che Jack riuscisse a fermarla la castana era già arrivata alla porta dell'orfanotrofio. Una raffica di dubbi invasero lo spirito mentre la paura di non essere visto cresceva sempre di più . "Lilian non crede in me... Quindi non può vedermi... Ma questo non ha senso! L'altra sera ero certo che mi avesse visto! Ma... Lei non crede... Com'è possibile?!" Il suo sguardo era tornato su quella finestra, dove per la prima volta aveva scorto quei bellissimi e profondi occhi d'oro. Ma la paura di apparire invisibile era troppa. Ricordava bene quale orribile sensazione lo catturava quando le persone non lo vedevo, o peggio, lo attraversavano come un fantasma. Il senso di solitudine che lo attanagliava nella sua dolorosa morsa, come se mille lame lo infilzassero contemporaneamente. No, non voleva più provare quell'emozione così tremenda e opprimente, non con Lilian. Aveva seguito quella scia di energia che l'aveva portato a quella ragazza e con essa un barlume di speranza era nato. Molto volte Jack si era chiesto se quella fanciulla fosse davvero speciale per aver generato tale aura. Aveva quasi iniziato a sperare che forse lei era come lui, un essere che inconsciamente aveva dei poteri, o anche un briciolo di magia. Ma dopo aver scoperto che la ragazza non credeva in lui quella flebile e delicata fiamma di speranza si era spenta esalando un ultimo respiro che adesso stava strozzando lo spirito. Jack lo sapeva, se ogni sua certezza era fondata, se veramente Lilian non sarebbe riuscita a vederlo come ogni persona che non credeva in lui, avrebbe significato che lei non era speciale, ma era una semplice mortale. Forse quella scia di energia era stata solo un'abbaglio. Magari quella volta Jack era solo stanco, e così lo stress aveva contribuito ad offuscare i suoi sensi facendogli credere di aver percepito qualcosa di inesistente. Ricordava ancora quella notte. Era a Londra, si era accovacciato sul Big Bang e stava ammirando la luna piena che emergeva dalle profondità della notte in tutto il suo splendore. Quando ad un tratto, un guizzo di luce verde smeraldo gli era passata proprio sotto al naso. Aveva seguito quel bagliore che lo aveva condotto in Italia. Infine la scia si era dissolta quando lui aveva visto Lilian. Da lì aveva iniziato a pensare che quella ragazza fosse speciale. Ma adesso, tutte speranze che aveva riposto in quella fanciulla si erano dissolte. Così, lo spirito abbattuto e scoraggiato ricoprì il capo con il cappuccio e iniziò ad incamminarsi verso un punto imprecisato nel bosco innevato, lasciandosi alle spalle l'orfanotrofio. Ma poi, una voce dietro di lui sussurrò -Jack Frost-

La figlia della paura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora