6. Introduction

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Corsi finché il tempo non si fermó.Finché la mia mente non si fermó. Corsi finché  l'unica cosa che sentii era il sangue che mi pulsava nelle vene e il freddo dell'autunno abbracciare il mio viso.

Quella notte  litigai con i miei genitori,ci urlammo contro finché non presi la mia giacca e uscii di casa correndo. L'ultima cosa che sentii era mio padre che urlava "fallo,e ti rinchiudo di nuovo lá dentro"
Fallo. Intendeva morire. Temeva ch'io provassi di nuovo ad evadere da quel mondo usando la via migliore.
Che coglioni i miei genitori.
Che andassero a farsi fottere.

Il tempo passava e io non me ne resi conto fin quando non arrivai a casa di Summer.... alle tre di notte.... dall'altra parte della città.

Non volevo disturbarla cosí decisi di ritornare a casa. Sarei diventata un Hobbit e senza farmi notare avrei potuto sgattaiolare in camera mia. La rabbia che avevo smaltito stava iniziando di nuovo a ritornare e decisi di correre un'altro po'.
Contai i passi per ammortizzare il tempo:Uno,due,tre,quattro,cinque,sei...
Al centonovantesimo passo andai a sbattere contro qualcosa, o meglio,contro qualcuno.
Cadendo entrambi a terra,iniziai a ridere. Non sapevo perché ma risi come una cretina e poi quel ragazzo mi seguí. Aveva un risata bellissima,meglio della mia sicuramente. Ma quando lo guardai negli occhi,la realtà mi invase.
Ero sdraiata su un marciapiede,con un ragazzo e ridevo.
Sdraiata. Ragazzo. Marciapiede.

Scattai sul posto,ed iniziai a camminare ignorando la sua voce.
"Ehi aspetta!! Come ti chiami?"

Continuando a camminare a testa alta risposi:" Che importa? Quando tornerai a casa già avrai dimenticato il mio nome."

"Cosa te lo fa pensare?"

"Succede sempre così."

"Fermati aspetta!" Mi fermai e lo guardai negli occhi. Era cosí bello con i suoi occhi azzurri e il suo dolce sorriso. Per un momento pensai di potermi sciogliere,ma poi ricordai che io ero io e nessuno poteva sciogliere il mio cuore di ghiaccio.

"Cosa c'è?" Dissi. Volevo solo ritornarmene a casa,se questo idiota me lo permetteva.

"C-come ti chiami? Ti prometto di non dimenticarlo" Aveva un volto familiare,forse frequentavamo la stessa scuola,o forse no. Fatto sta che glielo dissi,il mio nome.

"Autumn"

"Bene Autumn,io sono..." Non volevo sapere il suo nome,non potevo. Le presentazioni non portano mai a nulla di buono,questo è poco ma sicuro.
Infatti lo interruppi:" Non mi interessa."

E ripresi a correre,ma quella notte non andai a casa.

One day,three AutumnsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora