Capitolo 2

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Julie riuscì a trovare la pagina verso la fine del quaderno. Indicava il numero di telefono di Jeff!

Prese il cellulare che normalmente non le serviva a niente se non a copiare dei disegni, e aggiunse il contatto.

Erano le 10.

Gli inviò un SMS dicendo -ciao Jeff, ti ricordi di me? Sono Julie- dopodiché aprì la galleria, scelse l'immagine di un personaggio di un manga, prese la matita e un foglio e si mise a ricopiarlo.

Un'ora dopo non aveva ancora risposto perciò Julie, impaziente, decise di fare una telefonata.

Aprì l'app telefono e selezionò il suo unico contatto oltre la zia.

Appoggiò il cellulare all'orecchio e lo sentí suonare. Dopo un po' si sentí la voce di Jeff rispondere -chi è?- con una voce che sembrava arrabbiata.

Julie, sicura che la voce appartenesse a Jeff, rispose -ti ricordi di me? Sono Julie!-

-che cosa? Julie?!- disse Jeff sorpreso.

-sì, sono io!-

-oddio... Julie, quanto tempo! Mi sei mancata tantissimo!-

Julie era davvero felice nel sentire quelle parole.

-Jeff, mi sei mancato anche tu!-

-ho saputo che i tuoi sono morti-

-sì, sono stati uccisi una notte mentre dormivo da mia zia Betty-

-si sa chi è stato?-

-no ma... Si pensa sia stato un serial killer dal nome sconosciuto, che alle vittime fa sempre... Una specie di sorriso-

-oh... Ne ho sentito parlare-

-e i tuoi come stanno?-

-ehm... Sono stati uccisi... Dallo stesso killer-

-oh-

Julie si sentí un po' a disagio... In effetti lui sapeva che i suoi erano morti, ma lei non sapeva che erano morti anche i genitori di Jeff. Balbettando disse -c-condoglianze...-

-ehm... Grazie...-

Dopo alcuni, interminabili, secondi di silenzio, Jeff riprese a parlare.

-che fai di bello?-

-prima di telefonarti, stavo disegnando...-

-hai mantenuto la tua passione per il disegno?-

-proprio così-

-andrai all'artistico?-

-no, allo scientifico, è più vicino. L'ha scelto zia Betty, io volevo andare all'artistico. Tu dove andrai?-

-ehm... Io...-

Dopo una breve pausa, che fece capire quanto fosse a disagio nel dire dove andrà, Jeff cambiando argomento disse -ora vivi da zia Betty?-

-sì-

-e com'è?-

-orribile. Per tutta l'estate non mi ha fatto uscire dalla mia stanza-

-oh... Mi dispiace-

-tranquillo, non è mica colpa tua-

-ehm... Lo so-

-tu che fai? Non mi hai risposto al messaggio-

-scusa... facevo i... compiti per le vacanze!-

-cosa? Per il liceo? Ma non ci sono compiti per il primo anno di liceo. Sei stato bocciato?-

-no... ehm... sono compiti che mi sono dato io per... non perdere l'abitudine di studiare-

-capisco. E da chi sei andato a vivere dopo la morte dei tuoi?-

-veramente, vivo da solo-

-da solo? I minorenni possono vivere da soli?-

-vivo nella stessa casa dove vivevo prima della morte dei miei. E... ogni tanto dei tizi vengono a controllare che tutto sia a posto-

-capito-

-ti va se nel pomeriggio ti faccio visita da zia Betty?-

-che cosa? Non credo proprio che sarà d'accordo!-

-non lo credo nemmeno io, ma voglio vederti lo stesso. Entrerò dalla finestra-

-dalla finestra? Stai scherzando vero?-

-nono, tu aspetta lì. Sarò da te tra un'oretta-

-che cosa? Ma... non...-

Julie si interruppe quando sentì che la chiamata era finita.

Era un po' confusa... sarebbe entrato dalla finestra? Tra un'oretta? Beh, però erano le 11 e mezza, e di solito intorno all'una la zia le dava il pranzo.

Cosa fare? Doveva evitare di mangiare o la zia l'avrebbe potuto scoprire. Allora dalla sua stanza urlò -ZIAA A PRANZO NON MANGIO, NON HO FAME- nonostante in quel momento la sua pancia implorasse un po' di cibo.

-Meglio così, ma la prossima volta che non mangi di tua volontà, avvertimi prima!-

Così... Jeff sarebbe veramente arrivato tra un'ora? Se era così doveva prendere i vestiti più decenti che aveva e riordinare tutta la sua stanza che era un manicomio di disegni sul pavimento.

Passò un'ora a impilare tutti i fogli in un angolo della stanza, ed era una pila così alta che le ci voleva la scala (che fortunatamente nella sua stanza aveva) e le era già caduta tre volte. Stavolta fu sollevata di esserci riuscita, e guardò l'orario: 11 e 25. Jeff sarebbe anche potuto venire in quel momento, quindi doveva sbrigarsi a cambiarsi, aveva la camicia da notte bianca e bucherellata e certamente non poteva farsi vedere con quella.

Prese una magliettina bianca che aveva prima di trasferirsi dalla zia ed una minigonna jeans, andò nel bagno attaccato alla sua stanza per evitare se Jeff fosse arrivato che la vedesse mentre si svestiva, e si cambiò.

Due minuti dopo era pronta, stava per aprire la porta del bagno quando sentì dalla sua stanza un forte rumore.

Do you remember me, Jeff?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora