20. Visit

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In quella settimana non volli vedere nessuno,nemmeno i miei amici,nemmeno Jason.
Mi rinchiusi in me stessa e le mie giornate si limitavano in ospedale-casa,casa-ospedale. Non mangiavo,né andavo a scuola. Summer mi mandava ogni tanto le lezioni da recuperare per messaggio,non la ringraziai né le risposi.
Man mano,giorno dopo giorno scomparii e persino una mattina pensai di essere davvero morta. Non provavo più niente;se non rabbia nei confronti del mondo.
I miei genitori avevano deciso di aspettare,di lasciare che quella macchina  tenesse ancora in vita il corpo del mio adorato nonno,attenendo un miracolo,sperando in un suo risveglio dal quel sonno infinito.
Se lo avessero staccato,sarebbe morto. E che senso aveva,Continuare a sperare in una vita quando essa era ormai finita? 

Quella mattina fu la prima volta che acconsentii a ricevere visite,solo dai miei amici.

La prima ad entrare in camera mia fu ovviamente Summer che appena mi vide corse verso di me ad abbracciarmi e a illudermi dicendo che sarebbe andato tutto bene.
Ma io lo sapevo,sapevo che niente di tutto quello sarebbe andato bene. La mia vita non era programmata per quello,o ero semplicemente io a guidare in retromarcia.
Mi rifugiai nell'oscurità perché  essa era la mia vera casa:il buio,l'odio,la rabbia,la morte;cazzo,ero circondata da tutte quelle cose e non me ne resi mai conto.

"Autumn,so di non avertelo mai detto e penso che in questo momento non ti farà stare bene,sarà solo l'ennesima pedina di un gioco infinito ma io ti voglio bene e sono certa non lascerai che la vita ti distrugga."

Annuii,non riuscivo a parlare quindi la strinsi forte e quando se ne andò mi sentii vuota.

Ma eccola nella sua forma più sgargiante,Sheryl Norton e la sua cazzuta simpatia.

"Amica,ti trattano come se fossi una malata qui dentro.E cosa significa "unico giorno di visita"? Oh bella,mi dispiace dirti che non sei importante,non sto ai tuoi comodi. Se ti voglio venire a trovare vengo,non ho bisogno di certo del tuo consenso."

Scoppiai a ridere,mi era mancata.
Passammo un po' di tempo a parlare,cioè più che altro Sheryl parlò;io mi limitavo solamente ai gesti.

"Sheryl te ne vuoi andare o no? Ho bisogno di parlare con il mio zuccherino." La voce di Wesley mi invase i timpani. Gli saltai addosso,senza proferire alcuna parola ovviamente.

Wes mi raccontò tutto ciò che mi persi in quella settimana:di Sheryl che aveva tagliato i capelli alla professoressa Paltrow di matematica e fisica e dei panini gratis in mensa.
Sperava in un mio possibile ritorno a scuola,e magari anche di un ritorno alla vita vera. Temeva che,a furia di non parlare,sarei diventata davvero muta.

"Non riuscirei a vivere senza sentire la tua dolce voce,Angelo."

Decisi che l'indomani avrei almeno provato ad uscire di casa per fare una corsetta, e chissà forse sarei andata anche a scuola per il gusto di vedere la faccia stupita di Wes.

Quando uscì,ero ormai sola. La giornata delle visite era finita e i miei amici se ne erano andati. Mi stesi sul letto e chiusi gli occhi per un momento,mi girava la testa e avvertii un bisogno innato di gelato a stracciatella,peccato che Summer si trovasse a venti isolati da casa mia,nel suo caldo letto,magari in dolce compagnia di Wesley l'innamorato.

Aprii gli occhi e mi girai per vedere l'orario,ma appena lo vidi balzai. Cosa diavolo ci faceva qui alle...Controllai l'orario. Bene. COSA DIAVOLO CI FACEVI QUI ALLE DIECI DI SERA?

"Sei così bella quando dormi,non potevo svegliarti."

Non riuscii a parlare,ma avvertii un forte bisogno di urlargli conto. Mi diressi verso la scrivania e presi il mio telefono.

A Jason Parker
Da Autumn

Cosa vuoi a quest'ora?

Da Jason Parker
A Autumn

Te.

Lo guardai negli occhi,non ero furiosa ma volevo che la smettesse e facesse il serio. Non so come mai,ma capí.

"Non sto scherzando,Autumn. Sono preoccupato per te. Da quando è successo... quello che è successo ti sei chiusa in camera tua e non hai più voluto vedere nessuno. Ho bisogno di te,ma ho bisogno anche di sapere se stai bene."

A Jason Parker
Da Autumn

Per favore...vai via

"No non me ne vado."

A Jason Parker
Da Autumn

Non ho bisogno di te. Ora ti prego vattene.

"Smettila! Smettila di fare la bambina e parlarmi una volta per tutte! Smettila di chiudere le tue emozioni in te stessa e parlami. " Prese il mio telefono e lo lanciò dalla finestra. Appena realizzai cosa aveva fatto non ci vidi più.

"Cosa CAZZO hai in quel FOTTUTO cervello? Di quali CAZZO di problemi soffri?"

"Hai ragione,soffro di un serio problema forse. Quello di dipendere da te,Autumn. Voglio sapere se stai bene,se stai male,se soffri o se vuoi morire. Devo saperlo. Perché se io adesso sono qui è perché tu mi mantieni in vita. Io vivo solo se vivi tu,Autumn Lee."

One day,three AutumnsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora