CAPITOLO 3

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Il sole era già alto nel cielo e penetrava tra le persiane della mia finestra. Mi affacciai al comodino per vedere che ore erano: 10:23. Come cazzo ero riuscita a dormire fino a quell'ora? Forse il fuso orario mi sbalzava un po' il sonno.

Mi venne subito in mente l'avvenimento della sera prima, ciò che era accaduto con Zayn e (ahimè) anche la figura di merda che avevo fatto. Il suo sguardo,però, rimaneva impresso nella mia mente e non riuscivo a togliermelo dalla testa. Ancora non ci potevo credere che fosse veramente lui. Ma oggi non ci volevo pensare, quella notte avevo dormito male e dovevo recuperare.

Da quando i miei genitori morirono in quel fottuto incidente stradale non riuscivo più a dormire bene come una volta. Avevo gli incubi e mi svegliavo ad orari assurdi della notte. Ero molto affezionata ai miei genitori e quando a 16 anni non tornarono più a casa mi dovetti adattare e crescere molto velocemente. Ricordare quel brutto periodo per me è molto difficile. Non ho più nessuno al mondo della mia famiglia ed è difficile da pensare.

Decido di smetterla di deprimermi e di uscire un po'. Faccio colazione con un succo e del bacon (devo ancora abituarmi a come mangiano qui) ed esco di casa. Vorrei tanto fare una corsetta in un parco all'aperto ma credo che in questa città non ci sia neanche un angolo verde. Così mi incammino e vado alla ricerca di una palestra.

"Gold's Gym" la scritta enorme davanti a me mi convince ad entrare e a provare qualche esercizio. Voglio tenermi in forma e questo è il primo passo. All'interno non c'è quasi nessuno e la cosa mi sembra strana.

"Mi scusi signorina siamo chiusi" la voce squillante di una ragazza più o meno della mia età mi fece sobbalzare.

"Ah scusi non lo sapevo, cercavo una palestra per fare qualche esercizio" risposi.

"Guarda se vuoi noi siamo aperti dal lunedì al venerdì e non facciamo pagare tanto. Comunque io sono Sarah piacere! Lavoro qui" mi rispose con un enorme sorriso. Forse questa poteva l'occasione di conoscere finalmente qualcuno di nuovo.

"Ah grazie! Io sono Jane piacere! Magari lunedì passo così provo a fare qualche cosa!" risposi anche io sorridendogli. Era simpatica dopo tutto.

"Certo con molto piacere! Io sono sempre qui per darti una mano!" ci salutammo così e io uscii dalla Gold's Gym.

Quella sera al lavoro avrei avuto lo stesso turno della sera precedente, così tornai a casa non avendo nient'altro da fare.

Quando arrivai mi tolsi tutti gli indumenti di dosso e mi fiondai sotto la doccia, ne avevo proprio bisogno prima di tornare in quel lurido posto dove lavoravo. Restai sotto il getto per almeno un quarto d'ora. Pensavo a tutta la mia vita, al mio trasferimento a Los Angeles, al mio sporco lavoro, ma la cosa a cui pensavo più di tutte era il mio incontro con Zayn. Il mio idolo fin dall'adolescenza. Avevo mille domande che mi frullavano in testa, pur sapendo che non avrei dovuto pensarci.

I nostri sguardi si erano incrociati ed erano rimasti incatenati l'uno nell'altro per parecchio tempo. Aveva significato qualcosa per lui? Per me significava qualcosa? Perché mi aveva chiesto come mi chiamavo? Le domande erano infinite, così uscii dalla doccia e mi fiondai sul divano ad ascoltare un po' di musica che ascoltavo da adolescente. Gli One Direction. Avevano una voce sempre stupenda come la ricordavo, ma più di tutti volevo risentire la voce di Zayn. Era così rassicurante e dolce. La sua voce mi fece rilassare e mi addormentai come un sasso.

Avevo dormito tantissimo, forse troppo. Sobbalzai dallo spavento e dalla paura di aver saltato il mio secondo giorno di lavoro. Guardai l'orologio e segnava le 20:15. Che culo, avevo giusto il tempo di prepararmi e di andare. Mangiai delle uova al volo e corsi in bagno per lavarmi i denti, per truccarmi un pochino e per vestirmi.

HOOREY HENRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora