{2}Incubi

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due;incubi
Il bosco attutiva le mie urla e quelle di mia mia madre mentre degli uomini vestiti di nero ci seguivano per farci del male. Cercavo di correre più veloce che potevo ma non ci riuscivo. Ero ferma sullo stesso punto da tempo ormai e ora gli uomini cattivi mi avevano raggiunta. Cercavo di scappare dalla loro presa ma mi afferravano e mi immobilizzavano ogni volta.
Boom!
Un primo sparo riecheggiava nel bosco e le urla di mia madre si facevano spazio tra gli alberi . Erano urla di dolore,allucinanti. Urlava, si dimenava. Riuscì a liberarsi e a correre come poteva, poiché le sanguinava la gamba, ma non fu così veloce da poter scappare.
Boom.. l'ultimo colpo era stato sparato.

Il sudore accarezzava la mia pelle marmorea mentre io cercavo di respirare regolarmente. Ogni sera i miei peggiori incubi ritornavano a bussare alla mia porta come per ricordarmi che non se ne sarebbero mai andati via, che sarebbero rimasti lì e che sarebbero morti con me. Aspettavo di nuovo quel momento, il momento in cui sarei sprofondata di nuovo nella sofferenza ma speravo che questa volta sarei riuscita a rimanerci per poter perdere la ragione o magari -nel migliore dei casi- dimenticare la causa di tanto dolore. Il rimorso mi divorava giorno dopo giorno. Non avevo fatto niente, nulla che potesse aiutare mia madre. Ero una vigliacca egoista. Mio padre mi odiava per questo. E come biasimarlo.

L'orologio segnava le 4:27 ed era certamente presto per poter fare qualcosa, così tentai più e più volte di riaddormentarmi fallendo miseramente. Mi alzai e iniziai a suonare il pianoforte del salone.

In casa ero sempre sola. Mio padre, grande uomo d'affari, non aveva tempo per sua figlia. Prima il dovere, sempre e solo quello.
Bach risuonava nella grande casa mentre il dolore si affievoliva di nota in nota. La musica era l'unica cosa che mi dava sollievo oltre allo studio, a cui dedicavo tutto il mio tempo. Non avevo una vita sociale al di fuori delle mura della grande villa e quindi non c'era rischio di poter trascurare le lezioni o di saltarne una o addirittura di scappare di casa per andare ad una festa che mi fosse stata proibita. Non che mio padre fosse presente da potergli chiedere il permesso. Queste cose non sarebbero mai accadute. Io ero la figlia perfetta e così doveva essere. Io ero, in un certo senso, la causa dei miei peggiori incubi.

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