10. Luna Park!

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Appena varcammo la soglia,respirai di nuovo,finalmente. Sentivo l'ossigeno entrare nei polmoni,nelle vene.
Entrammo nella sua macchina e quando mi chiese dove avevo intenzione di andare,io dissi semplicemente "il più lontano possibile,ti prego".
Ebbene,stavamo davvero andando lontano,non sapevo precisamente dove,ma avevamo imboccato l'autostrada da un paio di ore e non eravamo ancora arrivati alla destinazione,qualunque essa fosse.
Nella Chevry di Parker,rosso ciliegia,il vento leggero dal finestrino, mi passava tra i capelli facendoli svolazzare da tutte le parti,sorrisi. Non mi ero mai sentita così viva in vita mia.

"Sei...bellissima...." Jason mi guardava con ammirazione,un po' imbarazzato e con un leggero rossore sulle guance. Gli sorrisi,in quel momento non sapevo fare altro a parte sorridere.

"Non so che dire,beh..."Risi" nessuno mi ha mai detto di essere bella,in effetti nessuno mi ha mai fatto un complimento."

"Sei diversa..."

"Diversa?"

"Si,da come tutti parlano di te pensavo fossi....fossi...." In quel momento non riusciva a trovare un termine esatto per descrivermi. Morte? Beh Jason,lo sono davvero. Sono esattamente come tutti ne parlano e parlano e parlano infinite volte.

"Jason..."

"Aspetta,fammi finire di parlare. Sto solo dicendo che ti descrivono diversa da come sei realmente."

"Come sono realmente?"

"Ti conosco solo da un giorno ma è come si ti conoscessi da sempre. Con me sei più tu di quanto pensi. Si sei scorbutica e forse anche la persona più cinica e insolente e testarda e pessimista che io conosca. Ma,sei anche molto più di tutto questo. Sei carina,intelligente e quando vuoi sai essere anche simpatica e..."

"Normale?" Conclusi per lui. Sapevo dove stava andando a parare,tutta una serie di aggettivi per poi arrivare a:normale. Ma la sua risposta,oddio la sua risposta,mi fece capire quanto mi sbagliavo,e fu la prima volta che non seppi veramente cosa dire.

"No cazzo. Tu non sei assolutamente normale Autumn,sennò non mi piaceresti." 

Finì lì la conversazione,poi dopo un'ora scoprii dove mi aveva portato. Al mare. Jason,tasto dolente avevi voluto toccare.
Il mare è forse la cosa che mi piace di meno:la salsedine che appena esci ti rende tutta appiccicosa e non desideri altro che andare a casa e farti una bella doccia profumata,i granelli di sabbia che si infilano in posti in cui non dovrebbero ma,a parte questi due elementi per gli altri il mare è...
Non so,forse divertimento.
A me non diverte affatto.

Scese dalla macchina,e non si rese nemmeno conto che non avevo per nulla intenzione di andarci e guardò il mare. Il vento scompigliava i suoi capelli ricci, e l'aria del mare lo rendeva così attraente che mi sarei potuta sciogliere da un momento all'altro.
Autumn. Ricomponiti. Quella terribile vocina mi urlava, ma io non ci riuscii. Era troppa la bellezza e il fascino da poter sopportare. Ma io non ero una persona fragile,che si arrende alle prime difficoltà,o almeno questo avevo pensato in diciassette anni di vita. Ed era magicamente impossibile cambiare da un giorno all'altro solo grazie ad una persona. Solo che io non ero cambiata,sfortunatamente ero ancora la vecchia Autumn.

"-1" Dissi.

"Aspetta che vuol dire?"

"Vuol dire che stavi andando bene."

"Ho rovinato tutto? Portandoti al mare?"Finalmente,aveva capito. Infatti,nel momento in cui risposi,già si trovava in macchina pronto a rimediare.

"Portandomi al mare."

"Dove vuoi che ti porti?"

In realtà,non ne avevo la più pallida idea. "Stupiscimi,Parker."

Non pensavo mi prendesse davvero alla lettera,perché quella giornata fu davvero indimenticabile. Andammo,innanzitutto a mangiare,in un ristorante molto carino e "chic" in riva al mare.Poi,Jason volle smaltire il pranzo con una passeggiata,ovviamente non sulla spiaggia,ma andammo in giro per la località che si riservò davvero accogliente. Ed infine,dopo una serie di battute,scherzi e gelato,ebbe la grande idea di portarmi al Luna Park.
Capite? Una come me al Luna Park? Una che non ha paura di niente e nessuno?
Ecco,gli feci provare una serie di giostre alquanto pericolose e lui non disse mai,e dico mai di no.

La giornata passò in fretta,e involontariamente ci ritrovammo davanti la porta della mia villa e invece di pensare:O MIO DIO c'è un ragazzo sulla soglia di casa che non vede l'ora di baciarmi;pensai:Chissà Jason dove abita. E come sapeva quella sera dove abitassi io? Gli domandai dove viveva non solo per curiosità ma anche per riempire quel vuoto che si era formato tra di noi.

"Proprio lí" mi indicò la villa difronte la mia. Appena resi conto che non mi ero mai accorta di lui,arrossii e guardai verso il basso. Davvero avevo passato l'infanzia e l'adolescenza nella casa difronte quella di Jason Parker,noto soprattutto per la sua popolarità a scuola,e non ne avevo la più pallida idea fino a quel momento? Okay,forse avevo in testa cose ben più importanti di lui,ma questo non tollera il fatto che si è sempre fatto passare inosservato da me,dalla mia famiglia. 

"Ehi..."alzai la testa" non c'è nulla di cui tu debba preoccuparti. Okay,ti ho vista crescere tra le rose del tuo giardino,mentre aiutavi tuo padre con le piante e ti preoccupavi di queste quando pioveva e...."

"O mio dio,Jason!" Mi coprii il volto con le mani mentre Jason continuava il suo monologo sulla mia vita fino ad oggi.

"E ricordo anche tutte le tue fughe;la prima fu ad otto anni,iniziai a seguirti,qualsiasi bambino curioso avrebbe seguito la sua vicina misteriosa e stra bella. Mi mettevo in disparte,dietro qualche mura,albero,lampione,insomma dietro qualsiasi cosa pur di non farmi vedere da te."

"Mi hai seguita anche ieri notte? "

"Giá,ma non riuscivo a trovarti e mentre correvo alla ricerca di una bambina sbarra adolescente sbarra donna,mi sei apparsa davanti,scaraventandomi a terra."

"Sei un cretino! Ci fu una volta,me lo ricordo perfettamente;avevo più o meno quindici anni ed ero appena scappata da una litigata furiosa con i miei. Corsi così tanto che alla fine mi perdetti. Poi,dal nulla apparse un biglietto con le indicazioni per tornare a casa,ed intravidi un ombra. Eri tu,brutto stronzo!"

Rise così tanto che alla fine cedetti e mi unii anch'io. Ci sedemmo sul dondolo,nella veranda di casa e continuammo a ridere senza proferire alcuna parola.

"Baciami." Mi disse,non ebbi nemmeno il tempo di replicare che spinse la bocca verso la mia.
Mi allontanai,non poteva baciarmi. Non ci saremmo più fermati,e poi sarebbe stata la fine per tutti noi. Mi alzai e andai verso la porta di casa.

"Autumn.....io..scusami sono stato troppo..."

"Jason...va a casa " glielo dissi più dolcemente possibile.
Entrai in casa,senza saluti,senza aver sentito la sua risposta. Questa situazione era troppo per una come me.
Mi abbandonai tra le braccia di Morfeo,mentre una lacrima salata mi contornò il viso.

One day,three AutumnsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora