Secondo capitolo

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Terzo giorno

Harry si alzò dal letto, puntò lo sguardo su Louis che stava seduto ad utilizzare il suo computer portatile. Gli venne un'improvvisa curiosità di sapere cosa stesse guardando, e per poterlo assecondare a partecipare a qualunque cosa stesse facendo, dovette eseguire il suo piano.
«Louis» lo chiamò, il liscio si tolse gli auricolari dalle orecchie e con le spalle gli fece cenno di parlare «non mi hai ancora detto quanti anni hai» gli disse.
«Perché ti interessa?» rispose sgarbatamente.
«Perché vivremo sotto lo stesso tetto per tre mesi, quindi vorrei sapere quanti anni hai, solo per conoscerti meglio» disse alzandosi dal letto.
«Ne ho diciassette» rispose per poi prendere un respiro e dire «tu quanti ne hai?»
«Sedici» gli disse dopo un secondo che glielo chiese «a febbraio ne compio diciassette»
Louis con la testa annuì in segno di comprensione, si infilò nuovamente gli auricolari e ritornò ad osservare lo schermo del computer.

Harry, essendosi alzato, si precipitò più facilmente sul letto di Louis, mettendosi accanto a lui e sbirciando le figure sullo schermo.
«Harry!» urlò il più grande.
«V-volevo solamente sapere cosa stessi facendo» disse il riccio.
Louis ebbe l'obbligo di spegnere il suo mezzo tecnologico.
Non era nei suoi piani essere sbirciati proprio mentre guardava un porno gay.
«Dio santo Harry, solo ieri ti ho detto che se devi chiedermi qualcosa lo puoi fare tranquillamente» disse Louis togliendosi di dosso il computer per poi poggiarlo sulla sua scrivania.
«Non pensavo stessi guardando-»
«Non lo dire Harry, Dio santo» imprecò il ragazzo dagli occhi blu.

Mettendosi una mano sulla fronte, iniziò a camminare in avanti ed indietro per l'intera camera, segno ovviamente di disagio.
«Senti Lou, non fa niente» disse ad un certo punto Harry.
«Non fa niente cosa?» rispose lui.
«Non mi interessa se ti guardi quelle cose, non lo dirò a nessuno, te lo prometto» mise una mano sul cuore, in segno di promessa.
All'inizio non rispose, ma Harry gli sembrava un tipo apposto, un tipo troppo apposto per i suoi gusti, allora disse «Va bene, mi fido» e riprese il computer, riaccendendolo nuovamente.

«Che stai facendo?» chiese Harry, sedendosi accanto a lui.
«Cancello la cronologia, i miei genitori non devono vederlo» rispose.
Harry di scatto gli prese il polso destro per poi lasciarlo andare quando «Aspetta un attimo» disse.
«Che devi fare?» gli chiese, sempre in modo sgarbato.
«Non ho mai visto un porno gay» dichiarò «Voglio vederlo» completò.

I due ragazzi si guardarono intensamente, era tutto bizzarro, occhi verdi dentro occhi blu, una combinazioni di colori di cui loro erano estremamente orgogliosi.
Come si poteva dire di no ad Harry Styles?
Il liscio, sbuffando, cliccò il tasto Play per l'avvio del video.

Louis guardò attentamente il volto del riccio, aveva una faccia tra lo schifato e l'ammirato. E non capiva neanche il bisogno di guardare un porno proprio quando il riccio era nei paraggi.
Forse perché lo eccitava, ma non lo voleva ammettere.

I due ragazzi del video iniziarono a far uscire dalle loro bocche orgasmi altrettanto eccitanti, Harry si dovette sistemare il cavallo dei pantaloni poiché il suo membro si era rigonfiato.
Louis puntò lo sguardo in basso e per un attimo strabuzzò gli occhi.
Arrivando al limite della sopportazione, tolse la cartella del video, e cancellando l'intera cronologia «Ok, ora basta» disse.
Esattamente quando poggiò definitivamente il suo computer sulla scrivania, Harry sospirò.
«Devo andare in bagno» disse.

Louis immaginò cosa dovesse fare, nei porno imparò la parola masturbazione ed era sicuro fosse una bella sensazione.
Una volta ci aveva provavo, ma andò in panico quando dalla sua lunghezza uscì un liquido bianco. Senza farsi scoprire dai genitori e dalle sorelle, naturalmente, ricercò su internet se quello fosse normale.
Ed era una cosa più che normale, anzi, sarebbe stato strano se non fosse uscito il cosiddetto sperma.

Il riccio uscì dal bagno con le mani bagnate, e Louis sentendosi di nuovo a disagio dalla scena precedente, si diresse verso la porta, ma sfiorando appena la maniglia, sentii il tocco bagnato di Harry.
«Che-»
«Devo chiederti un favore, Louis» disse agitato.
Lasciando la maniglia, rispose con «Cosa c'è?»
«Vorrei che ci baciassimo» disse Harry senza staccare la mano dall'avambraccio del più grande.
«Cosa? Ma sei impazzito?» rispose Louis, scostandosi dal tocco che evidentemente cominciava a dargli fastidio.
«Solo uno, Lou» insistette Harry.
«Non sono o-omosessuale» rispose il liscio sedendosi sul suo letto.
«Neanche io lo sono»
«E allora perché lo vuoi fare?» chiese sistemando le gambe a farfalla.
«Non ho mai baciato un ragazzo» rispose tranquillamente.
«Ma neanche io ho mai baciato un-» puntò lo sguardo sugli occhi di Harry e Dio se ne era infatuato «ok, ok, ma solo uno»

Harry accennò un sorriso altrettanto eccitato e si sedette accanto al liscio.
Mettendosi poi di fronte a lui, con una gamba tesa al lato di Louis mentre l'altra poggiata al pavimento.

«Come, come-» dissero insieme poiché entrambi, sfacciati, alzarono le braccia per tenersi sulla mascella dell'altro.
«Ok, io ti tengo qui» disse Harry, prendendolo su tutte e due le guance.
«E io qua» completò Louis prendendolo per il bacino.

Harry fu il primo ad avvicinarsi.
Il liscio sentii il suo respiro sulle labbra e ricominciò a sudare per il nervosismo. Come se non fosse una cosa nuova.

«Devi stare tranquillo» sussurrò il riccio.

Louis annuì nervosamente, ma erano entrambi divertiti da quello che stavano per fare, tanto che insieme si sorrisero esattamente quando le loro labbra si appoggiarono l'una sull'altra.

Harry decise che quel bacio a stampo non bastava, aprendo un po' della sua bocca, leccò il labbro inferiore del liscio, quest'ultimo gemette senza neanche accorgersene e si ritrovarono a provocarsi con le lingue.
Ed era come se si stessero conoscendo di più, quando notarono che le loro labbra erano come dei puzzle, si completavano.
Louis si sentii troppo coinvolto, era bellissimo, bellissimo baciare quelle labbra e a lui piaceva, anche se sapeva di non poterselo permettere, essendo il successero della dinastia Tomlinson.

Entrambi si staccarono con delicatezza, il riccio fece un grugnito, segno di non volersi staccare.
Le sue mani erano finite fra i capelli del ragazzo di fronte a lui, iniziò anche a massaggiarglieli quando si sentii eccitato per la seconda volta in un'ora.
Aveva il bisogno di toccarsi di nuovo, ma non poteva farlo davanti a lui, sarebbe stato inadeguato ed oltre al limite.

«Dio» disse.
«Ti è piaciuto?» chiese Louis con la fronte poggiata alla sua.
«L'ho amata» rispose tenendolo stretto alla nuca «A te è piaciuto?»
«Anche io l'ho amata»

Harry si alzò dal letto, si sistemò i vestiti ormai stropicciati e dirigendosi eccitato di fronte alla porta, «Sarà il nostro segreto?» chiese.

«Solo nostro» rispose Louis con un po' di agitazione nelle vene.

Harry gli diede le spalle ed uscendo dalla loro stanza, sorrise.

17BLACK (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora