Arrivai al 8713 di Beverly Blvd nella West Hollywood verso le 21:30 di sera. Essendo la mia prima volta in quello squallido locale mi diressi verso il bancone per chiedere cosa avrei dovuto fare. Il proprietario grasso e barbuto mi guardo in modo strano ma lo ignorai e mi avvicinai lentamente.
"Mi scusi...è il mio primo giorno di lavoro qui. Mi potrebbe dire dove devo andare?" chiesi educatamente.
"Ciao tesoro. Dimmi il tuo nome che controllo." Mi disse lui squadrandomi da capo a piedi.
"Mi chiamo Jane Stevens" risposi evitando il suo sguardo.
"Ok allora vai in quello stanzino e chiedi di Stuart. Lui è il responsabile." Rispose. Io lo salutai velocemente e mi avviai nella direzione che mi aveva indicato. Appena entrai in quello sporco stanzino la puzza di sudore e l'agitazione si potevano percepire nell'aria. C'erano ragazze poco vestite che correvano di qua e di la urlando e ridendo. Ma in un nightclub era comprensibile.
Da quando mi sono trasferita qui non ho ancora potuto fare nuove conoscenze e amicizie. Ma Los Angeles è una città grande, per questo la scelsi come mia meta per cambiare vita. Chissà forse proprio in questo lurido posto avrei potuto conoscere qualche nuova ragazza che mi avrebbe aiutato ad ambientarmi.
Un uomo molto basso e calvo mi si avvicino in fretta e furia e compresi dal suo sguardo che era parecchio arrabbiato.
"Jane? Dove cavolo eri finita? Guarda che siamo in un fottuto ritardo! Muoviti vai nei camerini e cambiati!" mi urlò improvvisamente. Non ebbi neanche il tempo di rispondere che subito mi lanciò addosso un bikini striminzito e mi fece cenno di sbrigarmi. Un po' impacciata mi avviai verso quelli che dovevano essere i camerini e mi ci infilai dentro. Cinque minuti dopo ero pronta per iniziare a fare la "spogliarellista". Già, in Italia facevo una vita da cani e non avevo un lavoro che mi permettesse di fare la vita agiata che avrei voluto sin da piccola. Volevo assolutamente cambiare vita e ambiente, quindi senza soldi e nulla presi il primo volo per Los Angeles e una settimana fa arrivai qui. È incredibile quanto costino poco gli appartamenti qui. Con soli 150 $ al mese mi sistemai in un piccolo monolocale adatto a me. Ero una ragazza giovane di 19 anni in una città sconosciuta e senza nessuno al mio fianco. Per certi versi ero ancora una bambina. Ma che cosa avrei dovuto fare?
Mi avvicinai al gruppo di ragazze che avevo davanti e che erano vestite uguali a me e ascoltai cosa stava dicendo il capo che se non ricordo male si chiamava Stuart.
"Allora ragazze. Oggi lavoreranno solo 6 di voi. È venerdì sera quindi cercate di fare del vostro meglio, voglio clienti soddisfatti. Muovetevi come sapete fare voi e fate godere gli uomini che vi pagano. Le regole sono sempre le stesse: non stringere amicizie con i clienti, fatevi sempre pagare per qualsiasi cosa e non bevete durante l'orario di lavoro. Ora muovetevi!" concluse Stuart. Ero veramente insicura e non sapevo quante figure di merda avrei fatto quella sera.
Appena salite tutte sul proprio palchetto la musica cominciò a trapassarmi le orecchie e le luci colorate ovunque mi impedivano di vedere quanta gente ci fosse nel locale. Erano appena le 22:30 e per quella città era anche fin troppo presto. Presi coraggio e cominciai a ballare nel modo in cui sapevo fare. Sapevo che avrei dovuto muovermi nel modo più sensuale possibile ma il mio imbarazzo e la mia insicurezza in me stessa me lo impedivano. Le regole erano semplici: chi riusciva a fare più soldi con i clienti se li teneva. Così dopo un'oretta di ambientamento, quando il locale cominciò a riempirsi, presi coraggio e ondeggiai con più forza i fianchi. Gli uomini cominciavano a sedersi davanti a me e a ridere tra di loro. A un certo punto uno di loro si avvicina a me e mi infila una banconota negli slip.
"Sei brava ragazza, continua così! Non avere paura" mi sussurrò poi in un orecchio. Feci come mi aveva detto e senza timore feci scivolare le mie mani sui miei seni e poi giù fino alla pancia. Stavo acquisendo sicurezza e anche le banconote aumentarono piano piano. Quella sera avevo il turno fino alle 03:00 ed ero molto stanca. Ma non potevo ritirarmi il primo giorno di lavoro. Dovevo fare una buona impressione. Improvvisamente mi sentii strattonare per un braccio e mi ritrovai faccia a faccia con Stuart.
"Che cosa diamine stai facendo?!" mi disse evidentemente arrabbiato.
"Ehm....io ecco ...stavo provando.." blaterai qualcosa ma non ebbi il tempo di formare una frase sensata che lui riprese a sgridarmi.
"Devi muoverti molto più sensualmente tesoro! Non puoi ballare come una mazza di scopa! Cerca di essere più sexy e più selvaggia! Gli uomini devono fare pensieri sporchi su di te! Ma soprattutto devono pagarti." Finì la sua predica .
"Ok va bene Stuart ci proverò" risposi al meglio.
"Sali su quel palco e mostra la tua merce bambina!!" urlò per ultimo e mi spinse fuori. Per un attimo restai abbagliata dalla forte luce che mi penetrò gli occhi ma mi vennero in mente subito le parole di Stuart e feci del mio meglio per guadagnarmi lo stipendio che mi serviva ormai da troppo tempo.
Erano ormai le 02:00 di notte e io ero sfinita. Tutte le altre ragazze si muovevano e si mostravano molto meglio di me. Probabilmente avevano più esperienza in quel campo. Non volevo sembrare una troia come loro, ma volevo comunque fare quel poco che mi permettesse di guadagnarmi i soldi necessari per vivere. Nessuna delle altre ragazze mi aveva degnato di uno sguardo, quindi neanche io corsi da loro per farmi conoscere.
Mancava ormai mezz'ora alla fine del mio turno di lavoro e i 5 uomini che avevo radunato attorno a me mi lanciavano banconote come di solito si fa con le papere e le briciole di pane. Ero davvero troppo stanca e sarei voluta scappare via da quel posto. Ad un certo punto però le porte d'ingresso si spalancarono e circa 3 uomini robusti vestiti in giacca e cravatta si fecero largo tra la folla che si accalcava fuori. Non capii esattamente perché tutta quella gente urlava e stava lì fuori ma cercai di guardare meglio. I 3 uomini robusti si spostarono per far entrare un ragazzo dalla pelle olivastra e dai capelli neri corvini. Aveva una camicia nera sbottonata fino al petto e dei jeans strappati sulle ginocchia. Era un ragazzo molto affascinante e il suo viso non mi era per niente sconosciuto, ma non riuscivo a ricordarmi chi fosse. Tutti gli uomini seduti si agitarono e cominciarono a parlare tra di loro. Non capii nulla di quello che dissero perché la musica sovrastava le loro voci. Ma un nome arrivò al mio orecchio e non lasciò più la mia mente.
"Zayn Malik" e da quel momento capii tutto.
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CIAO RAGAZZE! QUESTA E' LA MIA PRIMA FAN FICTION QUINDI SIATE BUONE VI PREGO :3 SPERO CHE VI PIACCIA E FATEMI SAPERE COME LA TROVATE, SE VI PIACE, SE VI FA SCHIFO O ALTRO HAHAHA :) BUONA LETTURA E AL PROSSIMO CAPITOLO :)
-zayn's girl.
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HOOREY HENRY
FanfictionJane Stevens è una semplice ragazza di 19 anni. Capelli castani, occhi scuri e una carnagione chiara. Dall' Italia arriverà nella grandissima Los Angeles alla ricerca disperata di un lavoro e di una vita migliore. La spogliarellista per lei sarà un...