Terzo capitolo

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Quinto giorno

Quella stanza era diventata la grotta nella quale si rifugiavano per avere un mezzo di comunicazione. Uno dei motivi per il quale tenevano la porta chiusa a chiave.
Non potevano, di certo, parlare di fatti sessuali di fronte alle sorelle o semplicemente di fronte ai genitori.
Sarebbe stato troppo imbarazzante, e sapevano entrambi che, in ogni angolo della casa, avevano il rischio di essere scoperti.

Li avrebbero divisi, e loro lo sapevano.

Erano passati solamente cinque giorni dall'arrivo di Harry e due dal loro primo bacio. Ma era come se fossero già passati anni dal primo incontro.

I due ragazzi erano sdraiati sul letto, il quale era appoggiato alla parete sinistra, di Harry. Quest'ultimo aveva il braccio intorno alle spalle di Louis, ed ogni tanto abbassava il capo per dargli qualche bacio.

«Lou?» lo chiamò puntando lo sguardo su di lui.
«Sì?»
«Tu cosa senti?» chiese.
«In che senso?»
«Quando ci baciamo, cosa senti?» chiese ancora una volta.
Louis sospirò, sembrò essere in difficoltà, ma non lo era affatto. Lui sapeva cosa provava.
«Mi piace, penso» rispose.
«Quindi se passiamo ad un'altra fase, potrei piacerti?»
«Fase?»
«Ieri ho visto un altro video e-»
«Hai guardato un altro porno?» chiese Louis scostandosi dalla sua presa.
«Sì, beh-» cercò di sistemarsi e sedersi di fronte a lui «ti confesso che io queste cose non le ho mai fatte e-» abbassò lo sguardo per poi «e penso che piaccia anche a me, insomma, credo che quello che facciamo mi piaccia» concluse.
«Mi stai dicendo che pensi di essere omosessuale?» disse il liscio, anche lui sedendosi per bene.
«Sì, penso di sì» gli rispose il riccio «per questo ti chiedo di fare altre cose, penso che così, potrei riuscire a conoscere di più me stesso»
«Penso che-» il liscio si guardò le unghia «che si potrebbe fare» terminò.

Harry prese per mano Louis e lo trascinò verso il letto di quest'ultimo, anche perché aveva un materasso più grande, così che potessero muoversi meglio.

«Quindi da cosa cominciamo?» chiese il liscio di fronte ad Harry.
«Penso che potresti sdraiarti?» più che affermazione fu una domanda.
«Vabbene» rispose Occhi Blu, sdraiandosi, appunto.
«Ora dovresti toglierti i pantaloni» continuò Harry.
«Che, che cosa devi farmi?» balbettò il più grande; era agitato poiché a diciassette anni era ancora così inesperto.
«Fidati di me Lou» rispose semplicemente il ragazzo.

Occhi Blu si tolse la cintura di Luis Vitton che quella mattina stessa aveva indossato per l'inaugurazione di un museo.
«Oggi eri bello, comunque» gli disse Occhi Verdi togliendosi la polo.
«Ti ringrazio» gli rispose, questa volta slacciandosi del tutto i pantaloni «eri bello anche tu, Harry»

Entrambi mezzi nudi, si guardarono in segno di nervosismo, lo stavano facendo veramente?
Harry gli si avvicinò ancora di più, con le mani cinse il bacino del ragazzo e cominciò a provocarlo togliendogli lentamente i boxer.
Louis ansimò per il suo piacevole tocco, e quando il sedicenne prese in mano la sua lunghezza, sospirò per la freddezza delle mani.

Trovandosi scomodo, Harry decise, una volta per tutte, di togliergli definitivamente i boxer.

«Tranquillo Lou, penso che ti piacerà» gli rassicurò vedendolo agitato.

Gli prese l'intero membro con l'intera mano e cominciò a massaggiargliela.
Solitamente i borghesi non si masturbavano fra di loro, con altri uomini oltretutto, era un peccato, e i peccati non erano ammessi.

Harry e Louis erano dei peccatori.

Quello, era ciò che avrebbero pensato i loro genitori.

I movimenti del riccio cominciarono a velocizzarsi, e man mano con il tempo, il liscio iniziò a gemere per quanto si stava eccitando. La sua lunghezza divenne dura e non poté nasconderlo, quando Harry, senza avvisare, lo prese tutto in bocca.

«Oh Dio» ansimò a bassa voce Louis.

Louis, sentendosi sovrastato da queste sensazioni, mise la sua piccola mano sopra la testa del ragazzo che gli stava facendo il pompino e cominciò a tirarlo e spingerlo dai capelli.

Ogni qualvolta che Occhi Blu guardava Occhi verdi, la sua eccitazione aumentava sempre di più.

Il liquido bianco cominciò a fuoriuscire dalla sua cappella ed Harry si ritrovò ad ingoiarlo tutto.
Togliendosi con un 'poop' il membro, si alzò per baciarlo.

Ed Harry, sdraiato in pancia in giù, e Louis, sdraiato in pancia in sù, cominciarono a baciarsi senza più una fine.
Perché loro pensavano che quello che stavano provando non avesse una fine, loro non avevano una fine.

Cinque giorni prima, tutto era cominciato e speravano, entrambi, con tutti loro stessi, che quello avesse avuto un perseguimento fino a che non avesse avuto un termine.

Quello che stavano provando era un'emozione nuova, erano le farfalle nello stomaco che da piccoli bruchi in bianco e nero, iniziavano a crescere spruzzando colori, ovvero, amore.

Louis si sentì per un momento inutile, aveva anche lui il bisogno di farlo stare bene, non avrebbe fatto il lavoro con le mani o con la bocca, ma avrebbe fatto qualcosa che avrebbe avuto un significato in più.

«Posso mettermi sopra di te?» chiese ad un certo punto.
«Sì, certo» disse l'altro gentilmente.
Il liscio si mise a cavalcioni sul bacino del riccio, puntando però, il suo di dietro sul suo pene.
Iniziò con la bocca a baciarlo dappertutto, arrivando poi sul suo petto che iniziò a mordere, soffermandosi particolarmente sui capezzoli.
Puntò lo sguardo sul riccio, che aveva gli occhi chiusi e la bocca spalancata, e con tanti baci iniziò a succhiare uno dei pettorali, avvicinandosi molto al capezzolo destro.

Alzando il capo, lo guardò e «Ti ho fatto un succhiotto» gli disse sorridendo «l'ho visto da un ragazzo della città bassa farlo ad una ragazza sul suo collo» terminò.
«Vabbene, tanto non si vede» rispose fissando quella parte del suo corpo violaceo.

I due ragazzi rimasero sdraiati per ore sul letto, quando notarono che la luna era scesa e che avevano il bisogno assoluto di vestirsi per la cena, senno sarebbero stati sicuramente messi allo scoperto.

I ragazzi, prima di scendere al piano di sotto, si misero uno di fronte all'altro al centro della stanza, ed Harry che era il più piccolo fra i due, lo abbracciò stringendolo forte.
Louis, evidentemente stranito da quel comportamento, lo scostò prendendolo per le spalle, e capendo che il suo modo di parlargli sgarbato, non avrebbe funzionato ad avere attenzioni, gli chiese «L'hai sentito?»
«Cosa?» disse Harry aggrottando le sopracciglia.

E sudando nuovamente, il liscio rispose «Il mio cuore»

Allora Louis gli fece cenno di abbassarsi di poco per udire il suo battito cardiaco.
«Batte forte e veloce» gli disse Harry sorridendo.

«Succede solo quando mi stai vicino» rispose Occhi Blu avvicinandosi con le labbra, sussurrando poi «Tu mi fai sentire così, fai tremare il mio cuore» e baciandolo un secondo dopo, si abbracciarono completandosi.

Quei ragazzi erano dei ribelli, gli eredi ad un patrimonio di grandissimo valore, che, si stavano iniziando ad amare, senza che nessuno se ne stesse accorgendo.

Il loro era un'amore appena iniziato, un'amore per cui avrebbero dovuto combattere, un'amore nato da una piccola esperienza, un'esperienza molto importante.

Era un'amore messo al silenzioso, perché, se avessero alzato il volume, tutto quello sarebbe stato forzatamente spento.

Ma quei due, quei due ragazzi così innocenti, cresciuti in una famiglia così grande e così importante, sarebbero mai stati in grado di esiliare dal mondo per amarsi per sempre?

La risposta fu il «Dobbiamo restare sempre uniti, capito Harry?» del ragazzo liscio che non si sarebbe, ovviamente, staccato così facilmente dal suo primo vero amore.

17BLACK (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora