11. Alcohol

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Le due settimane successive passarono talmente in fretta che non me ne accorsi,io e Jason avevamo imparato a conoscerci meglio,più in quei giorni che in tutta la nostra esistenza come vicini di casa. Ogni tanto me lo ritrovavo in camera mia,comparso dal nulla,diceva fosse una magia,un potere che solo lui possedeva nella sua famiglia e nel resto dell'umanità;ma io lo sapevo che entrava dalla finestra,la lasciavo aperta apposta per lui.

Da quella serata non tentò più di baciarmi,un po' ci rimasi male ma non mi importava più di tanto,desideravo solo la sua compagnia e il suo dolce sorriso. Assurdo come una persona possa cambiarti in così poco tempo,con Jason al mio fianco mi sentivo veramente viva. Scoprii cose nuove di me stessa che prima nemmeno io sapevo; solo grazie a lui e alla sua voglia di vivere.

Mi sono sempre chiesta cosa si provasse davvero quando ti piace una persona;nella mia vita ho sempre cercato di evitare quanta più gente possibile mi si avvicinasse (ovviamente poca) e non ho mai avuto un contatto vero e proprio con l'altro sesso,quindi potevo considerarmi una principiante in quel campo.

Nei primi giorni ho sempre cercato di stargli alla larga,ma era impossibile. Lui voleva stare con me,voleva passare del tempo con me a tutti i costi,successivamente scoprii che era un viziato di prima categoria.
Quindi,era impossibile mantenere le distanze da un tipo come lui. Ed ogni tanto mi chiedevo cosa ci vedesse di bello in me,cosa vedesse di bello nella morte. Perché questo ero,nient'altro che buio,oscurità,tenebre.

L'oscurità non può scacciare l'oscurità,solo la luce può farlo. L'odio non può scacciare l'odio,solo l'amore può farlo.

Ogni tanto,quando toccavo l'argomento, se ne usciva con questa frase di Martin Luther King. All'inizio non capii bene cosa intendesse dire,per me erano solo parole, messe una dopo l'altra che formavano una frase.
Non riuscivo a vedere quelle parole,solo sentirle.

Per chi se lo stesse chiedendo,no. Non stavamo insieme,eravamo solo amici.
E Wesley era più che felice di avere un maschio nella comitiva,sosteneva che troppe femmine lo avrebbero fatto diventare matto,soprattutto quando una di loro era destinata a diventare la sua ragazza e compagna di vita.
Jason non parlava più con i suoi amici,solo sguardi che racchiudono più di mille parole. Non gli ho mai chiesto perché si era allontanato così tanto con persone che lo avevano visto crescere,crescendo insieme a lui;non glielo chiesi mai perché un giorno si ritrovò in camera mia,per metà sbronzo,borbottando a destra e sinistra,lamentandosi di quanto la vita fosse stata così ingiusta con lui.

"Jason cosa stai dicendo? Siediti e calmati ora."

Lo feci sdraiare sul mio letto, e gli portai un bicchiere pieno di acqua e una fetta di pane e marmellata per smaltire la sbornia. Erano le 4 del mattino,puzzava di alcol e fumo,ed era così vulnerabile in quel momento che desiderai solamente stringerlo tra le mie braccia e sussurrargli va tutto bene qualsiasi cosa fosse successa.

"È l'ultimo anno di scuola,l'anno prossimo saremo entrambi al collage.Insomma,lo sai. Ho litigato con i miei su questo e come se non bastasse i miei amici mi hanno voltato le spalle solo perché mi sono innamorato!"

Da adolescente chiusa,in un primo momento non capii cosa intendesse.Ero così stupida da non aver capito la sua dichiarazione?
Ma poi eccola,puntuale come un orologio svizzero,la realtà.
Era. Ubriaco. Fradicio.

"La mia vita fa schifo,Autumn. Vorrei così tanto morire in questo momento,per questo sono qui."

All'inizio mi offesi per le parole che aveva usato.
"Sei qui per qualche consiglio su come morire senza sofferenze o cosa?"

"Assolutamente no,stupida. Sono qui perché....per diversi motivi." Disse,massaggiandosi le tempie.

"Ovvero?"

"Sei la prima persona che mi sia venuta in mente,ma anche l'unica che possa capirmi. Sono qui perché,onestamente,ho un terribile bisogno di te."

One day,three AutumnsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora