INQUIETUDINE

53 3 4
                                    

Aumenta il vuoto nel pieno di questa vita in cui tutto è ordinatamente al suo posto e nulla va mai nel senso giusto. Lo specchio resta il più vile traditore dell'illusione, nel suo riflesso è chiaro chi sono, non sono le rughe o i lineamenti offesi a farmi sentire estranea a me stessa, sono le virgole nelle pupille a cambiare il mio aspetto. Ho pause di buio nel quale restano le parole che taccio e nessuno che mi guardi come voglio.
Spenta, non sono più musa
di me stessa, vago come fantasma in cerca di una pace che non è di questa terra e l'amore resta incastrato ai confini
di un sentiero impervio
e non so se avrà mai la forza di dirmi ti voglio. Persistente è in me la convinzione di essere appartenuta ad un inspiegabile senso di bene eterno che mi cerca
ma oggi è ancora solitudine
nonostante il fluire sottopelle di un ancestrale promessa fatta a qualcuno che son certa sia perso nel suo limbo di vita quotidiana chiedendosi dove sono.
E non posso chiamarti a me se non con il pensiero e non puoi portarmi a te se non con il desiderio puro di chi sente con tutto se stesso l'altro battere dentro il suo perché. È una spinta quella di fuggire oltre le porte chiuse che mi costringono ad essere nel nido un fringuello senza voce. A volte urlo ma è solo e sempre lo stesso sogno troppo vero che mi tende
il fiato e mi porta nel luogo in cui c'erano quegli occhi
e non c'erano virgole
a mettere pause al desiderio. E ritorno dove sono stata
e dove fummo anime
in movimento unite
nel tumulto di un tempo
che non è più nostro.
Sento che mi cerchi tra
gli odori che ti avvolgono quando come me chiedi
al cielo una possibilità
di respiro nell'apnea di questa inquietudine.

MaybeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora