{5} legami

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I nostri incontri pomeridiani si svolgevano regolarmente nella casa sull'albero di Edward. Era bellissimo passare del tempo con lui, lui sapeva leggermi dentro e a differenza di altri, lui non mi spaventava. Gli avrei potuto mostrare i miei scheletri nell'armadio e lui non se ne sarebbe andato, sarebbe restato lì a fissarmi con quello sguardo che non riuscivo mai a decifrare ma l'importante è che sarebbe rimasto.
-Cassandra io ti amo e tu lo sai ma il nostro amore è un amore malato, un amore che porterà solo a sofferenze, sofferenza su sofferenza, dolore su dolore- fu così che si concluse il capitolo numero 7 del libro. Il povero contadino diceva addio alla sua amata ma io avevo riposto fiducia in loro perché 1 il libro non era finito e 2 sapevo bene che l'amore trionfava sempre, comunque sarebbero andate le cose. L'amore è un po come la vita, ingiusto ma con un lieto fine. Almeno così speravo e credevo fossero la vita e l'amore.
-che finale di capitolo- disse pensieroso Edward.
-eh già chi l'avrebbe mai detto che Paul l'avrebbe lasciata senza lottare, non ci potevo credere- dissi giocando con una ciocca di capelli ribelli.
-e tu come ti comporteresti in una situazione del genere?- domandò curioso e quella domanda mi confuse. Non avevo mai intrapreso una relazione con nessuno, anzi non avevo mai intrecciato nessun rapporto con nessuno, né che fossero ragazzi ne che fossero ragazze. Ero negata con le parole e tanto meno con i gesti.
Io ero da scoprire, piano piano. Ero come un fiore quando si strappano i petali durante il gioco "mi ama non mi ama". Avevo tante pareri da abbattere prima di scoprire la vera me. E Edward le aveva abbattute molte ma non credo sapesse esattamente chi fossi io. Non sapeva che persona enigmatica, contorta, difficile fossi e in che guaio si fosse cacciato. Non sapeva assolutamente nulla di me, nulla di rilevante, ovviamente conosceva solo ciò che io volevo che lui sapesse. Stavo immaginando tante cose ma sapevo benissimo che nulla di queste appartenesse alla mente ancora più enigmatica di lui. Immaginano una vita con lui, una vita fatta di amore di felicità, un vita di sentimenti e di emozioni forti. Immaginavo l'amore, quello vero, quello che avevo sognato anni e anni e che sperano di aver raggiunto. Lui era quello giusto? Come l avrei capito? Avrebbe corrisposto?
-ehi?- disse sorridendomi lievemente.
-ehi- risposi arrossendo
per l'imbarazzo.
-ho capito,tu non sapresti cosa fare,beh io invece farei così- disse dolce.
Afferrò quella ciocca ribelle che stavo attorcigliando tra le mie dita e me la mise dietro all'orecchio. Poi iniziò ad accarezzare la mia guancia sinistra e infine le
sue labbra sulle mie, il paradiso in un secondo e il cuore che batteva, forte come non mai.
-..Baciami ancora..- dissi. E lui ascoltò il mio consiglio è così da un semplice bacio a stampo si trasformò nella manifestazione del nostro amore, passionale, forte, desideroso e infinito. È l'amore che detta ogni legge.

Il bacio era finito ma io mi sentivo ancora tre metri sopra il cielo, sentivo
ancora il battito forte e il cuore impazzire,la mente andare in tilt,il mio sorriso allargarsi e i miei occhi lacrimare dalla felicità. Era successo, era questo che stavo aspettando. Era lui che aspettavo,era lui il vero amore. Mi sorrise e mi abbracciò forte. Poi mi baciò la fronte e mi disse: -ancora uno- e mi baciò di nuovo ma questa volta era diverso l'intensità, la durata, i sentimenti. Tutto era diverso.

Da quel giorno non l'ho rivisto più, è andato via, e con lui anch'io. Così come Paul aveva detto addio a Cassandra, Edward l'aveva detto a me, Ero morta dentro ancora una volta ma stavolta non c'era spazio per i pianti e le urla, no. Quel giorno le pareti che mi ero
costruita con tanta cura e amore erano state distrutte in un solo attimo e mi avevano reso vulnerabile e preda di tutti i mali. Lui se n'era andato e con lui anche la mia felicità, me stessa. Ero morta. Morta dentro.
Trascinavo il mio corpo verso il corridoio quando mi sembrò di rivederlo dopo mesi che se ne era andato da un giorno all'altro senza dirmi nulla. Basta. Un addio secco, anzi un addio mai esistito.
Non ebbi un miraggio, era lì. Ma non era solo. Una ragazza era con lui che lo baciava, così. Il mio cuore si spezzò e in quel momento Meredith era morta per sempre. Corsi verso di lui. Picchiettai le mie dita sulla
sua spalla. Quando si voltò i nostri occhi si incrociarono nuovamente e rividi tutto. Tutte le ore passate con lui, i momenti felici, i primi dialoghi. tutto.
tutte le emozioni provate in questi mesi stavano facendo a gara per uscire dal mio corpo. Si concentrarono tutte-la rabbia, l'odio, la
sofferenza, l'ira-nella mia mano desta che si trovò a sbattere contro la guancia sinistra di Edward. La violenza del mio schiaffo era stata davvero forte tanto da far girare il suo viso verso destra e farlo indietreggiare. Sulla sua guancia era stampata la mia mano. Era rossa e sicuramente bruciava ma non avrebbe mai fatto male come ciò che io sentivo. -addio- dissi acida e me ne andai.
Meredith era morta in quel preciso istante. Era nata una nuova me. Stavo cambiando. E lo volevo

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