Capitolo 12

122 10 2
                                    

Guardai Peter, sembrava rilassato, quasi a suo agio, invece io stavo tremando, avevo le mani che mi sudavano ed il pensiero di passare la notte in cella non mi facilitava le cose. -Allora, come vi chiamate?- chiese il ragazzo prendendo carta e penna. -Io sono Peter Lanzani- si presentò lui, il tipo scrisse il suo nome, poi alzò lo sguardo su di me -E tu?- mi domandò. -Lei non centra- si intromise Peter -Per ballare servono due persone- disse il vigilante. -Si, lo so, ma lei non centra, è colpa mia se si trova qui- continuò Peter, il vigilante si girò verso di lui -Non importa, lei è qui ed è entrata con te, ha ballato con te, ha violato la legge- gli spiegò. -Ascoltate, sono stato anche io ragazzo, ho fatto delle cose sbagliate, molte, ma ora sono cresciuto ed ora sono un vigilante, faccio e devo far seguire la legge- -Mi chiamo Lali Esposito- dissi. Lui mi sorrise. -Perché siete entrati qui?- domandò. -Volevamo provare ma non avevamo un altro luogo- disse Peter. -Be' ma è contro la legge introdursi in un luogo senza permesso- gli fece notare. -Ma noi fra un mese dovremmo esibirci qui e volevamo vedere il luogo, perlustrarlo, decidere dove si sarebbero seduti i nostri genitori e provare, vogliamo vincere ad ogni costo, sa vorremmo sposarci, ma i soldi non son molti, ed io le ho promesso il miglior matrimonio che si potesse desiderare. Non ci mandi in cella, Lali è in cinta, non credo che la prigione farebbe bene al bambino, anche se è solo per un giorno, se vuole può mandare me in prigione, per entrambi- disse Peter, lo guardai stranita, come gli era venuta in mente quella storia? Il vigilante ci sorrise -Congratulazioni. Maschio o femmina?- disse, mettendosi in tasca il foglio. -Femmina- lui -Maschio- io. Lui alzò un sopracciglio. -Gemelli- dicemmo all'unisono. -Stupendo- disse. -Vi accompagno alla porta, terrò i vostri nominativi, ma solo per sicurezza- disse -e mi raccomando, non mettetevi nei guai ed ancora congratulazioni- ci salutò. Noi sorridemmo. -è sempre facile imbrogliare i tipi dolci, è si vedeva che lui lo era- disse Peter appena ci sedemmo in macchina. -Ti va una birra?- mi chiese. -Non posso, non ricordi, sono in cinta, due gemelli- dissi toccandomi la pancia. Lui scoppiò a ridere -Ok, scusami, non volevo passare una notte in cella e nemmeno tu- si scusò. -Tu sei completamente folle- gli dissi. -E non ti piacciono i folli?- mi domandò girandosi verso di me. Scossi la testa. -Allora ti farò appassionare alla follia- disse avvicinandosi e posando le sue labbra sulle mie, partecipai al bacio un po' in ansia, un po' su di giri ed un po' eccitata. Gli misi le braccia dietro al collo ed inspirai il suo odore virile, un miscuglio tra mare ed uomo. -Andiamo, ho un posto migliore dove portarti- mi disse sorridendomi e mettendo in moto l'automobile. 

My Milagro LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora