Capitolo 5

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Mi staccai quasi subito dal bacio, anche se per qualche secondo mi venne voglia di continuarlo. Ma feci la cosa giusta, tanto per cambiare...-Ma che cavolo fai?- Gli chiesi infastidita, arrabbiata, e al tempo stesso non riuscivo ad arrabbiarmi veramente con lui, perché solo riuscivo a pensare a come baciasse bene, e come avrei voluto che continuasse. -Be, è chimica- Mi disse lui, tornando il solito stronzo. E di questo gli ero grata. Perché se diventava dolce, o tornava a baciarmi con quella foga e passione, non penso sarei riuscita ad allontanarlo di nuovo, o peggio, avrei potuto iniziare io il bacio. -Sei un idiota, io sono fidanzata- -Si, con un manichino- Sbuffo lui. Sembrava innervosito, forse risentito. Lo fulminai con lo sguardo, avvertendolo, di non continuare, ma lui non se ne fregò, o forse proprio per quello continuò -Che te ne frega di quel tipo? Tu meriti di meglio- Io lo guardai con un misto di divertimento e rabbia, un misto esplosivo se devo dire tutto. -E tu saresti un tipo migliore?- Gli chiesi, forse la rabbia mi stava facendo impazzire, ma avevo più coraggio di quanto avessi immaginato potessi avere, non solo in una settimana ero riuscita a parlare con Peter Lanzani, no, ci ballavo insieme, ed ora lo stavo sfidando e sapevo perfettamente che quello era un campo minato, sul quale non dovrei mai aver messo piede, ma era troppo tardi, e stranamente, non me ne pentivo. -Perché no?- Chiese con un ghigno sulle labbra, ed una strana luce negli occhi, che interpretai come divertimento. -Perché non sei il mio tipo e sei uno che beve, fuma e si droga, e sei ben lontano dall'idea del mio uomo ideale- Gli feci presente, non capivo come cavolo eravamo finiti a parlare su una "relazione sentimentale" fra noi due. -E Pablo lo è?- In quel momento parve quasi serio, così anche io divenni seria, e prima di rispondere, ci pensai un momento, col cuore avrei detto "no" ma la testa mi urlava di dire di "si", così optai per una risposta sensata, ma non del tutto -Non lo so- Iniziai. -Come fai a capire se una persona è quella giusta? Se un amore è reale?- Gli chiesi, spegnendo il cervello. Per il sorriso che mi fece mi preparai a ricevere una risposta ironica o spiritosa, ma invece...-Non so, penso che semplicemente lo capisci, lo deve sapere il tuo cuore, e so perfettamente che la risposta che mi hai dato, non l'hai risposta col cuore, ma col cervello, ed anche se in certe occasioni è meglio non coinvolgere il cuore, penso che sia arrivato il momento che il tuo venga usato, e che tu spenga il cervello- Lo disse con una voce dolce, quasi sembrava che accarezzasse e con gli occhi che gli brillavano, come se stesse parlando di qualcosa veramente importante per lui, vitale, prioritario. Qualcosa che forse era fondamentale. Non sembrava più il Peter odioso di prima, era un'altro, con cui parlare di cose serie, e che ti ascolta, un Peter quasi dolce, oserei dire, con un cuore...forse il vero Peter, nascosto sotto quello strato di odio verso il mondo e di ilarità, un Peter che i tanto voluto conoscere, perché sembrava ne valesse la pena. -è meglio che tu vada- Disse, diventando duro e cupo, senza nemmeno guardarmi, ma guardando il pavimento. Mi alzai, capendo il suo modo di fare. Misi tutto nel mio zaino e me ne andai.


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