Capitolo 20.

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Erano passate un paio di settimane da quel giorno all'ospedale.
Avevo presentato Zayn alla mia famiglia ed era andato tutto per il meglio, mia madre e mia sorella erano ormai tornate a casa e stavano entrambe bene.
A non stare bene in quel periodo, forse, era proprio il ragazzo con cui trascorrevo le mie giornate.

Avrei dovuto passare il weekend con Zayn, ma si era praticamente chiuso nel suo appartamento e non sembrava intenzionato ad uscirne. Ero di fronte alla porta di ingresso in attesa di sentire la serratura scattare per poi vedere la sua figura fare capolino.

-Amethyst, vai via- la voce di Zayn fu chiara, nonostante lui si trovasse dalla parte opposta della porta.

-Perchè?-

-Non è giornata e non voglio contagiarti con il mio pessimo umore- lo sentii sbuffare leggermente.

-Apri, non mi interessa se sei di pessimo umore-

Un leggero sospiro e poi la serratura della porta scattò, con un gesto mi indicò di entrare e varcai la soglia senza togliere lo sguardo dal mio ragazzo. Zayn era visibilmente di cattivo umore e il suo viso era curvato in una triste espressione.

-Sei davvero testarda- sbuffò richiudendo la porta alle proprie spalle e poi si girò verso di me.

-Oggi dovevamo stare insieme, ti sei dimenticato?-

-Stiamo insieme tutti i giorni- alzò le spalle quasi con aria non curante.

-Hai ragione, d'altronde sono solo la tua ragazza. Niente di importante- replicai in tono piuttosto acido.

Si avvicinò a me e prima ancora che me potessi rendere conto mi ritrovai stretta tra le sue braccia. Ricambiai l'abbraccio e sprofondai nel suo profumo.

-Tu sei importante e io ti amo, scusa amore- sussurrò appena e sentii il cuore battere più forte.

Non mi aveva mai chiamato in quel modo e sentii il mio viso diventare più caldo, segno che ero arrossita come mio solito.

-Ti sei appena fatto perdonare- mormorai goffamente.

-Con così poco?- rise appena e per un secondo pensai di essere riuscita a levare il suo cattivo poco.

-Non è colpa mia se sono innamorata di te e non riesco ad arrabbiarmi-

Stampò un bacio sulla mia fronte e poi si allontanò dirigendosi verso il soggiorno, lo seguii senza capire il motivo di quel suo allontanamento.

-Sai perchè sono di cattivo umore?-

-No, non lo so- risposi subito osservandolo sedersi sul divano con aria seccata.

-Oggi sono tre anni dalla morte di Maggie e normalmemte evito di interagire con altre persone, ma tu devi essere sempre lo strappo alla regola. Sono sicura che le saresti piaciuta, mi manca così tanto-

Non era di sicuro ciò mi aspettavo di sentire, ma mi buttai letteralmente addosso a lui e finimmo praticamente l'uno sopra l'altro. Lo avevo colto di sorpresa.

-Volevo solo abbracciarti- mormorai fissando il ragazzo sotto di me.

-Mi piacciono queste attenzioni da parte tua, riesci sempre a farmi stare meglio-

-Non mi piace vederti triste, so quanto Maggie possa mancarti e mi dispiace davvero-

-A volte la vorrei qui, era come una sorella e quando se ne è andata è stato terribile. Una parte di me è andata via con lei, ma poi ho incontrato te. Per quanto assurdo possa sembrarti credo che tu sia una specie di regalo che mi ha mandato lei- sussurrò appena ed evitò il mio sguardo.

Quel breve discorso mi aveva spiazzato e non avevo idea di come replicare. Lo osservai qualche secondo prima di prendere coraggio e rispondere a quella sua affermazione.

-Lo credi davvero?-

Annuì appena, mi spostai e mi misi seduta, lui imitò quel mio gesto e mi regalò uno sguardo confuso. Sospirai leggermente e poi gli stampai un bacio sulla guancia.

-Sai in cosa altro credo?-

-No- risposi sussurrando, iniziavo a temere le sua strane idee.

-Credo che noi due staremo davvero insieme per sempre-

Sorrise come suo solito e mi abbracciò più forte del solito.
Aveva ragione, in fin dei conti lo credevo anche io.

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