Ero in cucina per prendere una tazza di cereali. Versai quel poco di latte che c'era e, prima di andare in camera mia, mi fermai sulla soglia della porta. C'era Jack seduto nel suo studio con moltissimi fogli sparsi sulla scrivania. Stava facendo dei conti.
«Ma no, non tornano! Non vedi!»
Il mio cellulare vibrò e quindi lo tirai fuori dalla tasca.Luke: Ci vediamo da Calum al 6 Columbus Circle ventesimo piano.
*
Bussai alla porta e mi venne ad aprire Luke. Indossava dei jeans neri, una camicia bianca ed una giacca di pelle.
«Ciao» mi salutò sorridendo.
Ero rimasto senza parole.
«Che c'è?»
«Niente» risposi, scuotendo la testa.
«Stai bene?»
«È in atto un'esplosione di ormoni» dissi mentre scendevamo le scale.
«Quali ormoni?» domandò Luke confuso.
«I miei»
Dopo essere scesi al piano di sotto ci sedemmo sul divano.
«Ciao Michael» mi salutò Calum.
«Bella casa. I tuoi sono al cenone della mensa dei poveri?»
«Oh no, non vivono qui. Vivono a Greenwich» rispose alzando le spalle.
«Vivi qui da solo?» domandai stupito.
Che fortunato.
«Si Michael. Volevo andare a scuola in città e così mi hanno preso questa casetta in affitto»
«Ehi» disse un ragazzo mentre si sedeva in una delle poltrone che c'erano vicino al divano.
«Ciao Nick» lo salutò Calum.
«Sei bellissimo Luke»
«Grazie» rispose sospirando e alzando gli occhi al cielo.
«Potremmo divertirci io e te»
«Ah come no, certo» disse il biondo sorridendo infastidito.
«Clifford che ci fai con il cappotto? Qui si scoppia»
«Io sono un artista» risposi, facendo ridere Luke.
«Allora l'hai visto?» mi domandò Ashton sorridendo.
«Che cosa?»
«L'invito, è sul tavolo»
Mi sporsi in avanti e raccolsi l'invito.
Lo girai e vidi il mio disegno. Lo aveva davvero usato.
«Bang! Non è una bomba? Andiamo a ballare forza!»*
«Non ho i vestiti adatti!» dissi, iniziando a sentirmi già fuori luogo in mezzo a tutte quelle persone.
«Non importa dai! Siamo con Ashton!» rispose Luke alzando un po' la voce per farsi sentire.
«Ma il problema è che io... non sono mai stato in discoteca»
«Tranquillo, starò sempre con te» mi rispose mentre passavamo accanto ad alcune persone che ballavano.
«Ehi, questo è per il tuo disegno» disse Ashton passandomi una bottiglia di champagne «Te la sei guadagnata»
«Oh grazie»
Dopo pochi secondi mi ritrovai in pista in mezzo ad un mucchio di persone sconosciute. Non mi piaceva la discoteca.
«Su muoviti un po'!» mi disse Luke ridendo. Sembrava così... a suo agio.
Tutto il contrario di me.
«Nick è arrivato!»
«Ciao!» lo salutò lui sorridendo. «Scusa» mi disse prima di iniziare a ballare con lui.
Tornai al bancone ed incontrai Calum e Ashton insieme ad altri ragazzi che brindavano.
«Ti presento qualcuno? Ho un sacco di amici molto disponibili»
«Oh no non c'è bisogno» risposi cortesemente, passandomi una mano nei capelli.
«Non importa Michael» mi disse Calum ridendo «Sappiamo tutti chi stai aspettando»
«Che dici? No! Non è come credi»*
Visto che Luke continuava a ballare con Nick, mi misi a bere insieme agli altri.
Un'ora dopo uscii dal locale e, visto che non avevo mai bevuto, vomitai anche l'anima.
In sottofondo si sentiva gente che urlava «10,9,8,7,6,5,4,3,2,1 buon anno!»
Si, buon anno Michael. Il peggior capodanno di sempre.*
«Perché non sei andato con Nick?» chiese mentre sistemava un letto per me.
Casa mia era troppo lontana, quindi Luke mi aveva invitato a dormire da lui.
«Perché dovevo? Ti ho cercato dappertutto per due ore»
«Uscivi con lui?» domandai sentendo la testa che mi scoppiava.
«Siamo usciti due volte»
«Che ti piaceva di quel tipo?»
«Non mi piaceva. Troppo sicuro di sè» disse, prendendo un cuscino.
«Mi dispiace tanto... Luke scusami. Ti ho rovinato la serata»
«No» rispose lui avvicinandosi «Scusa tu. Ti ho lasciato solo. Ho infranto la promessa»
«Secondo me sei... stupendo» dissi rompendo il silenzio «Oh dio che stronzata»
«No no, invece... è molto dolce»
Mi aiutò a levarmi il cappotto e poi mi fece sdraiare sul letto, mettendomi una coperta addosso.
Forse, non era andata poi così male.
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The Art of Getting By| Muke
FanfictionMichael è un semplice diciottenne che vive a New York. Lui ritiene che, i compiti e l'impegno nello studio, siano solo delle perdite di tempo. Non immagina che, solo per una semplice sigaretta, la sua vita cambierà radicalmente. Dalla storia: «Prim...