{6}Mancanze

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Corsi verso l'uscita della scuola piangendo e maledicendomi per aver provato quel sentimento nei suoi confronti. perché? perché l'aveva fatto? Non avrei mai avuto le risposte a queste domande e nonostante lo sapessi, continuavo a torturarmi perché la mente umana è così: contorta,difficile e ingestibile. Così ero io, così era lui. Si dice che si amino i  propri opposti invece io mi sono innamorata di un uno come me, di una testa di cazzo.
mandai un messaggio a Fred e gli dissi di venire il prima possibile a prendermi perché non mi sentivo bene.
Le lacrime voleva uscire così come il dolore esigeva di essere vissuto. Io dovevo piangere prima di dimenticare. lui che doveva essere il mio futuro Sarebbe diventato il mio passato.
Tolsi gli occhiali perché bagnati com'erano, mi impedivano di vedere chi si stava avvicinando a me. Era Fred. Lo abbracciai e scoppiai a piangere.

Tornati a casa misi un po di musica deprimente e mi gettai a capofitto nei miei pensieri. Ricordai tutto e tutto mi sembrava così lontano,così irreale. Mi ero promessa che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrei ricordato quei momenti perché il passato era il passato e non poteva più tornare.
Mi aveva usato e io come la solita stupida c'ero cascata. Ma come poteva? come poteva essersi innamorato di una povera illusa? Non ero alla sua altezza. No, affatto. Dovevo cambiare. per me. Per essere più forte. Dovevo essere la ragazza bellissima dal cuore di pietra, quella che faceva perdere la testa a tutti e li faceva soffrire mentre lei rideva ed era felice dell'infelicità altrui.
Ma poi sarei diventata come lui, avrei fatto agli altri quello che lui aveva fatto a me e avrei fatto provare agli altri ciò che io stavo provando. E se io non lo volevo, gli altri lo avrebbero voluto? Certamente no.  Quindi la cosa più ovvia era creare delle apparenze, nel senso cambiare la mia immagine da nerd timida e ingenua a nerd sexy e determinata. si così andava decisamente meglio.
Sarei rimasta me stessa ma diversa.

Andai in bagno a cercare di riprendermi un po. Piangere impiegava energie. Ero un completo disastro. Veramente. Occhi rossi, gonfi. Viso pallido, capelli sfibrati, sempre in disordine. Non vedevano una piastra da quando avevo 8 anni. Ma vogliamo parlare dei miei abiti? Sul serio indossavo quegli stracci? No. No. No.

Corsi al centro commerciale e acquistai di tutto, scarpe col tacco, abiti sexy ma non troppo corti, gonne, maglie scollate. Andai dal parrucchiere per tagliare i capelli, un bel carré non avrebbe guastato. Poi feci i buchi alle orecchie e comprai un infinità di gioielli.
Gettai tutto quello che apparteneva alla vecchia me in soffitta.

Mi cambiai e indossai un bel vestito corto- arrivava al ginocchio- e decisi di andare ad una festa. La mia prima festa da quando avevo messo piede al liceo.
-Fred mi porti al 48esimo della 5 strada.- ordinai gentile. Lui annuì.
Dopo 18 minuti fummo davanti alla casa di Jason Ray, un ragazzo dell'ultimo anno che aveva dato un mega party a casa sua per festeggiare la vittoria della squadra di calcio. Aveva invitato tutta la scuola e poiché andavamo nello stesso istituto, anch'io ero stata invitata.
C'erano una marea di corpo accalcati e alcolici. Non avevo mai fumato o tanto meno bevuto ma quello era il passato adesso era arrivato il momento di essere un po' ribelle e godermi la vita.
Andai dritta verso il banco alcolici e mi scolai la bellezza di 3 birre. Non era stato difficile farlo e mi pentii di non averlo fatto prima. Un ragazzo mai visto in vita mia mi invitò a ballare.
Ci mescolammo alla massa omogenea di ragazzi sudati, arapati, ubriachi e fatti. Iniziai a muovermi in mosse strane. Ma lui non sembrò accorgersene. In fin dei conti mi stavo divertendo. forse era l'alcol che rendeva più gradevole la serata. ma non ne diedi molta importanza. La vecchia me sarebbe già scappata a gambe levate ma adesso sarebbe restata e avrebbe affrontato il problema.
-vuoi assaggiare una cosa?- disse urlando per sovrastare la musica. Io annuì semplicemente e mentre lo feci, nei suoi occhi si formò uno strano luccichio.
Mi prese per mano e andammo al piano di sopra, aprimmo numerose porte prima di trovare una stanza dove non si stesse facendo sesso.
Entrammo in una grande stanza con un grande letto a baldacchino. Mi stesi sopra e mi tolsi le scarpe mentre quel ragazzo prese dai suoi pantaloni una bustina che conteneva della polvere bianca. Sparse la cocaina su un comodino e la separò. Tirò su un po' di quella roba. Lo imitai e mi sentii subito in paradiso. Ero leggera, allegra, divertita. Stavo bene. Quella era una polverina magica.
-ti piace,dolcezza?- disse con un ghigno. La sua mano iniziò a salire dalla mia gamba all'interno coscia.
I miei sensi erano andati a farsi fottere. L'ultima cosa che ricordo è lui che iniziava a baciarmi avido il collo, la porta sbatters contro la parete e poi il buio più totale. Ricordo solo che l'effetto della polverina era scomparso dando spazio al dolore per la mancanza di Edward.

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