Capitolo[12]

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La mia mano era avvolta in un'altra mano, calda, familiare.
-Harry..Harry- chiamavo il suo nome con ansia. Nessuno rispose. Aprii gli occhi ed ero sola, completamente sola in una stanza bianca. C'era solo un letto né finestre né porte.
Avevo paura e il dolore al petto era di nuovo lì.
La stanza iniziava a circolare e a trasformarsi in nero mostrando il volto di Harry mentre minacciava quell'uomo. Un volto impresso di odio e cattiveria.

Mi svegliai di sbotto. Cercai di alzarmi ma un dolore allucinante al petto mi fece emettere un urlo.
Edward corse all'interno della stanza, affannato.
-cos'è successo?- chiese palesemente preoccupato.
-mi fa male il petto.- e mi toccai il punto in cui il dolore era insopportabile.
-hai avuto un infarto ieri notte- disse sottovoce. Il suo viso era triste e preoccupato. Era ancora legato a me, nonostante tutto e nonostante quel poco che c'era stato tra di noi, lui si preoccupava per me.
-cosa stai blaterando!- esclamai incredula.
-eri entrata in iper ventilazione e ho dovuto portarti in ospedale dove ti hanno diagnosticato un infarto.- disse con gli occhi rossi, quasi sull'orlo di una crisi di pianto.
-da quanto tempo non dormi?-
Lui mi guardò sorridendo, era adorabile.
-come fai?- domandò ancora con un sorriso da ebete.
-come faccio cosa?- domandai a mia volta.
-a preoccuparti per me quando dovresti essere in ansia per te- rispose dolce.
-sono viva- risposi secca.
-ecco cosa mi piace di te- affermò dolce ignorando il mio commento brusco.
-cosa?-
-mi piaci, mi piace il fatto che sei dolce, che ti preoccupi prima degli altri e poi di te, che ami i libri e che te li divori in poco tempo, amo il tuo vecchio modo di vestire, il tuo buffo modo di alzare gli occhiali e il tuo dolce modo di guardarmi anche se mi sembra più uno sguardo compassionevole che dolce. Ma nonostante io ti abbia fatto del male non hai esitato a chiedermi aiuto e a preoccuparti per me. Io ti amo, Meredith. Ti ho sempre amata dal momento in cui ci siamo seduti vicini duranti il test di trigonometria. So che tu non mi ami, ma ami Harry. Ma dovevo dirtelo perché non posso vivere con il peso che tu ti rovini con uno come lui.-disse guardandomi negli occhi. Il suo sguardo bruciava su di me e non ero abbastanza in forze per poterlo affrontare.
-cos'ha Harry che non ti piace?- domandai cercando di capire cosa sapesse.
-nulla e solo che... tu sei qui per colpa sua e perciò io lo odio. Il lato positivo è che stiamo insieme, finalmente, dopo tanto.- e poi si avvicinò, lentamente, alle mie labbra secche, le accarezzò con un dito e poi le baciò con dolcezza. Nulla a che vedere con i modi in cui Harry mi baciava, il suo era molto delicato.
Nell'istante in cui le nostre labbra si scontrarono, le stesse identiche emozioni provate la prima volta si insinuarono in me. Le farfalle si agitavano, le gambe si ammosciavano e io iniziai a tremare.
-ehi tutto ok?- chiese Edward mentre mi stampava delicati baci sul collo.
-è colpa tua- dissi arrossendo.
-cos' ho fatto?- domandò allarmato.
-mi fai battere il cuore.- e lo baciai con foga, passione, desiderio, risentimento. Tutto,quel bacio racchiudeva tutto. I pianti, il dolore, le nottate insonni, la delusione, la felicità, l'amore, la gioia. Tutto di questi 2 mesi.
Lui ricambiò allo stesso modo. Le nostre lingue erano impazzite e i nostri corpi erano sull'orlo di un orgasmo. Poi fummo interrotti.

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