Settimo capitolo

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Trentacinquesimo giorno

La vita andava vissuta, andava goduta.
Il loro destino si era incrociato e non potevano fare nulla per nasconderlo, il loro rapporto era qualcosa di indefinito, di indeterminato, qualcosa che non aveva bisogno di etichette.
Harry era di Louis.
Louis era di Harry.
E bastava solo questo.

I loro occhi parlavano, dal Blu al Verde si mischiavano per formare un arcobaleno di colori, nonostante fossero ancora vergini, ogni giorno facevano l'amore, con gli occhi, con le mani, con le labbra, con i loro corpi. I corpi stremati erano ciò per cui ancora stavano insieme, avevano così tanta paura di essere scoperti, tanta paura di essere separati. Non potevano vivere senza i loro respiri affannati dopo che facevano quell'amore non-amore.

Harry, quella mattina, fu il primo a svegliarsi, si ritrovò con le mani avvolte al più grande che gli stava dando le spalle. Entrambi nudi, ancora sudati per l'attività sessuale della sera prima.
Alzò un poco la testa per osservarlo meglio, i suoi lineamenti era perfetti, era un angelo, un angelo che lui stesso avrebbe sempre protetto.
Il petto del liscio era scoperto dalle lenzuola, e fu quella la prima volta che lo osservò per bene.
Aveva un rotolo di grasso sui fianchi, lo trovò tenero, bello. Con la mano gli accarezzò la vita, ed avvicinando il suo volto, aprì la bocca per poi mordere quella parte del corpo del ragazzo liscio.
Qualunque persona l'avrebbe preso per un cannibale, o qualsiasi altra cosa, ma gli faceva tenerezza, e voleva essere dolce, lo era, era sempre dolce nei confronti di Louis dopo quello che gli aveva causato all'occhio.
Fu fortunato che quel livido si era totalmente dissolto dopo sette giorni, ma ne fu ansiosamente preoccupato per le conseguenze che avrebbe portato quel colpo. Pensava che non l'avrebbe perdonato essendo un Tomlinson, ma nonostante ciò, quest'ultimo fu impaziente di rivederlo, di baciarlo.
Inoltre Louis gli aveva confessato di amarlo. Amare era una parola grande, una parola che non aveva mai avuto la briga di provare, da sempre non ne era stato interessato, ma ora, ora c'era Louis.
Quel 'ti amo', nonostante ciò, non venne ricambiato, vide all'inizio quanto il liscio ci rimase male, ma voleva che quando glielo avrebbe detto, sarebbe stato un giorno importante, non uno qualunque, bisognava solamente aspettare, perché quel giorno, quel giorno sarebbe arrivato presto.

«Spiegami perché mi hai morso» disse Louis rivolgendosi ad Harry.
«Perché sei bello»
«E dovevi per forza mordermi? Perché?»
«Perché sei bello, Lou»
Entrambi sfoggiarono il loro miglior sorriso per poi ritrovarsi con le labbra a sfiorarsi.
Le loro bocche umide, di ragazzi in dormiveglia, si scontravano ogni volta, quasi come le lingue. Si incrociavano e si inseguivano, come una corsa.

«Oggi ti invito a cena» disse il più grande.
«Ma come facciamo?» si preoccupò il riccio.
«Dirò loro che andremo a casa di un mio amico» gli rispose alzandosi dal letto.
Harry raccolse i suoi boxer per poi lanciarli nel cestino dei panni sporchi.
«D'accordo»

I ragazzi si vestirono come meglio poterono, dei jeans attillati ed entrambi una polo più che formale. Scesero nel grande salone dove tutta la famiglia li stava aspettando.
«Ultimamente siete dei dormiglioni voi due» disse Anne sorridendo.
Gemma li squadrò da capo a piedi, da quando li aveva scoperti sotto la doccia non faceva altro che controllarli e coprirli per un bacio.
«Bene ragazzi» li chiamò Mark. «Ora che siamo tutti a tavola voglio dire una cosa»
Incrociò lo sguardo di tutti, solo quando si fermò sul corpo minuto di Lottie che iniziò a parlare «Lottie, figlia mia» si alzò dalla sedia. «Ti abbiamo trovato un marito».
Nessuno dei presenti capiva, tranne i genitori, ovviamente.
«Che significa, padre?» chiese lei stranita.
«Abbiamo parlato con i genitori di questo giovanotto, è una famiglia ricca, se è per questo che ti preoccupi»
«No, padre»
«Come Charlotte?»
«Non mi sposerò con uno sconosciuto»
Quella conversazione stava rendendo tutti i presenti a disagio, Louis provò pena per la sorella, come si poteva combinare un matrimonio solo per soldi?
«Oh, ma non è uno sconosciuto» disse lui, ed avvicinandosi al cameriere, gli sussurrò «Fatelo entrare»

17BLACK (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora