15. Russell's Home

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Lo odiavo,tantissimo. Mi ero fatta prendere da mille emozioni quando chiusi la finestra e uscii di casa. Cominciai a correre,lontano,il più lontano da tutto ciò che mi ricordasse lui. Non sapevo cosa gli fosse preso,ma non se la doveva prendere con me,non avevo fatto nulla di nuovo o cattivo. Ero sempre stata me stessa,forse non al cento per cento,forse al cinquanta ma era anche molto più di sempre.
Andai a casa da Wesley,avevo bisogno di un amico che mi capisse e mi abbracciasse. Non che Summer o Sheryl non fossero state capaci di consolarmi,ma in quel momento mi sentivo più vicina a Wesley da confidare tutti i miei tormenti.

Citofonai,e mi venne ad aprire la madre. La genitrice di Wesley era una donna bellissima,vestiva sempre di rosa o blu e amava i fiori. Era molto diversa dall'oscurità che regnava dentro il figlio. Era bassina ed esile,aveva i capelli color oro raccolti in una crocchia ed un rossetto rosso che colorava perfettamente le sue labbra carnose.

"Salve Signora Russell,c'è Wes?"

"Oh cara,quante volte devo dirti di chiamarmi Rosy? Comunque sì è di sopra,vai."

"Grazie mille,Signora..Rosy. Grazie mille Rosy."

Aprii la porta della camera e trovai Wesley disteso sul letto,con le gambe verso l'alto,a leggere un libro. Avevo scelto proprio bene i miei amici,strani quasi quanto me.

"Guarda chi c'è. Dimmi fiorellino."

"Non chiamarmi così,lo sai quanto odio quel soprannome." Mi sdraiai sul letto accanto a lui e guardai le stelle nere dipinte sul soffitto bianco latte.

"Perché? Io lo adoro."

"Si,lo adori quanto adori farmi innervosire."

"Stai bene?" Ecco,se ne era accorto senza nemmeno guardarmi negli occhi.

"Sincera? No,per niente." Mi trascinó a fianco a se e mi cinse le spalle con un braccio. Mi avvicinai a lui con così tanto bisogno di calore umano che me ne meravigliai.

"Vuoi parlarne?" Scossi la testa non ero ancora pronta.

Restammo per un po' di tempo in silenzio, Wesley leggeva il suo libro mentre io pensavo in che modo gli avrei raccontato cosa era appena successo,in che modo avrei ammesso,non solo a me stessa,di provare qualcosa oltre l'odio,la rabbia e il risentimento.

Quel pomeriggio confidai a Wesley non solo i problemi che avevo avuto,ma riposi nelle sue mani la mia fiducia. Gli dissi tutto quello che per anni avevo tenuto dentro,mi liberai della frustrazione di essere abbandonata,della rabbia che provavo nei confronti dei miei genitori,del disgusto per quei ragazzi che cercano di essere chi non potranno mai essere,per quelle persone che ti dicono di amarti e poi ti tradiscono per la prima che passa e per chi crede nel per sempre.
Cari ragazzi,mi rincuora farvi sapere che il per sempre non esiste,quindi non perdete tempo nel promettere un'esistenza infinita,un'amore infinito perché tutto prima o poi muore e si spegne,quindi....vivete.
Vivete per me che non ho mai vissuto a pieno ciò che possedevo,per me che non ho mai vissuto a pieno le persone che amavo.

"Ti ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti?" Gli chiesi.

"Spara."

"In quel periodo non rispondevo a nessuno se non alla mia migliore amica,nemmeno ai miei genitori,ero completamente indifferente a tutto e a tutti.Ma quando ti avvicinasti a me,non so avevi qualcosa di diverso da tutti gli altri,ti sentivo come me, per questo ti risposi. O forse perché sei un fregno."

Scoppiò a ridere ma poi mi chiese a sua volta.
"Vuoi sapere perché mi avvicinai a te?"

"Dimmi."

"Forse perché sei una gran fica."

"Coglione!" Gli diedi un colpetto sul braccio e lo abbracciai prendendolo alla sprovvista. A quei tempi ero strana,un minuto nessuno doveva oltrepassare il mio spazio vitale,quello dopo abbracciavo chiunque mi si trovasse vicino. Restai a casa di Wes a fare i compiti per la scuola e la Signora Russell mi invitò a cena a mangiare cinese,era una donna che sperimentava molto per essere madre del mio migliore amico.
Quando giunse l'ora di andare Wesley mi accompagnò alla porta.

"Sono stata bene,grazie mille Wes."

"E per cosa?"

"Per esserci stato,ma anche per aver usato l'aggettivo gran fica."

"È stato un non piacere aiutarti." Rispose,alludendo al primo giorno di scuola quando gli dissi che non era stato un piacere conoscerlo.

L'amicizia certe volte ti prende alla sprovvista,gli amici veri ti entrano dentro;nel cuore e nell'anima e non hanno la minima intenzione di andarsene. Quando trovi qualcuno con cui non hai paura di essere te stessa devi tenertelo stretto.
Le cose cambiano e le persone vanno via. Assapora ogni attimo che la vita ti regala,solo così potrai dire di aver vissuto.

One day,three AutumnsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora