Capitolo 17.

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L'aria era fredda e fu proprio essa a svegliarmi, la mia pelle era ricoperta di brividi e mi rigirai nuovamente tra le lenzuola scure del letto.
Profumavano di lui e di me, era un delizioso mix che non potevo non apprezzare.
Al mio fianco non trovai nessuno e portai subito lo sguardo verso la sveglia presente sul comodino, il piccolo oggetta segnava ormai le due e venti passate.

La finestra era stata spalancata e Zayn era appoggiato sul davanzale avvolto dal fumo di una delle sue solite sigarette. Impiegai pochi secondi prima di alzarmi e raggiungerlo, sembrava non essersi accorto di nulla.

-Non riesci a dormire?- formulai la domanda osservandolo fumare con calma.

-No, per niente. Scusa se ti ho svegliata-

Il suo sguardo era come perso e continuava ad osservare un punto indefinito di fronte a sè. C'era qualcosa che non andava e ne ero sicura, sospirai appena prima di abbracciarlo. Non stava indossando alcuna maglia, ma la sua pelle era comunque ricoperta dai numerosi tatuaggi che iniziai ad osservare con cura.

-Mi dici cosa sta succedendo?-

-Non sta succedendo niente, sono solo felice e stavo pensando. Non devi preoccuparti- stampò un bacio sulla mia fronte e spense la sigaretta per poi ricambiare l'abbraccio.

-Va bene, scusa- mormorai timidamente.

-Mi chiedi scusa perchè sai che sono felice per merito tuo?- una leggera risata abbandonò le sue labbra.

Scossi la testa arrossendo, era bello sentirlo dire parole del genere ed era altrettanto bello sapere che ero la causa della sua felicità.
Quello sembrava essere un momento perfetto, lui ed io abbracciati e i rumori di Londra in sottofondo.

-Torniamo a dormire?- trattenni a stento uno sbadiglio.

-Andiamo-

In quel momento sembravamo entrambi privi di sonno, la sveglia segnava ormai le tre e nessuno dei due sembrava in procinto di chiudere occhio.
Avevo la testa appoggiata al suo petto e il mio sguardo era rivolto verso il suo viso, Zayn sembrava non essersi accorto di nulla. Continuava ad accarezzarmi la schiena coperta dalla stoffa di una delle sue maglie.

-A cosa stai pensando?- domandai attirando la sua attenzione.

-Sei sicura di volerlo sapere?-

-Certo, puoi dirmi tutto quello che ti passa per la testa-

-Pensavo che almeno durante queste vacanze non avrei avuto a che fare con mio padre, ma ovviamente mi sono sbagliato. Mi ha incolpato ancora una volta per la morte di Maggie e io mi sento in colpa, sento che è davvero colpa mia. Se solo l'avessi amata, forse sarebbe ancora viva-

Sbuffò leggermente prima di mettersi a sedere, imitai il suo gesto mentre riflettevo brevemente sulle sue parole.
Era assurdo sapere che suo padre lo accusasse di una simile tragedia ed era ancora più assurdo sapere come lui si ritenne responsabile. I sensi di colpa sembravano essersi preso possesso di lui e non sopportavo di vederlo in quel modo.

-Tu non ne hai colpa, tuo padre non ha alcun diritto di dirti cose del genere. Non è colpa di nessuno se Maggie è morta, tu le volevi bene-

-Io le volevo bene e lei mi amava. Non è stato abbastanza a quanto pare- la sua voce tremò leggermente e temetti di vederlo scoppiare a piangere come quel giorno.

-Perchè stai pensando a tutto ciò?- afferrai la sua mano e notai un sorriso sul suo volto.

-Perchè ti amo e so che le saresti piaciuta-

Non replicai più a quelle parole e provai ad immaginare un dialogo con la ragazza che era stata la sua migliore amica.

Forse sarebbe stato tutto diverso.

-
Angolo autrice;
Ecco qua il capitolo, so che forse è un po' corto e anche un po' noioso, ma ci tenevo ad inserire di nuovo Maggie nella storia.
Detto ciò vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate!❤

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