{7}Mio eroe

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mio eroe; sette.
Mi ritrovai in un letto che non conoscevo, in una stanza sconosciuta per giunta in intimo e con un vuoto nella testa che non mi permetteva di ricordare cosa fosse successo la notte prima.
Mi alzai dal letto e non trovando i miei vestiti, indossai la vestaglia che era distesa sulla poltrona di velluto blu.
Scesi le scale mantenendomi allo scorri-mano mentre un' immensa villa stile vintage mi circondava.
Era a dir poco bellissima.
Vidi una donna intenta a preparare la colazione e con garbo le chiesi:- mi scusi signora, mi sa dire dove ehm..mi trovo?- La donna mi guardò con disappunto. Forse credeva fossi una prostituta. Ma che...
-si trova a villa Stil,signorina- scandì bene e con acidità l'ultima parola. Mi stava sulla... ehm "educazione Meredith"mi ripetevo.
Ero ancora più confusa. Non conoscevo nessun Stil. Chi era? Cosa voleva da me? Perchè ero qui? Era successo quello che io credevo fosse accaduto? speravo di no perchè sarebbe stata la cosa meno bella che mi poteva capitare dopo la rottura con Edward anche se in verità non stavamo insieme ma quel bacio per me aveva significato l'inizio per lui la fine.
La mia prima volta doveva essere una cosa... seria.
-finalmente ti sei svegliata!- esclamò un ragazzo. E che ragazzo! Era bellissimo.
I suoi capelli lunghi gli ricadevano sulle spalle mentre il suo fisico tonico era messo in evidenza da una t-shirt bianca. Aveva molti tatuaggi ed era uno stra-fico. E io? ero un disastro.
Per casualità mi ero specchiata nel frigorifero e avevo visto il trucco sbavato, i capelli arruffati che sembravo assomigliare ad una palla di pelo. Per non parlare del mio abbigliamento, definiamolo così.
Mi stava fissando quando una ruga interrogativa si insinuò sulla mia faccia da mostro. Dovevo dire qualcosa, prima o poi. Più poi che prima se continuavamo a guardarci e a non far nulla,di questo passo ci saremmo resi ridicoli entrambi. Poi mi venne un'idea stupida. Svenni. Meglio dire finsi di svenire. Ero strana,lo so. Ma non sapevo che fare. Dovevo prendermi del tempo per capire.

HARRY'S POV
Stavo ammirando la bellissima ragazza addormentata nel mio letto quando mi venne fame. Non l'avevo lasciata nemmeno un secondo in questi 2 giorni e non volevo non esserci al suo risveglio ma diamine la fame era troppa. Corsi verso la cucina e andai e feci colazione poi mi cambiai. Quando tornai nel grande salone della mia nuova casa la vidi in tutta la sua bellezza. Indossava la
vestaglia che le avevo pigiato sulla poltrona in caso si fosse svegliata in mia assenza. "Nemmeno a saperlo!" pensai.
Si voltò e mi guardò nello stesso modo in cui io guardo le chitarre di ultima generazione.
Aspettavo l'arrivo di un ciclone pieno zeppo di domande ma ciò che accadde fu a dir vero esilarane. Lei svenne e per
poco non sbatté la testa contro il tavolino. Questa ragazza attirava solo guai.
La portai in braccio fino alla sua stanza e l'adagiai con cura sul letto.
Dopo poco si svegliò.

MEREDITH POV
Ok il ragazzo sembrava a posto così decisi di continuare la mia recita. Aprii gli occhi e lo guardai ammaliata da tanta bellezza. Lui mi sorrise e disse:- vado a prenderti la
colazione, per piacere stai attenta- la sua voce era bellissima. Il canto di un usignolo avrebbe sfigurato. Ne approfittai per fare una doccia. Mi avvolsi in un asciugamano rosa. "Chissà perché ne avesse uno così" pensai. Guardai il mio riflesso allo specchio mentre le mie paure stavano facendo capolino dentro di me. Lasciai stare e mi gettai sul letto.
Harry entrò con un vassoio pieno zeppo di cibo. Cornetti,cioccolato, the, caffè, frutta e altro ancora.
Era buffo. Procedeva con cautela per non far rovesciare il liquido a terra. con fretta ma sempre molta cautela,appoggiò la colazione sul tavolino.
Lui mi guardò e sembrò che il tempo si fosse fermato in quell'istante. Avanzava verso di me con uno sguardo indecifrabile. pochi centimetri ci separavano. Le nostre labbra erano vicine ma non troppo da toccarsi. In imbarazzo infilai due dita nel cioccolato e glielo spalmai sulle labbra e poi leccai quella restante. Lui rimase confuso per un istante ma poi prese la panna spray e iniziò a spalmarla su tutto il mio viso. Voleva la guerra?
Iniziò la guerra più bella della storia, quella fatta di risate e divertimento.Ma purtroppo nessuno l'avrebbe mai studiata. Le armi? cioccolato e panna. Le nostre risate riempivano l'immensa villa. Continuammo così per un po' fin quando il suo braccio destro non afferrò il mio bacino. Mi spinse verso di se e cercò di nuovo quel contatto ma lo evitai di nuovo ponendo la mia mano sporca di cioccolato e panna spray tra di noi. Mi spiegò come fossi finita lì e poi mi lasciò lavare, di nuovo, in santa pace.
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-grazie per tutto.- dissi sulla soglia di casa.
Mi sorrise, poi mi chiese:- ti va di uscire qualche volta?-
-solo se tu non mi salterai addosso appena potrai- dissi sarcastica.
Non so perché l'avessi detto. Non era da me. La cocaina era andata al cervello. Cazzo...
-senta signorina, non l'ho fatto quando potevo..perché dovrei adesso?- chiese divertito. La sua risposta mi sollevò. Credevo se la fosse persa o qualcosa del genere.
-perché magari ti piace farlo con donne coscienti(?)- risposi ridendo.
-coscienti e consenzienti,mia cara.-
Scoppiammo a ridere. Era stata una giornata divertente e strana.
Riflettendo un po sulla situazione notai che lui mi faceva sentire libera, importante, diversa-in modo positivo,si intende- addirittura carina. Lui mi piaceva troppo era simpatico, divertente, dolce, affettuoso e non dimentichiamoci sexy e tremendamente bellissimo.
presi in considerazione l'idea di rivederlo.
Andai a letto e subito mi addormentai.
Quella notte nessun incubo mi perseguitò,no. Ma un sogno felice si.

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