18. Confession

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"Pronto?"

"Devo parlarti."

"Ehm...ora... sono impegnato..." Sapevo cosa stava facendo,ma feci finta di nulla;così proseguii.

"Qualsiasi cosa tu stia facendo penso sia molto meno importante di quello che ti debba dire adesso. Quindi alza il tuo culo pesante da dove ti trovi, e dille che la richiamerai."

Restò sbigottito,potevo saperlo anche senza vederlo davvero negli occhi. Avevo bisogno di dirgli tutto quello che sentivo,tutto ciò che mi impediva di non viverlo,di non vivere la sua cotta,amore o qualunque cosa fosse quell'aumento di battito cardiaco quando ci tenevamo per mano,da amici .
Dopo un paio di minuti,capii cosa stesse facendo dall'urlo di quell'oca starnazzante di Jenna che gli gridava contro dicendo cose molto squallide che nessuna ragazza dovrebbe mai dire.

"Dove sei?" Lo vidi uscire dalla casa guardandosi attorno,non sapendo dove andare. Non poteva vedermi,avevo studiato una posizione perfetta dietro al palo della luce in modo da non farmi notare da nessuno.

"Qui." Uscii dalla posizione tattica e quando mi vide sorrise. Posai il telefono nello zaino mente Jason si dirigeva verso di me.

"Cosa ci fai qui?" Mi chiese. Okay era una domanda molto stupida per me ma alquanto sensata per lui che non aveva la più pallida idea di quel che stesse accadendo. Ma il fatto è che ero fatta così,ho sempre preso alla sprovvista le persone e sempre agito impulsivamente. Ma a volte,quando l'unica persona che sa leggerti l'anima si trova ad un passo da te, è facile accostare per un momento la ragione e farsi trasportare dall'impulso,dalla voglia irrefrenabile di avere di più.Ed io avevo una voglia matta di amare,non una persona qualunque,ma di amare proprio lui.

"Sinceramente? Non ne ho la più pallida idea,sono sconvolta quanto te. Ma prima di spiegarti,devi promettermi che non mi interromperai,perché già è difficile essere qui in questo momento figurati dire cosa devo dirti."

"Prometto di non interromperti neanche se ci fosse una pioggia di meteoriti."

"Okay,allora... Sediamoci prima"
Lo guidai verso una panchina vuota,in un quartiere di alta borghesia;non proprio il posto perfetto in cui avevo sempre immaginato di confidare i miei sentimenti. Mi guardò,impaziente.

"È difficile da spiegare,penso che potrei esplodere da un momento all'altro. In effetti l'ho sempre pensato,mi sono sempre immaginata come una granata:pericolosa per tutti,più ti avvicini a me più dopo ti fai male. Forse per questo ho sempre cercato di starti alla larga,pensavo che non meritassi di soffrire per una come me.
Io sono imprevedibile,domani non so come mi sentirò,se stanca,o confusa,o incazzata con il mondo. So solo che adesso sono qui,con te e ti sto aprendo il mio cuore. Non so perché proprio adesso abbia il bisogno di dirti queste determinate cose,credevo che sarei riuscita a tenermi tutto dentro come ho fatto in questi diciassette anni di vita. Ma sono arriva ad un momento,un periodo nella mia vita in cui non posso più contenere i miei sentimenti in un solo cuore. Ho bisogno di te,Jason. Non solo perché mi piaci;e si. Mi piaci. Ma anche perché sento il dovere di condividere con te tutto,non solo il mio presente ma anche il mio passato. Non riesco adesso a dirti tutto ciò che ho vissuto di bello e di brutto,sono disposta a rispondere a tutte le domande che mi porrai in futuro purché tu sia con me. Adesso ti sto guardando negli occhi e ti sto dicendo che ho bisogno di te più di qualsiasi altra cosa al mondo,mi perdo nei tuoi occhi ogni volta che i miei si contaminano del loro colore."

Non disse nulla e per un attimo pensai di aver sbagliato,di non essere ancora pronta per un'altra vita. Così proseguii.

"E tutta la mia teoria sulle granate e sul fuoco e sulle ferite... Beh tutte queste cazzate possono andare a farsi fottere,decisamente.
Perché con te vivo solo il presente. Niente passato,niente futuro;solo io e te,insieme,contro vento. "

"Non so cosa dire Autumn."

"Questa è proprio la reazione che non immaginavo potessi avere."

"Mi hai frainteso allora. Fino ad un minuto fa non sapevo cosa dirti,mi sono anche chiesto se qualcuno ti avesse fatto il lavaggio del cervello o qualcosa del genere. Poi hai detto "cazzate" e "farsi fottere" nella stessa frase,e lì ho capito che sei sempre stata la stessa Autumn di cui mi sono innamorato anni fa."

Sorrisi. Era lui. La persona che cercavo ogni volta che scappavo di casa,quella persona che mi avrebbe fatto stare bene,era lui. L'ho sempre avuto ad un metro di distanza da me,ma non me ne accorsi fino a pochi mesi fa.

Ora potevo dire di non aver alcuna distanza che mi separasse dalla felicità. Ce l'avevo proprio lì,davanti a me, e mi stava baciando.

One day,three AutumnsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora