- It was destiny ...
Accidenti, ventidue miglia non ti sono mai sembrate così tante!
Neanche i primi anni a Yale, quando il venerdì smaniavi per tornare a casa dalla mamma!
Long Wharf è una litoranea bellissima: da una parte le colline a picco, dall'altra la spiaggia e l'oceano.
Non incontri una casa da un paio di miglia, cominci a chiederti se il civico sia giusto. Il paesaggio è così quieto e scorrevole che quasi sembra impossibile che ci siano costruzioni.
- Eccolo! - gridi, mentre svolti a destra.
Una stradina sterrata conduce ad una piccola casa, nascosta alla strada da cespugli in fiore.
Esci dall'auto e l'aria di mare scuote i capelli e riempie le narici, lasciandoti respirare.
Ti avvicini alla porta, con il cuore che ti riempie il petto, fai per bussare e ti fermi: se avesse voluto che bussassi, non ti avrebbe lasciato la chiave.
La cerchi, con affanno, nella borsa dalle mille cianfrusaglie. La infili nella toppa e giri.
Una, due volte e la porta si apre.
- Jess? - chiami, sbirciando in ogni angolo. La stanza in cui entri piano è grande e la parete di fondo è occupata da un enorme vetrata sul mare.
- Jess ... - ripeti, ma la sua voce non arriva. Prosegui, una delle ante è aperta, la brezza muove la tenda leggera: ti sembra un invito!
Il cuore perde un colpo ad ogni passo che fai.
Sei sulla terrazza e l'oceano è ad un passo.
Jess è lì, a riva, seduto sulla sabbia, rivolto verso la linea sottile che mischia cielo e mare.
Lasci cadere la borsa, scendi per i gradini della scaletta e all'ultimo togli le scarpe.
La sabbia ti passa tra le dita, ancora tiepida del sole della giornata.
Sta leggendo, i piedi nudi e bagnati, le ginocchia piegate, il libro tra le mani che, saldamente lo tengono per la cima delle pagine