Capitolo 11: Lo scontro

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Prendo le scale di emergenza perché non voglio farmi vedere in questo stato da tutti specialmente dai mie colleghi, apro la porta di emergenza che mi porta fuori all'albergo ed esco sempre di corsa ma la mia solita sfortuna che mi accompagna sempre da quando sono nata mi fa sbattere contro due spalle enormi facendomi cadere come una pera cotta a terra. Cerco di rialzarmi dopo il capitombolo che ho dato cadendo ed una mano mi offre il suo aiuto per alzarmi<< Signorina come si sente? Scusi, solo che non l'avevo vista mi dispiace, si è fatta male? ora la porto subito in ospedale per farla controllare e vedere se ha subito un trauma cranico>> rimango sconvolta da così tanta bellezza ma cavolo in questa isola se non sono belli non li fanno entrare è un ragazzo alto biondo e due occhi verde smeraldo che risaltano grazie all'abbronzatura dorata del suo incarnato ci metto un po a spiccicare qualche parola<< S-scusi io le sono venuta addosso ma sa non l'avevo vista e non si preoccupi nessun ospedale sto bene>> finito di dire ciò mi viene un forte capogiro lui capendolo, prima che il mio sederino tagli 46 raggiunga il pavimento a distanza di 5 minuti dall'ultima volta, mi sorregge con le sue braccia forti mi fa sedere nel suo fuoristrada un bellissimo Porche Cayenne nero e vedo che afferra il suo cellulare ultimo modello e digita qualcosa e se lo porta all'orecchio << Smith son Parker sto arrivando con una signorina con un probabile trauma cranico liberami la tac fin quando non arrivo nel giro di 10 minuti sono lì>> e chiude senza manco dire ciao grazie niente di niente poi si rivolge di nuovo a me<< Senta signorina come si chiama? Io sono William Parker un neurochirurgo del Green Hospital ora la porto lì e le faccio fare una tac per vedere se ha riportato versamenti interni non si preoccupi non si è mai troppo prudenti, e no non accetto una risposta negativa d'altronde si ascolta sempre un medico no?!>> rimango allibita davanti a così tanta prontezza e non posso che rispodergli << mi chiamo Maya Helsen e okey mi può portare all'ospedale se ne reputa la necessità solo la prego anzi ti prego diamoci del tu perché mi sta sembrando un dialogo tra due vecchi settantenni visto che c'è anche l'ospedale di mezzo>> lui scoppia in una sincera risata che mi porta a ridere con lui. Mi sistemo in quei morbidissimi e comodissimi sedili in pelle mi allaccio la cintura e mi tocco la fronte oddio mi sta uscendo un bernoccolo oh no cavolo! Sono in una macchina lussuosissima con accanto un medico premuroso e bellissimo e sulla mia fronte sta uscendo un bernoccolo stile unicorno no questo è peggio della comparsa di un brufolo in viso al primo appuntamento perché almeno quello con un po di trucco si nasconde ma come nascondo questa collina comparsa in pieno viso?! Passato l'imbarazzo iniziale cerco di non pensarci e sento che la radio sta emettendo la mia canzone preferita Chandelier di Sia e senza pensarci su comincio a cantarla e vedo che il mio bel dottorino mi guarda non so se sconvolto o divertito e incomincia a cantare anche lui man mano che la canzone si avvicina al ritornello i nostri toni di voce si alzano sempre di più fin a quando finita la canzone ci guardiamo e scoppiamo in una fragorosa risata senza accorgermene siamo arrivati all'ospedale lui mi aiuta a scendere dalla sua bellissima macchina e ci incamminiamo all'entrata dell'ospedale. Entrati dentro lui saluta tutte le infermiere e fa segno ad una di portare una sedia a rotelle oddio no ma sta scherzando spero, a cosa mi serve una sedia a rotelle mica mi sono rotta una gamba ho preso solo una brutta botta alla testa cerco di evitarla ma lui mi spiazza rispondendomi << Maya anche se ti giuro che mi farebbe un immenso piacere averti di nuovo tra le mia braccia, e non prendermi per un poco di buono, ma se ti gira di nuovo la testa rischi di cadere se non ti afferro velocemente come prima quindi ora fai la paziente diligente e a me fai fare il dottore preoccupato, tanto tranquilla è solo il tempo dell'ascensore e poi ti potrai alzare perché ti stenderai sul lettino per fare la tac>> Senza riuscire ad emettere nessuno suono gli sorrido e faccio segno di sì con la testa e mi seggo sulla sedia a rotelle, che nel frattempo quella gentile infermiera ci ha portato. Entriamo nell'ascensore e oh mio dio mi giro alla mia destra e mi vedo riflessa nello specchio sono un mostro l'incontro-scontro con il bellissimo dottorino mi ha fatto dimenticare che stessi piangendo prima del capitombolo sono un disastro ho tutto il trucco sciolto e i capelli non ne parliamo tutti arruffati come le piuma di un pulcino cerco di sistemarmeli alla meno peggio con le mani e prendo delle salviettine umide dalla mia borsa per levarmi tutto quel trucco scolato in viso, solo che mi accorgo dopo che non sono da sola in ascensore tutti mi guardano straniti tranne il bel dottorino che si avvicina al mio orecchio e mi dice<< sei bellissima anche con i capelli un po sfatti e con un po di trucco sbavato quindi non oso pensare quando sei sistemata>> il cuore mi batte a mille questo ragazzo è troppo dolce non fa altro che farmi complimenti e rassicurarmi anche in questo momento che sono uno straccio per colpa di Daniel lui mi ha ridotta così ieri sono uscita e mi sono ubriacata fino a non capire nulla perché avevo litigato con lui oggi pomeriggio ho tutto il trucco sbavato perché stavo piangendo per lui e tutta colpa sua basta non penserò mai più a Daniel Forcks. William arrivati nella sala tac mi ha aiutata a distendermi sul lettino e mi ha detto tu stai tranquilla io vado di la vedo attraverso un monitor cosa succede nella tua testolina e poi torno qui. Finita la tac rientra nella stanza e mi dice<< Dalla tac per fortuna non è risultato nessun versamento interno quindi puoi tornare a casa ma almeno oggi pomeriggio cerca di stare a riposo>> dopo averlo ringraziato lui si offre di accompagnarmi in albergo sapendo dopo che io gli e l'ho detto che lavoravo e alloggiavo lì e io accetto molto volentieri. Arrivato davanti all'entrata dell'albergo lui scende mi apre lo sportello, che galantuomo, e mi chiede se magari stasera sempre che non mi sento male di uscire per una cenetta tranquilla io e lui, accetto volentieri, così almeno non starò in stanza a pensare e piangere tutto il tempo per Daniel, ci scambiamo i numeri di cellulare e mi saluta con un bacio sulla guancia io faccio altrettanto ringraziandolo ancora per ciò che ha fatto per me oggi e poi rientro in albergo


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