Primo capitolo

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Primo giorno

«Vorrei che nessuno di noi facesse una brutta figura di fronte ai nostri amici, quindi figlioli,-»
«Padre» lo richiamò Louis «Quei ragazzi non dovrebbero stare qui» gli disse, puntando lo sguardo verso le vetrate del ristorante.
«Hai ragione figliolo» Mark, il padre, con una mano alzata richiamò l'attenzione della cameriera, che immediatamente si diresse verso l'intera famiglia.
«Mi dica signor Tomlinson» disse la ragazza.
«Quei ragazzi ci disturbano. Potrebbe gentilmente mandarli via?»
«Subito» dichiarò per poi avvicinarsi alla porta scorrevole, dicendo ai due uomini muscolosi di cacciare quei ragazzi della città bassa.

Perché loro erano i Tomlinson, una famiglia borghese che sin dagli anni antichi aveva ereditato una grandissima somma di denaro.

Louis controllò nuovamente le vetrate del ristorante e fu orgoglioso di non intravedere più quei ragazzi con quell'aggeggio chiamatosi skateboard.

Mark aprì di nuovo bocca, per assicurarsi che i figli lo ascoltassero «Stavo dicendo» ricominciò «la famiglia Styles è una grande famiglia, esattamente come la nostra. I nostri antenati in guerra erano alleati, quindi ragazzi, fatemi il favore di comportarvi bene» concluse, dando la parola a Johannah.
«Soprattutto te, Phoebe, se farai di nuovo uno di quei terribili scherzi ai figli di Anne e Des, non ti farò più frequentare le lezioni di violino» disse.

Tutti e cinque i figli, Louis, Charlotte, Felicéte, Daisy e Phoebe, annuirono contemporaneamente in modo da rassicurare i propri genitori.

«A proposito Louis» lo chiamò il padre «condividerai la stanza con Harry» gli disse.
Louis aggrottò le sopracciglia, una cosa che non sopportava assolutamente, era il fatto che dovesse condividere tutto ciò che lui aveva.
«Padre, la stanza accanto alla mia è libera, potremmo farlo dormire lì» gli suggerì.
«Non se ne parla»

Ciò che fece, fu abbassare lo sguardo con delusione.

«Questa famiglia viene dall'America, quindi capirete che hanno diverse usanze» parlò Jay «quindi Louis, dobbiamo accoglierli nel modo giusto, non vorrai mica diventare lo zimbello dell'intera Londra?» chiese ironicamente.
«No madre» rispose suo figlio.

Dalla porta d'ingresso si sentì una voce maschile, da uomo. Quello era Des, il padre di famiglia.
«Signori, questa è la vostra tavola» disse il cameriere alla famiglia Styles.

Come un vero gentiluomo, Des tirò la sedia accanto a quella di Jay, per far sì che la moglie si sedesse esattamente lì.
«Ti ringrazio amore» disse Anne educatamente. «Gemma, Harry, sedetevi qui, su»
«Che piacere rincontravi» urlò Jay.
«Il piacere è tutto nostro che ci avete ospitato nella vostra città!» ricambiò Des.

Mentre i genitori chiacchieravano fra di loro, Louis non fece altro che osservare i movimenti di Harry.
O forse, lo osservava semplicemente.
Appena lo vide varcare la soglia di quella porta, si incantò per tutta la sua bellezza.
Erano gli occhi ad averlo colpito maggiormente, poi le labbra, e poi i ricci.

«Piacere, sono Gemma» disse la ragazza di fronte ai cinque figli. «e lui è Harry, mio fratello» disse.
Louis si alzò dalla sedia di scatto, tese la sua mano verso quella di Harry e sentii quanto morbida era, non se ne voleva più staccare.

La cena al 17BLACK stava andando nel verso giusto, solo finché il silenzio tombale fra i ragazzi non venne intromessa dal «Sei sporco qui» detto da Harry.
Louis si girò un paio di volte per capire bene con chi ce l'avesse.
«Dico a te, Louis» gli fece notare.
Il liscio non poté che stupirsi, con il fazzoletto offerto dal ristorante, si pulì immediatamente i lati delle labbra.
«No, aspetta» continuò il riccio «sei ancora sporco» e alzando la mano verso quella di Louis, gliela pulì comandando la direzione da eseguire.

Ebbero entrambi un brivido percorrere tutta la colonna vertebrale.
Tanto che il liscio, di nuovo, iniziò a sudare freddo.
«Direi di andare a casa?» chiese Jay a tutti i ragazzi.
«Sì madre» risposero le gemelle più piccole con determinazione.

Le due famiglie si alzarono in contemporanea, dopo che Anne insistette per pagare la cena.
Uscendo dal ristorante, tutti ringraziarono educatamente i camerieri.

Si separarono in due limousine differenti, e Jay ne approfittò nuovamente per ribadire ai figli di comportarsi bene.
«Dovrà essere la loro estate perfetta, è tutto chiaro?» disse con tono duro.
Tutti annuirono e «Perfetto» disse «Ora scendiamo» concluse sorridendo.

La villa T era gigantesca, 100 ettari riservati solamente ad una famiglia composta da sette persone.
Ci erano quasi più di dodici stanze, tra cui tre con letti matrimoniali.
Cinque bagni e una cucina con tanto di isola gigantesca.

«Questa casa è pazzesca» disse Gemma, varcando appena il cancello.
Louis, nella sua mente, ne fu orgoglioso, probabilmente Londra sarebbe stata molto meglio di New York.

Tutti i domestici dovettero fermare il loro lavoro quando le due famiglie entrarono, diedero loro un caloroso benvenuto.

«Harry, vai con Louis, lui ti mostrerà la vostra stanza» disse ad un certo punto Mark, per poi dirigersi con gli altri adulti nel salone al centro della casa.

«Che cosa significa nostra stanza?» chiese il riccio, seguendo i passi del più grande.
«Condivideremo la stanza» gli disse senza girarsi.
«Voglio avere una stanza tutta mia»

Per i ricchi era così, era tutto un volere e possedere all'istante. A loro non interessava niente del valore economico, o del valore emotivo, loro volevano e basta.

«Non posso farci niente, Harry. Ha deciso mio padre» disse il ragazzo sostandosi di fronte alla sua stanza.

Aprì la porta e la prima cosa che il riccio disse fu «Bellissimo» alzando persino gli occhi al soffitto.
«Già, ma tutto questo è mio. Se devi utilizzare qualcosa, devi prima chiedermelo, sempre. Hai capito?» gli disse Louis mettendosi di fronte a lui.
«Sì, ho capito» rispose, per poi dare spazio ai domestici di portare i suoi bagagli nell'immensa stanza.

Louis, in tutto ciò, non diede a vedere la sua agitazione, continuava a sudare, e questa vicinanza lo metteva a disagio.
Questa confidenza, poi, la trovava inadeguata. Non sarebbe sicuramente stata una buona idea per loro, condividere una stanza, se entrambi provavano dell'attrazione fisica.

Ci sarebbe stata una bomba, e Louis sentiva che questa, sarebbe esplosa da qualche giorno a questa parte.

17BLACK (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora