Dodicesimo capitolo

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Cinquantunesimo giorno

Se c'era una cosa che Jay e Mark avevano insegnato ai propri figli era quello di dimenticare, far finta di niente e continuare ad andare avanti con la propria vita.
Ma così, Louis non poteva farcela.
In quel momento era in macchina con Jack, che non era stato licenziato poiché unico autista di fiducia che la famiglia Tomlinson aveva; il giovane stava guardando attentamente il paesaggio che lo circondava mentre Eleanor scendeva dall'auto con uno sguardo assente.
«Ci vediamo presto» tirò fuori la ragazza. Louis non le rivolse la parola, non la guardò minimamente, non ne aveva il coraggio.

Quegli otto giorni passati in hotel non erano stati per niente sani, per niente di aiuto.

Louis, automaticamente, divenne un traditore. E come se lo era. Il cuore era esageratamente pesante, di un'esagerazione unica. Perché sì, era un traditore di quelli grandi, grandissimi.

Aveva fatto sesso con Eleanor.
Non ricordava molto bene come fosse successa quella cosa, sapeva solo di essersi bevuto parecchi alcolici, ritrovandosi, poi, il giorno dopo, nel letto matrimoniale della castana. Nudo.
Quella notte era appena tornato da casa, con il padre che gli aveva spiegato come erano andate 'realmente' le cose, si sentì immediatamente usato.
Gli spiegò di aver cacciato la famiglia Styles poiché da una chiamata anonima aveva scoperto che loro volevano ottenere mezzo patrimonio di Mark.
Quindi, in sostanza, Harry si era avvicinato a Louis per soldi, beh, doveva aspettarselo, non era mica la prima volta che succedeva.

La cosa che più lo aveva schifato, fu il fatto che tutti sapessero di loro due, tutti sapevano del rapporto intimo che era nato.

Era umiliato, infinitamente umiliato.
Le notti trascorse all'hotel erano sempre state un tugurio per lui, quel letto, quel letto che era una cosa schifosa ormai, una cosa che da quel giorno, dal giorno dell'abbandono, sentì essere qualcosa da buttare. E dire che Occhi Blu era arrivato persino in aeroporto per raggiungerlo, per avere migliori chiarimenti.

Ma lui si fidava del padre, si era fidato del «Figliolo, ho dovuto prendere provvedimenti perché mi provocavano, provocavano te, e questa cosa mi ha infastidito, anzi, mi ha irritato nel vero senso della parola».

Forse si era fidato troppo velocemente?

Mark era da sempre un bravo attore.

New York era una grande città, una città fin troppo popolata, forse. Quando erano appena tornati dalla città calda, Londra, fu d'istinto per Harry piazzarsi a letto e dormire fino allo sfinimento, o forse piangere fino allo sfinimento. Anne lo sentiva spesso singhiozzare, altre volte aveva tentato di entrare nella sua camera, ma il ragazzo continuava a non rispondere a nessuno dei richiami sia dei genitori, sia di Gemma. Scendeva dalla camera quando i pasti giornalieri erano pronti. Fu dal quarto giorno dall'arrivo a casa che capì che non poteva continuare a vivere così.

Appena tornati nella loro villa da un banchetto della città, il riccio si precipitò velocemente verso la sua camera bianca che gli ricordava sempre quella che condivideva con Louis, e pensando a tutto quello che avevano fatto lì dentro, lacrimò nuovamente.
Erano passati solo dieci fottuti giorni.
Sentì la porta scricchiolare, ma quasi non aveva le forze di girarsi.
Rimase così, inerme.
«Oggi non hai per niente fiatato» disse una voce, si sentiva la presenza avvicinarsi al letto. Harry si decise a girarsi e intravide il volto della sorella con gli occhi che non esprimevano alcuna emozione, se non compassione.
«Cosa dovrei dire?» rispose scettico.
«Mh,-» la ragazza abbassò lo sguardo a disagio, si sedette sul lato del letto facendo sprofondare di poco il materasso.
«Che succede Gemma?» chiese lui aggrottando le sopracciglia, e notando l'espressione della sorella.
«Nulla, è che-»
«Cosa?» continuò affrettandosi.
«Tra otto giorni Louis si sposa» volle sottolineare lei.
Harry poggiò stancamente la sua schiena sul materasso. Gli occhi verdi si fecero di un colore più lucido. Quindi era stato deciso, il suo ragazzo si sarebbe sposato fra otto giorni e non era lì con lui.
Insieme avevano sperato di sopportare il dolore, di sopportare tutto quello che non meritavano. In quel momento voleva Louis più che mai, abbracciarlo, baciarlo e coccolarlo. Sperando in un futuro migliore.
Ancora lo amava, ancora lo voleva suo.
Ma probabilmente il destino aveva deciso che le cose dovessero andare così.

17BLACK (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora